In Parlamento si è detto tutto e il contrario di tutto per infine approvare, con una fiducia impregnata di sfiducia, il decretaccio che tende a discaricare di molte colpe i responsabili della situazione attuale dei rifiuti in Campania, che discarica il commissario Bertolaso dalla necessità di tener conto di gravi provvedimenti della magistratura, che discarica una definitiva decisione su Serre, dove continueranno i parapiglia tra Bertolaso e il ministro dell’Ambiente Pecoraro Scanio. Il decretaccio permette di continuare a discaricare i rifiuti di Napoli ovunque ci sia un fosso nella regione, discarica sui cittadini campani i costi di circa 14 anni di malaffari concertati tra governanti e “imprenditori”, discarica del tutto Caserta, lo Uttaro e chi ci si sta avvelenando intorno, senza neanche prendere in considerazione la questione. A parte un ritardatario richiamo, tra le dichiarazioni di voto trasmesse in diretta tv, al positivo “modello” di provincializzazione del ciclo dei rifiuti realizzato a Caserta. A parlare è stato Ermete Realacci. Chi? Proprio lui? Quello che è costruito una carriera politica con Legambiente di cui è ancora “presidente onorario”. Sembra di si.
Nella memoria si possono custodire ingegnose osservazioni critiche. Oltre che quelle facili dell’opposizione – che ha lasciato fare quando governava – quelle, per esempio degli onorevoli Giacomo De Angelis (Pdci) o Titti Di Salvo (Sd). Ma a che servono se non a farci meglio capire che si è voluto solo tentare di mettere un coperchio a un pentolone in cui continueranno a ribollire monnezza e veleni, compresi quelli della cattiva politica, per tutti i cittadini della Campania?
Tra i pochi ad avere le idee chiare sulla situazione nella regione sembra che ci siano i carabinieri. Hanno intitolato direttamente Chernobyl l’operazione che oggi, d’intesa con la Procura di Santa Maria Capua Vetere, li ha portati a un blitz contro aziende dedite, dietro una facciata rispettabile, a smaltire illegalmente rifiuti pericolosi. Tra l’altro a scaricare fanghi tossici, provenienti da depuratori e da impianti industriali, direttamente in terreni agricoli coltivati o sulle sponde di fiumi (il Sabato, affluente del Volturno). L’inchiesta è la continuazione di due precedenti indagini intitolate Madre Terra e Madre Terra 2, ma questa volta di invocare ancora Madre Terra non è sembrato il caso.
Altri dettagli si trovano in ogni notiziario in rete e sui giornali di domani.
Archive for 4 luglio 2007
MADRE TERRA DESOLATA
Posted by ambienti su luglio 4, 2007
Posted in Report | 3 Comments »