La più avanzata ricerca scientifica ci avverte che con le polveri sottili che inquinano l’aria andiamo incontro a vere e proprie ecatombi, ma chi governa il mondo – e spesso più modestamente una nazione, una regione o una provincia – fa molto poco per migliorare la qualità dell’aria. Per eliminare i rifiuti si continuano a progettare “termovalorizzatori” ^ – in realtà inceneritori che trasformano buona parte dei rifiuti in incontrollabili sostanze tossiche, tra cui le polveri sottili – e la Ue progetta di portare il limite ammesso di polveri oltre la soglia indicata dall’OMS.
Senza rendersene conto gli uomini delle civiltà industriali avanzate stanno tornando a un’epoca di sacrifici umani, all’età in cui in alcune culture si immolava un certo numero di vittime più o meno casuali con la pretesa di ottenere da divinità folli il benessere della collettività. Quelle antiche culture sono sparite da molto tempo. Noi sembriamo condannati a replicare il loro percorso di delirio e di estinzione.
Le polveri sottili favoriscono l’insorgere di arteriosclerosi e tumori e l’aumento della mortalità. Di questo e dei loro effetti su cambiamenti climatici e composizione dell’atmosfera si parlerà in un convegno scientifico internazionale a Urbino. Di seguito diamo il comunicato d’annuncio diffuso oggi dal CNR.
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L’esposizione prolungata all’inquinamento può accelerare l’insorgere dell’arteriosclerosi e dell’infarto. Questo è uno dei risultati che saranno esposti al secondo simposio internazionale Accent “I cambiamenti climatici e la variazione della composizione dell’atmosfera”, organizzato dal Consiglio nazionale delle ricerche e dal Network Europeo Accent (Atmospheric composition change: the european network of excellence), in collaborazione con l’Università degli Studi di Urbino, che si terrà dal 23 al 27 luglio a Urbino presso il Palazzo Battiferri.
“Ogni aumento di 10 µg/m3 di PM 2.5 (polveri di diametro inferiore a 2.5 micron) comporta un incremento del 24% di incidenza di eventi cardiovascolari collegati all’arteriosclerosi e un incremento del 76% di morte per patologie cardiovascolari”, spiega Francesco Forastiere del Dipartimento di Epidemiologia dell’Azienda sanitaria locale di Roma e presidente del Comitato Ambiente e salute della European Respiratory Society, che illustrerà tali risultati nell’ambito del convegno.