AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

LA PUZZA IN PAGINA

Posted by ambienti su luglio 25, 2007

Purtroppo quest’estate a Caserta puzza anche l’aria di vacanze. Tutti conosciamo le notti che ci hanno preparato gli scarafaggi con la cravatta ^. Di com’è difficile sopravvivere a due passi da Lo Uttaro finalmente se n’è accorto anche il Mattino. Che oggi dedica una pagina all’emergenza ambientale casertana intitolando l’articolo principale, firmato da Lorenzo Calò, Caldo e cattivo odore, decine di chiamate al 118 ^. Però è una pagina “locale”, che non appare nell’edizione nazionale né in quelle per altre province della regione, Napoli compresa. Adesso dal maggiore quotidiano della Campania e del Mezzogiorno ci aspetteremmo che aprisse la questione sulle pagine nazionali con un’inchiesta sulla catastrofe Lo Uttaro. Contribuirebbe a fare chiarezza sulla cosiddetta “emergenza rifiuti” della Campania e forse a evitare nuovi errori.
Sappiamo che al Mattino non mancano i giornalisti capaci e volenterosi. Che cos’è che finora ha impedito una piena verità dell’informazione su Lo Uttaro? Domanda che, ovviamente, vale non solo per Il Mattino, ma anche per altri giornali che pretendono di avere prestigio nazionale e vantano attrezzate redazioni regionali, come La Repubblica e Il Corriere della Sera/Corriere del Mezzogiorno.
E poi ci si lamenta se nel Sud la gente legge poco i giornali, meno che altrove in questa nostra disastrata provincia. Chi ha voglia di pagare per farsi ingannare e per sorbirsi le veline di amministratori evidentemente incapaci? Perché questo è stata per la maggior parte l’informazione ufficiale sulla discarica Lo Uttaro, definita fino a poco tempo fa dalla stampa “modello a basso impatto ambientale”, “eccezione virtuosa”, addirittura “oasi”: un inganno e una truffa.
Ci volevano le notti estive di drammatiche telefonate al 118 per capire quali erano il danno e il rischio? E quanti morti ci vorranno per poter leggere su un giornale, magari tra qualche anno, che riaprire una discarica in un’area già al collasso ambientale (accertato per legge), a poche centinaia di metri da migliaia di abitazioni, per giunta con controlli inadeguati, è stata una pericolosa follia?

la.v.

2 Risposte a “LA PUZZA IN PAGINA”

  1. Luigino said

    una prima risposta potrevbbe essere che ii giornali, tuttii,hanno considerato tutte queste storie come all’epocaa dei governi di emeregenzaa nazionale e del terrorismo.
    quando sei in emergenzaa non vai troppo per il sottile. all’epocaa pochi protestavano per qualche presunto terroristaa maltrattato nelle questuwre. l’importante era il risultato finale, cui in qualche modow si arrivò.
    oggi è lo stessoo. i giornali, sfiancati da mille inchieste giudiziariei che a nulla hanno portato, allafine dicono ai politicii fate quello che voletee basta che fate qualcosa.
    anche la maggior parte della gente lo pensaw, e non le potete dareq torto.
    altrimenti scusatemi ma le barricate le dovrebbero fare anche e specialmente al parco Gabriella di Caserta, dove ieri pomeriggiola puzza era come a San Nixcola.
    alla fine le telefonate al 118 sonosempre poche rispettoo alle decine di migliaia di persona appestate da mesi.
    triste ma vero.

  2. ambienti said

    Intanto ricordiamo che da poco la magistratura napoletana ha fatto la ragionevolissima ipotesi che la cosiddetta “emergenza rifiuti” sia stata in buona parte provocata e perpetuata da privati che avevano impostato un ciclo di smaltimento fasullo, che non portava da nessuna parte, in collaborazione con politici che come minimo non hanno controllato a sufficienza. Su faccende simili ci vorrebbe il massimo della trasparenza, con il contributo della stampa che in alcuni casi riesce a svelare e a denunciare.
    Nel caso del terrorismo si trattava di difendere l’esistenza dello stato e – presumibilmente – l’interesse di una larghissima maggioranza di cittadini. Qui certamente no. Precisando che in una democrazia usare come metodo l’occultamento della verità è in ogni caso sconsigliabile, perché può sempre dare luogo a pericolose deviazioni. Probabilmente in Italia stiamo ancora politicamente scontando le conseguenze dei misteri in cui sono rimasti avvolti alcuni aspetti del terrorismo.
    E poi per la dinamica di quello che è successo a Caserta per Lo Uttaro, tra politica e informazione, sono possibili interpretazioni più terra terra. Se Lo Uttaro fosse stato a Milano o a Vicenza, ma anche a Napoli o a Salerno, o a Serre, o a Terzigno, la questione sarebe stata gestita in termini diversi. Qui c’è stata una classe politica inetta e perfida che ha fatto affidamento, non senza qualche ragione, sull’acquiescenza, almeno temporanea, di una popolazione poco reattiva e poco capace di comprendere e difendere i propri diritti. La malafede è dimostrata dal fatto che proposte alternative a Lo Uttaro, tecnicamente plausibili, fatte a suo tempo da esperti e da comitati civici, non furono esaminate e respinte, ma non vennero neanche prese in considerazione.
    Purtroppo a Caserta – lo dicono ricerche sociologiche recenti – c’è un livello scarsissimo, tra i più bassi per un capoluogo italiano, di “capitale sociale”, che sarebbe il mix di livello di istruzione, consapevolezza, senso civico, attitudine all’impegno in reti di relazioni qualificate e alla partecipazione, che rende un insieme di persone dinamico dal punto di vista politico-sociale, favorendo lo sviluppo. E qui ci sono politici che invece di provare a cambiare la situazione – come potrebbero – in questa “povertà” ci sguazzano.
    Noi ci stiamo opponendo a Lo Uttaro, ma stiamo anche provando a incrementare il “capitale sociale” della città. Sia pure con molta fatica, qualche risultato riteniamo di averlo ottenuto. Altrimenti non staremmo ancora qui.

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