AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

IL PAESE DELLA DIOSSINA

Posted by ambienti su settembre 20, 2007

Tra Napoli, Caserta e rispettive province
una zona tra le più avvelenate al mondo.
Un biomonitoraggio su cittadini campani
rivela che siamo inquinati dentro.

In Campania è gravissimo l’inquinamento ambientale derivante dallo sversamento illegale degli scarti industriali e da una cattiva gestione del ciclo dei rifiuti. È una situazione ormai di dominio pubblico, certificata con studi epidemiologici anche dall’OMS. L’assenza nella nostra regione di laboratori in grado di effettuare le relative analisi tossicologiche sull’uomo rende difficile una completa valutazione degli effetti sulla popolazione. Perciò il dottor Antonio Marfella, tossicologo oncologo della Fondazione Pascale di Napoli, ha deciso di compiere un accertamento inviando a proprie spese (5 mila euro) 4 prelievi di sangue all’Inrca di Venezia, che monitora gli operai di Porto Marghera, e in Canada, tramite Benedetto De Vivo, docente di chimica ambientale e geologia della Federico II.
I prelievi di Marfella sono stati effettuati su se stesso, residente a Napoli, e su altri cittadini campani: un residente a Castelvolturno e i famosi, loro malgrado, pastori di Acerra Mario e Vincenzo Cannavacciuolo, quest’ultimo deceduto per un tumore devastante nel maggio scorso, dopo il prelievo.
I risultati delle analisi confermano un inquinamento pesante delle matrici biologiche umane esaminate, con presenza di diossina in alcuni casi in concentrazioni particolarmente elevate, ben superiori a quanto indicato dall’OMS come tollerabili in città industriali anche dotate di inceneritori.

in fondo al post link a video con l’esposizione dei dati

Sono inoltre presenti, con effetto tossico additivo, in taluni casi in concentrazioni particolarmente elevate, altre pericolose sostanze diossino-simili, come i PCB (policlorobifenili), con profili sia quantitativamente che qualitativamente simili a quanto rintracciabile su matrici biologiche di zone gravemente inquinate da industrie chimiche, siderurgiche ed inceneritori, che pure non sono presenti sul nostro territorio.
In Campania il potenziale tossico di pericolosi inquinanti ambientali appare, quindi, anche nell’uomo in concentrazioni significative, in linea con quanto già accertato su matrici ambientali ed animali, come le pecore di Acerra. Sono altresì confermate, fornendo un indirizzo causale da approfondire con ulteriori studi, le riscontrate correlazioni epidemiologiche tra degrado ambientale e danno alla salute, con dimostrato maggior rischio di patologie malformative ed oncologiche. Risulta evidente la possibilità del pieno coinvolgimento anche dei cittadini napoletani in misura almeno pari, se non superiore, rispetto ai cittadini della provincia residenti in zone gravemente inquinate, attraverso le connessioni del ciclo alimentare tra Napoli, Caserta e le altre Province.
La presentazione dei dati tossicologici derivanti dalle analisi è stata fatta domenica scorsa, in mattinata, alle Assise di Palazzo Marigliano a Napoli, con la partecipazione di una rappresentanza dei Grilli Acerrani, gruppo di “amici di Beppe Grillo”.
L’indagine del dottor Marfella conferma che molti cittadini campani abitano in una delle zone più inquinate del mondo. Nell’aria che respiriamo, nella terra che calpestiamo e nell’acqua che beviamo ci sono concentrazioni di elementi chimici inquinanti-tossici che, in base alla quantità di attività industriali della zona, non dovrebbero esserci. La presenza di tali elementi è dovuta, con grande probabilità, allo stoccaggio illegale di scarti industriali tossici provenienti da industrie siderurgiche del Nord.
In un ampio territorio la popolazione è probabilmente tutta contaminata dagli inquinanti, indipendentemente dal suo specifico luogo di residenza. I valori di contaminazione del soggetto residente in città sono pressoché uguali a quelli dei soggetti residenti nella provincia direttamente inquinata. È così perché nelle zone specificamente inquinate, da Acerra a Villa Literno, in questi anni si è continuato a coltivare e quei prodotti agricoli sono arrivati sulle tavole di tutta la regione.

I dati sono esposti dal dottor Marfella nei video linkati di seguito. Consigliamo di ascoltare i video con le cuffie perché l’audio è basso.

Prima parte http://youtube.com/watch?v=-eBiUusC8lg

Seconda parte: http://youtube.com/watch?v=Yu0tuQ7_QHk

Terza parte: http://youtube.com/watch?v=0P2bVkjjdL8

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