Caserta, che grazie ai suoi amministratori è diventata la città più puzzolente del mondo occidentale, ha protestato. Tremila persone, provenienti anche da San Nicola La Strada, Maddaloni, San Marco Evangelista, Marcianise, hanno partecipato al corteo partito dalla Chiesta di Nostra Signora di Lourdes al quartiere Acquaviva. Questi cittadini, tanti i giovani, di nuovo hanno detto no alla discarica velenosa aperta a Lo Uttaro, a quattro passi da quartieri densamente abitati. Non vogliono più il fetore che per tutta l’estate ha invaso l’intera città, rivogliono la loro aria respirabile, non vogliono più vedere compromessa la loro salute da una gestione dello smaltimento dei rifiuti inetta, demenziale, per giunta costosissima per le loro tasche per via della TARSU più alta d’Italia.
I cittadini si sono fermati al palazzo della Provincia in Corso Trieste, il luogo in cui è installato un presidente, Sandro De Franciscis, che ha acconsentito alla riapertura della discarica, che non prova vergogna per quello che ha combinato alla città e invece, aggiungendo bugie a bugie, ambisce a un ruolo di prestigio nel nascente Pd: ora ci invita ad andarlo a votare alle prossime primarie. Una discarica aperta ad ogni costo e l’appestamento per noi sono il prezzo che De Franciscis ha deciso di farci pagare per non dispiacere a un governo che non vuole e non sa trovare soluzioni razionali per la cosiddetta “emergenza rifiuti” in Campania, e così ha pensato di spianarsi una carriera politica da “decisionista democratico”. Ci aspetta un futuro spazzatura se personaggi come lui, e come il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, complice nella riapertura della discarica, continueranno a gestire gli affari pubblici.
Come promemoria per De Franciscis, e per gli amministratori e governanti tutti, i cittadini hanno collocato davanti al portone del palazzo della Provincia simbolici sacchetti di rifiuti – dentro c’erano palloncini – di vari colori, nero azzurro e verde. Sono quelli che dovrebbero servire per la raccolta differenziata e per un ciclo di smaltimento dei rifiuti razionale ed ecologico, in cui non dovrebbero esistere né i rifiuti in giacenza per strada né mostruosità come Lo Uttaro.
Qualcuno dei nostri amministratori raccoglierà il messaggio? Ci sembra improbabile, visto che lo slogan oggi dominante nel corteo è stato loro ripetuto tante volte e hanno fatto finta di niente: “Vergogna, vergogna, viviamo in una fogna!”. Però sono sempre di più i cittadini che ormai capiscono come stanno le cose e si sottraggono all’assurdo ricatto “o la discarica o i rifiuti per strada”. A Caserta negli ultimi mesi abbiamo sperimentato insieme il fetore della discarica e quello dei rifiuti sotto casa. Al furto della nostra aria, ai rischi per la salute, si è aggiunto un evidente inganno.
Nessuno poi si meravigli se i cittadini sono disgustati da una politica che arriva a fare tanta puzza. E sarebbe meglio poi non parlare di “antipolitica”. La vera antipolitica è quella che viene prima del nostro disgusto e delle nostre proteste: è quella di chi ci chiede il voto per insediarsi in posizioni di potere – diventa per esempio presidente di una Provincia o sindaco di una città – e poi non ascolta la nostra voce e pretende di trattarci come sudditi idioti, costringendoci persino a vivere in trappole nauseanti, pericolose per la nostra salute.
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