AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

ARRABBIATEVI, INDIGNATEVI SE NECESSARIO

Posted by ambienti su ottobre 28, 2007

Abbiamo trovato oggi su La Repubblica delle Donne ^ un breve scritto dello psicologo James Hillman ^ – considerato un saggio della nostra civiltà – che ci sembra dire in maniera incisiva quel che possiamo tutti cominciare a fare per rimediare almeno un po’ a ciò che nella realtà intorno a noi non ci piace. Vale anche per le questioni dell’ambiente, come Hillmann non trascura di segnalare. Se non facciamo niente, niente cambierà.

PAROLE E POLITICA
di James Hillman

I politici parlando si rivolgono sempre alla nostra parte emotiva. Il vuoto delle parole coinvolge la nostra psiche. Così come avviene per la disonestà e per la retorica. “L’essere umano è un animale politico”, sostiene Aristotele. E infatti siamo sempre immersi nella politica, ne siamo circondati. In ogni momento della nostra vita viviamo in una “polis” (“città” in lingua greca”), insieme ad altre persone. Per questo motivo è necessario cooperare con gli altri, creare alleanze e gruppi.
Come individui, però, cosa possiamo fare per stare meglio?
Il primo passo è prendere coscienza della malattia. Perché tutti noi siamo molto malati, pur non accorgendocene. Una condizione che coinvolge anche ciò che ci circonda. Quanto è malata la nostra politica? E il clima? E l’economia? I medici affrontano il malessere dapprima occupandosi di stabilire una diagnosi e soltanto in un secondo tempo determinando la terapia necessaria. Prima di tutto, bisogna quindi saper ascoltare e riconoscere le proprie emozioni.
Il mondo è un’esperienza estetica, anche se non tutti gli esseri umani ne sono coscienti. Questo può valere per un condizionatore d’aria così come per il corpo estraneo sulla facciata di un antico palazzo, la panchina rotta abbandonata in un parco. E poi l’aria, la luce, la strada in cui viviamo, le parole che le persone si scambiano tra di loro: tutto intorno a noi sta diventando ogni giorno più brutto.
Si può dunque rispondere alla bruttezza che ci circonda con la bellezza. Ma anche con la rabbia e con l’intelligenza. L’unica strada che ritengo indispensabile è quella dell’impegno civico e della protesta. Scendete nelle piazze, boicottate un marchio che non considerate etico, fatevi ricevere dal sindaco, arrabbiatevi, indignatevi se necessario. Non importa cosa fate, ma ogni volta che vedete qualcosa di brutto, agite. Dovete far sentire la vostra voce, che sarà quella del dissenso. Fate qualcosa di utile. Perché non dobbiamo mai, nemmeno per una volta, accettare ciò che non è accettabile. Dobbiamo sempre ripeterci: “No, noi questo non lo accettiamo”. Anche la politica d’altronde rende il mondo più brutto e l’anima mundi ne soffre.
Credo dunque che sia importante concentrarsi su un problema alla volta, magari cominciando ad affrontarne soltanto una piccola parte. Questo metodo vale per tutto: che siano gli anziani, l’inquinamento, i migranti, gli alberi. Bisogna scegliere un tema che ci tocca profondamente. E poi bisogna agire, fare qualcosa per cambiare. Credo sia sbagliato pensare di poter fare tutto o affrontare troppi problemi insieme.
Al contrario, ognuno di noi dovrebbe occuparsi di quello che considera davvero importante, per quanto marginale sia nella grande battaglia del mondo. Gli occidentali non fanno altro che lamentarsi tra di loro. Quasi si compiacciono: “Oh, è tutto terribile”. Non bisogna parlare troppo. Parlare è inutile.
Bisogna lottare, invece. E dedicarsi totalmente a una causa. Unirsi a quanti provano le tue stesse emozioni, che condividono le tue idee. E cercare di produrre un cambiamento. Anche piccolo. Il mondo invia ogni giorno dei messaggi, positivi o negativi. il nostro compito è rispondere. Ogni giorno.

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