VOGLIAMO NOMI E COGNOMI DEI RESPONSABILI
E CHE FINALMENTE SI VOLTI PAGINA SUL SERIO.
SITI E SOLUZIONI ESISTONO DA UN PEZZO
QUEL CHE MANCA È LA VOLONTÀ POLITICA
di Giuseppe Messina – Comitato Scientifico Legambiente
Andiamo rapidamente verso una nuova emergenza dell’emergenza rifiuti in provincia di Caserta. I primi segnali, immondizia ovunque, sono evidenti a tutti. È possibile però, questa volta, individuare nomi e cognomi dei responsabili? La risposta è senza dubbio positiva. Ricordiamo i fatti. Ottobre 2006: Bertolaso, commissario di governo per l’emergenza rifiuti chiede alla Provincia un sito per realizzare una discarica di almeno 450.000 mc all’esclusivo servizio del territorio provinciale. Ipotesi di durata, un anno. Il Prefetto di Caserta, signora Stasi, istituisce, d’intesa con il presidente dell’amministrazione provinciale, un apposito gruppo di lavoro (arch. De Biasio, geom. Pirone, arch. Pignalosa e dr.ssa Totano) coordinato dal Vice Prefetto Vicario dott. Francesco Provolo. Il gruppo di lavoro, sulla base di un’analisi di circa 40 cave censite in provincia e contemplate nel Piano regionale di bonifica delle aree inquinate – elaborato dal Commissario di Governo per l’emergenza bonifiche e tutela della acque, ed approvato dalla Regione Campania il 9 settembre 2005 – individua sul territorio provinciale n. 5 cave ritenute idonee per accogliere i rifiuti e, incredibilmente, indica la cava abusiva Mastropietro in località Lo Uttaro dichiarando le seguenti motivazioni:
– “Il sito risulta protetto da un telo in HPDE (geomembrana) della superficie di mq 15.000;
– Per una volumetria complessiva di mc 400.000 (utilizzabile per circa 8 anni);
– Non interessato dalla presenza di rifiuti”.
Il Comitato Emergenza Rifiuti, costituito da un centinaio di associazioni e da diverse migliaia di cittadini della conurbazione, tenta in ogni modo di contrastare la scelta sciagurata, sbagliata quanto interessata. I cittadini si rivolgono prima alle istituzioni locali, poi al commissario di governo, quindi al Prefetto infine a tutti i parlamentari dei due schieramenti.
La vicenda della discarica di Serre sembra al momento occupare l’attenzione e l’interesse di tutti. Lo Uttaro s’ha da fare. Il Comitato, individuate innumerevoli ragioni giuridiche e penali, si rivolge al TAR, alla Procura della Repubblica, alla Procura della Corte dei Conti, al Tribunale civile.
Tralasciando i fatti, ormai, crediamo, conosciuti dai più, il Tribunale civile di Napoli, nomina un consulente tecnico il quale, il 15 ottobre scorso, deposita la perizia dando in toto ragione alle ragioni del Comitato.
Avevamo ragione, ma c’è ancora una volta il silenzio delle istituzioni, per non parlare dei benpensanti di questa città. Quello che vale la pena qui ricordare è che la discarica, contrariamente a quanto dichiarato dalla commissione prefettizia, non è di 450.000 mc ma di appena 200.000, così come affermato dal Comitato e giurato dal consulente del giudice. Il re, ancora una volta, è nudo. A questo punto è emergenza nell’emergenza, ma la farsa istituzionale continua.