Nuova clamorosa (quasi) svolta su Lo Uttaro. Il presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis ora condivide in buona parte le ragioni del Comitato Emergenza Rifiuti che per oltre un anno si è battuto contro la scelta di aprire una discarica a due passi da interi quartieri abitati e di farla funzionare ignorando le norme, l’evidente disastro ambientale, i danni e le minacce alla salute dei cittadini.
Questo sembra anche il senso di un comunicato diffuso ieri sera dall’amministrazione provinciale che qui riproduciamo (link ^) mettendo in evidenza i punti di accordo tra il presidente e il Comitato.
Non possiamo che essere contenti della svolta. La funzione e il valore di un amministratore politico consistono anche, in maniera decisiva, nella sua capacità di percepire e rappresentare le giuste ragioni dei cittadini. Forse De Franciscis non è stato molto tempestivo. Per mesi ha preferito negare l’evidenza e rivolgere insulti a chi protestava perché aveva la vita rovinata e rischiava la salute respirando aria puzzolente e avvelenata. Ma abbiamo un presidente della Provincia che è ambizioso, presenzialista – con appena qualche défaillance negli ultimi tempi – e amico di Rutelli ^. Possiamo pretendere che sia anche un tipo svelto a capire e ad agire? Non esageriamo.
Si potrebbe osservare che De Franciscis della discarica riaperta a Lo Uttaro avrebbe dovuto conoscere gli aspetti perversi, innanzitutto come primo responsabile dell’amministrazione da cui era partita, sia pure tra altre, la proposta di riaprire la discarica, poi come firmatario del Protocollo d’intesa e come commissario, fino al 10 luglio scorso, del consorzio nella bufera ACSA CE3 che ha gestito l’impianto.
Si potrebbe ricordare che il punto 5 del Protocollo d’intesa dell’11 novembre 2006, che ha permesso la riapertura della discarica, prescriveva: “la Provincia di Caserta si impegna a predisporre, entro il 31 dicembre 2007, un piano provinciale in materia di rifiuti, che preveda, tra l’altro, la compiuta realizzazione dell’impiantistica al servizio della raccolta differenziata tale da garantire il conseguimento dei risultati previsti dalla vigente normativa in materia in ogni comune della provincia”. Si potrebbe chiedere come mai in oltre un anno non sia stato elaborato questo piano che sarebbe stato prezioso per proporre alternative quando è emersa con evidenza la pericolosità della discarica, oltre che per affrontare in generale la sempre più drammatica situazione attuale.
E resterebbe una piccola questione terminologica da chiarire. De Franciscis insiste a dire che l’assenso a Lo Uttaro è stato “un’ assunzione di responsabilità”. Il Comitato Emergenza Rifiuti continua a sostenere che si è trattato di un atto del tutto irresponsabile, se non di un deliberato crimine, come sta accertando la magistratura che ha disposto il sequestro e indaga sul disastro ambientale.
Ma vogliamo sottilizzare sui dettagli? Non si tratterà soltanto – come direbbe Totò – di quisquilie e pinzillacchere?
L’importante è che ora sappiamo che dopo aver compiuto una scelta catastrofica il nostro presidente è perfettamente in grado a distanza di oltre un anno – con molti danni già fatti e con l’incoraggiamento di avvisi di garanzia che gli fischiano intorno – di rivedere un po’ la propria posizione. Ci sentiamo rassicurati. O no?
Archive for 29 novembre 2007
QUISQUILIE E PINZILLACCHERE
Posted by ambienti su novembre 29, 2007
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RAGIONANDOCI
Posted by ambienti su novembre 29, 2007
I rifiuti per la Campania sono un dramma. Questo è fuori di dubbio, lo vediamo tutti. Ma qual è la causa di questo dramma? La causa sono i rifiuti stessi? Certamente no, visto che rifiuti simili a quelli della Campania se ne producono in molti luoghi del mondo civilizzato senza che si scatenino drammi. La colpa è dei cittadini che rifiutano di essere oppressi da concentrazioni di velenose ecoballe o da discariche piazzate al primo fosso che càpita? Di chi è terrorizzato e disperato e si ribella per gli effetti gravi che queste false soluzioni hanno sulla qualità della propria vita quotidiana e sulla propria salute? Certamente no, visto che nessuna popolazione del mondo civilizzato, e probabilmente di buona parte del mondo non civilizzato, sopporterebbe simili angherie senza reagire.
La causa del dramma sta allora sicuramente in una scorretta gestione del ciclo di smaltimeto dei rifiuti, ovvero nei piani della Fibe e del Commissariato. Complice un’ampia fascia della classe dirigente e politica di questa regione e di questo paese.
Da 14 anni si fabbricano finte ecoballe per progetti del tutto sballati e si continuano a riempire fossi pericolosi. Insistere in questi progetti, come per molti versi fa il “nuovo piano” proposto dal commissario delegato Pansa, significa persistere in un comportamento di prepotenza cieca e in qualche caso – come segnalano le indagini della magistratura penale di Santa Maria Capua Vetere su Lo Uttaro – può significare partecipare ad azioni criminali.
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