Evviva Petteruti. Ieri, domenica 30 dicembre, il sindaco di Caserta ha firmato un’ordinanza che vieta la vendita di fuochi d’artificio e giochi pirici di qualsiasi tipo. Vietato anche usare, accendere o utilizzare i fuochi d’artificio, per evitare rischi d’incendi tra i cumuli di rifiuti diffusi nel territorio. Ieri gli incendi di rifiuti nel napoletano hanno richiesto numerosi interventi dei vigili del fuoco.
Qualche volta il nostro sindaco ci piace. Certo ci sarebbe piaciuto di più se ci avesse pensato almeno un giorno prima, in modo da poter rendere più noto ed efficace il provvedimento antibotti.
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CASERTA SENZA BOTTI
Posted by ambienti su dicembre 31, 2007
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SOLO UN RINVIO PER LA STANGATA TARSU
Posted by ambienti su dicembre 31, 2007
di Gerardo D’Amore, di a-margine.org ^
La stangata del’aumento TARSU in Campania non è stata evitata, ma soltanto rinviata al gennaio 2009. Il Consiglio dei Ministri del 28 dicembre scorso, convocato per l’approvazione del decreto cosiddetto “milleproroghe”, ha sciolto un nodo legislativo permettendo di allineare alle altre regioni la Campania, divenuta pattumiera d’Italia, e di impedire aumenti ingiustificati per un servizio di raccolta e smaltimento rifiuti non reso e già pagato a caro prezzo ^.
Al danno delle emergenze avrebbe potuto aggiungersi la beffa dell’aumento della TARSU per effetto dell’art. 7 del decreto Bertolaso, convertito in legge a Luglio 2007, dov’è previsto che la TARSU, in deroga al decreto legislativo 152 del 2006, si trasformi da tassa in tariffa.
«I comuni della Campania” – detta la legge – adottino immediatamente iniziative per assicurare che, a decorrere dal primo gennaio 2008 e per un periodo di cinque anni, ai fini della tassa di smaltimento dei rifiuti solidi urbani, siano applicate misure tariffarie atte a garantire complessivamente la copertura integrale dei costi di gestione del servizio di smaltimento dei rifiuti».
Non più, quindi, coefficienti per stabilire l’importo della TARSU, ma la necessità di applicare tariffe idonee a coprire i costi di gestione del servizio e, al contempo, provvedimenti per i comuni inadempienti.
Le continue emergenze costano tanto ai cittadini e, secondo la norma, avrebbero dovuto essere pagate attraverso la TARSU. Infatti, la Finanziaria prevede, per tutto il territorio nazionale, una proroga delle tariffe per l’imposta sui rifiuti che, però, non riguarda la Campania proprio in virtù della deroga disposta dal decreto Bertolaso.
Nel citato Consiglio dei Ministri si è deciso, altresì, di sostituire Pansa (in scadenza di mandato il 31/12/07) con il suo vicario, il neoprefetto Umberto Cimmino, in carica fino al 30/11/08 con compiti di “gestione”. Dovrà aiutare comuni e regioni ad uscire dall’attuale, infinita, fase di straordinarietà e sarà affiancato da un’altra figura, nominata successivamente da Prodi, che provvederà, invece, a liquidare economicamente la pesante eredità di 14 anni di debiti contratti dai precedenti commissari. I nomi che circolano, al riguardo, sono quelli di Giovanni Corona (dirigente di Palazzo Chigi) o di altra persona esperta in materia contabile (magistrato della Corte dei Conti).
Anziché eliminare, come da più parti richiesto, l’istituto fallimentare del commissariato, si è provveduto a sdoppiarlo (all’insegna della riduzione dei costi della politica).
E attenzione: il raddoppio della TARSU non è stato scongiurato anche perchè tra i poteri del nuovo commissario, successore di Pansa, rientra quello di emettere una nuova ordinanza, in sostituzione del decreto Bertolaso, per adeguare le tariffe agli elevati oneri di smaltimento.
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IL MONDO VISTO DA CARABOTTOLI
Posted by ambienti su dicembre 31, 2007
A Giugliano – Taverna del re ci sono stati i feriti, per Carabottoli di Carinola si è in attesa della perizia idreogeologica che dovrà accertare se la falda d’acqua che c’era a mezzo metro sotto il terreno c’è ancora o se è magicamente sparita per permettere la sistemazione delle ecoballe, a Pignataro Maggiore il presidio contro la discarica sta organizzando per la notte di San Silvestro un’enorme tombolata davanti ad un falò. Per non parlare del rebus di Pianura, Napoli, e del resto della regione.
Com’è il mondo visto dalla parte di chi all’improvviso avverte la minaccia che il suo spazio vitale si trasformi, senza nessuna logica, in un immondezzaio? Dalla parte di chi decide di opporsi alle scelte sconsiderate conseguenti a 14 anni di inettitudine, o peggio, della classe politica? Giulio Finotti aveva aveva già scritto una cronaca da Carabottoli segnalata da Ambienti. Qui proponiamo una nuovo scritto di Finotti e di un altro “antico resistente antidiscarica (Lo Uttaro)”, Pasquale Costagliola (nella foto) , in missione in un territorio che dalle ecoballe sarebbe irrimediabilmente devastato.
Una notte a Carabottoli è un esperienza illuminante per chi vuol capire la condizione del nostro territorio nel contesto dell’emergenza rifiuti e le implicazioni sociali e psicologiche che gli fanno da complemento. La notte del 27 dicembre, in un surreale clima bellico, s’aspettava un attacco in forze della polizia per impadronirsi dell’area presa di mira da Pansa, un luogo in cui scaricare i rifiuti incellofanati. Il tam tam che spande l’allarme fino a Caserta mobilita le coscienze e come “antichi resistenti antidiscarica” abbiamo deciso di portare la nostra solidarietà alla gente di Carinola, di Francolise, di Sant’Andrea al Pizzone.
Siamo arrivati alle due di notte nell’accampamento dei dissidenti, un autentico avamposto di civiltà di fronte all’assalto delle forze distruttive del commissariato di governo. Un vero e proprio campo dei ribelli con tende e fuochi, trattori e camion. Uomini e donne, vecchi e bambini, in attesa nel freddo polare di una notte d’inverno, recitano rosari e cantano novene.
Dal 12 dicembre sono state rizzate tende e fissati avamposti su questo pezzo dell’antico ager stellatus dei romani, una delle terre più fertili della campania felix che rischia di diventare un immensa pattumiera. Carabottoli come Pignataro ospita centinaia di allevamenti di bufale con migliaia di capi al pascolo. Una ricchezza che rischia di sparire affogata dalle balle di Bassolino. Un nuovo colpo alla filiera della zootecnia campana attaccata già dalla diossina, dalla crisi del territorio, dalle malattie del bestiame, dalla concorrenza sleale delle bufale bulgare e dagli interessi degli allevatori della padania.
In un clima di tensione, si aspettano le forze dell’ordine che arrivano da Napoli con blindati e ruspe dell’esercito. Le vedette annunciavano l’arrivo in zona della polizia, che si è puntualmente verificato alle sei del mattino. Uno schieramento di truppe in pieno assetto antisommossa si dipana nell’alba, una formazione militare che si trova sul suo cammino centinaia di macchine messe di traverso sulla statale che porta a Mondragone. Dopo questi ostacoli , messi strategicamente per rompere la formazione, si presenta una massa di popolo inquadrata in un fitto schieramento. Davanti le donne scarmigliate ed imbacuccate con coperte e cappelloni, i figli in braccio ancora mezzo addormentati. Nelle prime file campeggiano una grande croce ed un microfono che diffonde la voce del prete, don Vincenzo, uno dei tanti curati antidiscarica che stanno a fianco delle comunità.
Le due masse si fronteggiano come oramai capita spesso in questi mesi di dolente cronaca per le contrade casertane. Sembra di vedere gli eserciti invasori che nella storia hanno portato lutti e miserie alla nostra terra. Uomini in divisa schierati contro bambini. Il sole comincia a scaldare e le truppe sono ferme per l’ennesima trattativa realizzata grazie a preti e sindaci. Un altro giorno passa a Carabottoli senza l’immondizia, ma il campo è sempre là, tra i mazzoni, con i fuochi accesi che si vedono dalla strada …
Pasquale Costagliola ^ e Giulio Finotti ^
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UN RE NUDO TRA I RIFIUTI
Posted by ambienti su dicembre 31, 2007
Il presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis sta cercando da un po’ di accreditarsi come difensore dei diritti della popolazione oppressa da 14 anni di folle “emergenza rifiuti”. Lo sta facendo in particolare da quando la magistratura penale ha deciso, il 20 novembre scorso, la chiusura della discarica a Lo Uttaro, della quale è stato così chiarito il carattere criminale. Lo sta facendo nei tempi e nei modi sbagliati. Non c’è ancora traccia del piano provinciale per lo smaltimento dei rifiuti che De Franciscis da oltre un anno aveva il compito di predisporre. Né il presidente ha finora ritenuto di fornire, al di là di un opposizione velleitaria, precise indicazioni strategiche alternative ad altri scempi con i quali ora, dall’esterno, si pretende di “risolvere” il problema dei rifiuti in provincia.
Non stiamo dando molto peso ai tentativi di De Franciscis di cambiare le carte in tavola. Si sta coprendo d’ignominia e di ridicolo da solo. Addirittura ha fatto sparire orwellianamente dalla rete un suo “blog del presidente” attraverso il quale lui e alcuni suoi fedelissimi avevano per mesi difeso a spada tratta la scelta infame de Lo Uttaro. Lo ha sostituito con un nuovo blog di personale e diretta propaganda partitica per il quale, d’altronde, ci appare quanto meno scorretto l’indirizzamento dal sito istituzionale, pagato con denaro pubblico, dell’ente Provincia.
Noi qui – chi scrive e chi legge abitualmente – sappiamo benissimo, perché lo dicono documenti pubblici, che senza le scelte di natura ancora oscura compiute all’interno degli uffici della Provincia e senza la firma di De Franciscis la discarica maledetta a Lo Uttaro non sarebbe mai stata riaperta. I mesi di incosciente spensieratezza dei nostri amministratori tra la firma del Protocollo d’intesa e la riapertura materiale – da novembre ad aprile dell’anno che oggi finisce – avrebbero potuto essere utilizzati per trovare soluzioni sensate a un problema che ora si ripresenta in termini molto più drammatici.
Ci stiamo preoccupando in questo periodo di affrontare la questione pratica e immediata dei rifiuti – restando in guardia e segnalando proposte operative – più che di analizzare le responsabilità politiche che hanno reso possibile la catastrofe in corso. Ma c’è ora una lettera aperta a Sandro De Franciscis scritta da Sergio Tanzarella, eminente intellettuale casertano e del nostro Sud, docente di Storia della Chiesa alla Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale a Napoli, già deputato dell’Ulivo. Riteniamo che su questa lettera, che accusa tra l’altro De Franciscis di confondere la Repubblica con una monarchia assoluta e clientelare, valga la pena di riflettere, considerando anche che proviene da un uomo che è stato impegnato, con spirito sempre indipendente, nella stessa area politica di cui ora fa parte De Franciscis.
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LA PROVINCIA? UNA MONARCHIA CLIENTELARE
Posted by ambienti su dicembre 31, 2007
lettera aperta di Sergio Tanzarella
Signor presidente della Provincia di Caserta Alessandro De Franciscis,
ben volentieri mi sarei evitato il compito di scriverLe una lettera pubblica, ma la gravissima condizione in cui Lei e i partiti che Le sono sodali avete posto questa Provincia e la città di Caserta esige una parola di ammonizione e condanna. Una parola che si coniuga ad un tempo con una esigenza che apparirà a Lei e alla Sua concezione della politica come estranea e inusuale: giustizia e questione morale. Giustizia per coloro che sono stati traditi da una politica spietata come la Sua, una politica che ha anteposto il potere e il consenso alla dignità, alla salute e alla felicità degli esseri umani. O la politica si riconosce questo compito prioritario o rischia di accettare ogni mezzo per alimentarsi e autoriprodursi affermando come necessarie quelle presunte “leggi assolute” della politica con le quali si pretende di giustificare ogni male. Le scrivo quindi non per questioni personali ma per la responsabilità civile che dovrebbe impegnare ogni singolo cittadino.
Come se non fosse già grave l’amorale politica attuata in questi anni dal presidente della Regione Bassolino, ogni speranza di trasformazione sociale e partecipazione politica è naufragata miseramente in questi anni della Sua amministrazione provinciale. Le nomine negli Enti gestiti dalla Provincia hanno continuato a seguire le regole del clientelismo come nel passato: incarichi affidati a benemerenze elettorali o a portatori di voti invece di competenze professionali o riconosciuta moralità.
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IL CASSONE VIEN DI NOTTE
Posted by ambienti su dicembre 29, 2007

Durante la notte scorsa un piccolo esercito di 300 persone ha piazzato per tutta Caserta cassoni – qualcuno li ha chiamati megacassonetti – per contenere i rifiuti che ormai formavano montagne in ogni quartiere della città. L’idea sarebbe di “contenere” fino a Capodanno lo straripare dei rifiuti nelle strade, in attesa che venga individuata un’altra soluzione possibile per lo stoccaggio almeno provvisorio. Ma i cassoni, come si vede dalla foto, non risolvono molto, visto che, riempiti i nuovi contenitori, i cumuli restano e sono destinati a crescere nei prossimi giorni. Alcuni luoghi della città si sono trasformati in vere e proprie discariche. I servizi comunali chiamati a intervenire non sanno fare altro che appellarsi all’emergenza.
Nelle sedute del Consiglio Comunale di ieri sera e di stamattina non è stata definita alcuna alternativa alla drammatica situazione. Dopo il fallimento di tutte le ipotesi in zona Lo Uttaro, non si riesce a trovare nell’ampio territorio comunale un’area utilizzabile per lo stoccaggio. I rifiuti hanno formato alti cumuli anche nelle vie del confinante comune di San Nicola La Strada, come in molte parti delle province di Caserta e di Napoli.
Continua la divaricazione tra le strombazzate “decisioni risolutive” sul piano burocratico – cambio del commissario, sdoppiamento delle funzioni – e l’assoluta incapacità di amministratori e governo di trovare sul piano reale soluzioni da attuare rapidamente, come sarebbe necessario, e senza provocare catastrofici “effetti collaterali”. C’è chi le soluzioni ragionevoli le ha proposte ^ , ma purtroppo fino a questo momento non sono neanche state prese in considerazione.
Il neonominato commissario per l’emergenza Umberto Cimmino in un’intervista a Salvo Sapio del Mattino ha dichiarato: “Tutte le soluzioni tecniche sono state avviate dal commissario Pansa, aspettiamo la costruzione del termovalorizzatore di Acerra per dare una svolta a Napoli e in provincia”.
Il nuovo commissario sembra non essere al corrente del fatto che il progetto del termovalorizzatore è tornato in alto mare e difficilmente potrà essere portato a termine entro l’anno prossimo, non certo a causa di qualche corteo degli ambientalisti – che fondatamente contestano l‘ecomostro – ma soprattutto perché l’impianto ha rivelato nel progetto tecnico di costruzione magagne fondamentali a cui non sarà facile rimediare. Figuriamoci che cosa potrebbe accadere se un giorno dovesse cominciare a bruciare rifiuti davvero.
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PANSA LASCIA, L’EMERGENZA RESTA
Posted by ambienti su dicembre 29, 2007
Ieri, venerdì 28, a Roma si è deciso per la situazione rifiuti in Campania. Alessandro Pansa lascia la carica di Commissario straordinario per l’emergenza e torna a fare solo il prefetto di Napoli, compito che comunque prevede qualche responsabilità per la raccolta dei rifiuti in città e in provincia. Il Commissariato però – com’era prevedibile – resta: è stabilito che duri altri 11 mesi, fino al 30 novembre 2008. Il nuovo “commissario gestore” sarà Umberto Cimmino, già viceprefetto vicario a Napoli e assistente di Pansa per i rifiuti. Inoltre fino al dicembre 2008 sono stati bloccati gli aumenti della TARSU in Campania.
In pratica il governo ha deciso di prolungare l’emergenza per quasi un altr’anno. Il che potrebbe essere meno grave se fossero state indicate svolte decisive, tecnologiche e di metodo, per lo smaltimento. Mancando indicazioni in proposito, è invece probabile che tutto continui sulla scia di Pansa e del suo contestato piano. Ovvero con siti per ecoballe e discariche (in questo momento purtroppo inevitabili) scelti a caso dal punto di vista ambientale (come nella catastrofe de Lo Uttaro, come a Carinola, dove c’è l’acqua a 50 cm sottoterra). Sembrano sempre poche le preoccupazioni per il consenso della popolazione sulle scelte e per le devastazioni, nell’immediato e a lungo temine, dei territori interessati.
L’annuncio del decreto con la proroga lo ha dato in una conferenza stampa il ministro dell’interno Giuliano Amato. Il ministro ha anche detto che il commissario gestore ”affiancherà gli enti locali e avrà poteri in parte autorizzativi in parte sostitutivi nei loro confronti”. Questa collaborazione è volta a un ritorno alla “normalità” senza scosse, sempre in vista del piano industriale che per lo smaltimento dei rifiuti regionali prevede l’impiego del megainceneritore in costruzione ad Acerra.
Al commissario gestore verrà affiancato un “commissario liquidatore”, una figura con il compito di gestire la partita finanziaria per la liquidazione di tutte le farraginose e costosissime attività create negli anni dell’emergenza. La cifra spesa ha superato il miliardo e 800 milioni di euro e solo per un call center di “informazione ambientale”, deciso da Antonio Bassolino all’epoca in cui era commissario, sarebbero stati spesi ben 4 miliardi di euro. Come è stato contestato a Bassolino dalla magistratura che – con sentenza ora appellata – lo ha chiamato a risarcire 3 milioni e 200 mila euro. Il nome del commissario liquidatore ieri sera non si sapeva ancora. Verrà indicato dal ministero dell’economia e, secondo indiscrezioni, potrebbe essere quello di un magistrato della Corte dei conti.
Sulla proroga del Commissariato non mancano già le polemiche tra esponenti dell’area di governo.
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PAESI CONTRO
Posted by ambienti su dicembre 29, 2007
A Taverna de Re e a Carabottoli di Carinola sono continuati i presìdi dei cittadini nella giornata di ieri, venerdì. Il TGR RAI, edizione sera, ha minimizzato parlando per Giugliano – Taverna del Re di “tensione”. In realtà c’è stata una vera e propria resistenza. Come ha precisato un comunicato del Presidio Permanente raccontando: “Stamattina, alle ore 13 circa, i manifestanti del Presidio Permanente di Taverna del Re, insieme alla Rete Campana Ambiente e Salute, hanno aggirato il cordone di polizia che presidia la strada di accesso al sito di stoccaggio e hanno raggiunto i cancelli del deposito di Taverna del Re dove hanno cercato di impedire l’accesso dei Tir. La polizia ha caricato due volte i manifestanti: alla prima i cittadini sono riusciti a fermare l’ingresso dei camion, alla seconda le forze dell’ordine hanno arginato i manifestanti e consentito il passaggio degli automezzi, anche se alcuni sono stati costretti a tornare indietro”. Il Presidio è deciso a continuare l’azione di protesta per la gestione del ciclo dei rifiuti – che definisce “scellerata” – ed esprime la piena solidarietà ai manifestanti che stanno lottando contro l’apertura degli altri siti di conferimento.
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LA DOMANDA DA FARSI È: PERCHÉ?
Posted by ambienti su dicembre 28, 2007
di Giuseppe Messina
1° Perché De Franciscis non ha fatto il piano rifiuti per Caserta e pretende lo scioglimento dell’attività commissariale, rivendicando un’autonomia che già aveva ricevuto per incarico specifico l’11 novembre 2006, con la sottoscrizione del protocollo d’intesa, ed oggi la Provincia non è stata pronta neanche a segnalare siti adeguati ove stoccare la monnezza imbustata (ecoballe) e un sito ove realizzare una nuova discarica, visto che in un anno non si è costruito neanche un impianto definitivo?
2° Perché la classe politica, tutta intera, casertana pretende lo scioglimento dell’azione commissariale quando, rispetto a 13 anni fa la situazione che generò il commissariamento (controllo del territorio da parte della camorra, controllo del ciclo dei rifiuti da parte della camorra, presenza massiccia e pervasiva della camorra nella P.A.) non è affatto cambiata ma anzi peggiorata?
3° Con quale legittimazione le amministrazioni locali pretendono lo scioglimento dell’attività commissariale quando:
a) non rispettano neanche le norme minime in materia di rifiuti le cui competenze sono rimaste in testa ai sindaci (raccolta differenziata, isole ecologiche, aree di stoccaggio provvisorie, siti di trasferenza)?
b) l’azione della camorra si è fatta più forte rispetto a 13 anni fa quando il Prefetto Improta requisì tutti gli impianti i smaltimento rifiuti (discariche, attrezzature, ecc.) e promosse la istituzione dei consorzi pubblici, cioè gestiti dai comuni, che sono diventati grazie a quelli che oggi vogliono mandare via il Commissario di Governo luogo di affari, dispendio di risorse pubbliche, luoghi di corruttela e inefficienza?
c) le nostre città presentano un livello di degrado mai registrato ed evidenziano un’ assoluta imcapacità di governare il territorio neanche nelle questioni più urgenti o minime?
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CRONACA DA CARABOTTOLI
Posted by ambienti su dicembre 28, 2007
Davvero una lunga notte a Carabottoli di Carinola, Caserta. Tra attesa, timori, gelo, canti di preghiera, la polizia che arriva all’alba. Giulio Finotti ne ha fatto una vivida cronaca che si può leggere cliccando qui ^.
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RIFIUTI IN PROROGA
Posted by ambienti su dicembre 28, 2007
Ieri un giovedì nero per i rifiuti in Campania. Per l’emergenza a Napoli la CDL occupa il consiglio regionale con tanto di striscioni di protesta. A Giugliano si scontrano polizia e manifestanti mentre continuano ad arrivare ecoballe. Ad Aversa 200 cittadini occupano il consiglio comunale e il sindaco Ciaramella si becca forti contestazioni e dice che a bloccare la vendita di botti di Capodanno, per evitare roghi accidentali dei rifiuti per strada, ci sarebbe stato il pericolo di ritorsioni incendiarie. Ha aggiunto che lui e gli altri sindaci della provincia hanno individuato un sito di proprietà del commissario di governo adatto allo stoccaggio, ma l’ARPAC (Agenzia Regionale Protezione Ambientale Campania) non invia i tecnici per il sopralluogo di legge poiché sono scaduti i contratti e non ci sono tecnici disponibili. Senza sopralluogo non se ne può fare niente.
A Caserta si dovrebbe riaprire il vecchio sito di trasferenza (non la discarica) per depositare “provvisoriamente” i rifiuti e i cittadini sono in allarme: non vogliono i rifiuti per strada, ma non vorrebbero neanche uno strascico lungo chissà quanto della maledizione de Lo Uttaro.
Perché i responsabili delle amministrazioni locali non sanno trovare altre soluzioni? Stanno lì apposta per questo e avrebbero avuto tutto il tempo: una anno, sei mesi, magari un mese. Ma perché sempre questi colpi di mano dell’ultimo minuto, in cui in realtà non si può decidere niente ma solo rifriggere soluzioni vecchie, vale a dire di quelle che ci hanno avvelenati e portati a questo punto? E se gli amministratori non sanno prendere decisioni utili che se ne vadano.
L’invito a togliere mano è arrivato specifico al presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis anche da un parroco, don Pierangelo Marchi di Nostra Signora di Lourdes, nel quartiere Acquaviva tormentato per mesi dalla puzza de Lo Uttaro e ora da montagne di rifiuti. Don Pierangelo ha parlato a Natale, durante la messa di mezzogiorno, ed è stato chiaro: “Non sto attaccando l’uomo, perché non lo conosco personalmente, ma il politico sì: Sandro De Franciscis deve dimettersi perché ci ha preso tutti in giro per un anno intero”. Lo ha riferito ieri un articolo sul Mattino – Caserta ^.
A Pignataro Maggiore e a Carinola, luoghi individuati per una discarica e per uno stoccaggio di ecoballe, in nottata erano attese le ruspe, da una popolazione sul piede di guerra. Secondo una relazione ufficiale dell’ARPAC, l’area di Carabottoli, dove dovrebbero essere piazzate le ecoballe (che sono finte “ecoballe” e che liberano puzza e percolato lo sanno ormai tutti) la falda acquifera è a soli cinquanta centimetri di profondità, il terreno è permeabile. Ed è una zona da dove arrivano, per ora, prodotti alimentari con marchio dop.
Intanto oggi a Roma si dovrebbe decidere per il decreto “milleproroghe” nel quale potrebbero essere inserite disposizioni per fronteggiare la situazione della raccolta dei rifiuti in Campania. Neanche qui mancano le incognite. Si starebbe valutando una proroga per il commissario straordinario per l’emergenza Pansa (o per un successore?), ma fonti governative hanno fatto sapere che ci sarebbero da superare alcuni problemi tecnico-legislativi. Solo quelli?
Per approfondimenti si possono leggere i giornali di oggi, di carta e on line. C’è un ampio articolo di Riccardo Staglianò sul Venerdì di Repubblica, intitolato Campania, l’emergenza rifiuti non passa, anzi peggiora, anche on line con annesso videoreportage ^. Per gli aggiornamenti c’è sempre il link a Lo Uttaro Google News qui ^ o nella colonna a destra in alto.
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IL PIANO DEL CAOS
Posted by ambienti su dicembre 27, 2007
A Giugliano – Taverna del Re hanno ricominciato ad arrivare “ecoballe” la sera del 25. La chiusura promessa e annunciata è durata solo cinque giorni. Sono ripresi i presìdi degli abitanti e le cariche della polizia. La zona è di nuovo militarizzata. Nel pomeriggio di ieri, mercoledì, la gente ha fermato i camion. Dopo una prima carica delle forze dell’ordine i cittadini si sono stesi sotto i Tir impedendone il passaggio. Ad Aversa i manifestanti contro i rifiuti di cui trabocca la città hanno occupato i binari della stazione ferroviaria: “Voi che partite, raccontatelo fuori che situazione c’è qui”, dicevano i dimostranti ai viaggiatori. Poi hanno bloccato una strada di collegamento extracomunale e hanno fatto un sit-in davanti al Municipio.
I comuni della Campania sono pieni di montagne di rifiuti, in particolare nelle province di Napoli e Caserta. Si salvano un po’ solo i centri-vetrina dei capoluoghi. I cittadini si sentono abbandonati completamente dallo stato. I comitati campani si sono dati appuntamento oggi alle 12 a Giugliano.
Tutti si guardano intorno e si allarmano. Si moltiplicano i folli e criminali incendi di rifiuti. Qualcuno non sa ancora che sui luoghi di questi incendi si producono sostanze tossiche con effetti gravi nell’immediato e per decine di anni?
La tv lascia circolare la solita formula: l’emergenza non si è risolta perchè le popolazioni si sono opposte all’allestimento dei nuovi siti di stoccaggio e di discarica. Il che non è vero per almeno due motivi. Uno è che un problema non si risolve provocando catastrofi, come è successo con Lo Uttaro e come si è deciso che avverrà a Carinola, a Pignataro e in tutti gli altri luoghi condannati. Due perché, se anche le soluzioni del Commissariato fossero state accettabili, non ci sarebbero stati i tempi tecnici per allestire i nuovi siti e liberare dall’incubo Taverna del Re.
Altro che piano. Il Commissariato e il governo stanno procedendo a tentoni per una situazione di cui dall’inizio dell’estate era facile prevedere i termini quasi precisi. Il mago commissario-prefetto Alessandro Pansa ha fatto fiasco, com’era inevitabile che avvenisse se si voleva mantenere una logica che da 14 anni gira a vuoto, che non porta da nessuna parte se non a un crescente caos di fetenzia.
Il piano Pansa – con la retorica dei suoi proclami e del sistema di obiezioni e “condivisione” – resta solo un malloppo di carta preparato probabilmente per provare a sventare la minaccia delle sanzioni europee. Non è stata data alcuna risposta alla principale controproposta che espone una soluzione reale. Il progetto – partito dalle Assise di Palazzo Marigliano a Napoli e dal Comitato Emergenza Rifiuti casertano ^, sulla base di uno studio e delle precise indicazioni tecniche del professor Giovan Battista de’ Medici, idrogeologo dell’università Federico II – continua a non avere alcun riscontro. Alla vigilia di Natale è stato consegnato anche al ministro Pecoraro Scanio ^. Ci sono fondati motivi per non prendere in considerazione questo progetto? Allora diteceli. Le Assise di Napoli hanno anche realizzato una pubblicazione che prova a spiegare articolatamente perché la cosiddetta emergenza rfiuti è diventata una storìa infinita ^.
Intanto si rincorrono voci bizzarre. Si è parlato di intervento di militari spazzini e di aree militari da utilizzare per lo stoccaggio, sempre “provvisorio”. Per ora sembrano diversivi di poca consistenza.
I sindaci sono stati invitati a individuare siti per collocare i rifiuti nei loro territori. A Maddaloni il consiglio comunale, convocato in seduta straordinaria il 25 dicembre, ha deciso di creare un nuovo stoccaggio per i rifiuti urbani nei pressi dell’interporto. Anche qui i cittadini protestano ^. A Maddaloni ancora sono in autocombustione i rifiuti del Foro Boario sotto lo strato di terra che ci è stato piazzato per frenare i fumi ma non certo con un effetto di risolutiva bonifica. La discarica a Lo Uttaro chiusa e in attesa di bonifica continua a fare scorrere percolato chimicamente arricchito con rifiuti speciali e pericolosi, il Foro Boario emette diossina. Sono questi gli impianti modello con cui il Commissariato intende risolvere il problema? E’ sempre più evidende che di questo Commissariato sono sbagliati il concetto, la struttura organizzativa, la responsabilità politica governativa dell’averlo tenuto in piedi. Per giunta tuttora non è chiaro se il Commissariato chiuderà, se sarà sdoppiato, se Pansa manterrà l’incarico o arriverà qualcun altro. È stato fatto persino il nome di Pecoraro Scanio.
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FINESTRA SU LO UTTARO 24/12/2007
Posted by ambienti su dicembre 24, 2007
Ci avevano promesso le bonifiche delle schifezze collaterali (alla discarica) in area Lo Uttaro, Caserta. Avevano persino cominciato a lavoricchiare. Ma potevano lasciarci per Natale senza il panettone ^ ? Eccolo sempre lì, nessuno ha avuto il coraggio di aprirlo. E resiste trionfante pure il sito di trasferenza. Sono solo scomparsi i rifiuti della collinetta dietro il depuratore. Le notizie di stampa dicono, però, che il Comune, sfumata la possibilità di utilizzare il deposito dei camion della SACE per stoccare i rifiuti, avrebbe chiesto al commissario straordinario di poter utilizzare il sito di trasferenza per stoccare “PROVVISORIAMENTE” i rifiuti oggi giacenti in strada a Caserta. Sarebbero oltre 300 tonnellate.
Nel frattempo il Foro Boario di Maddaloni ^ non fuma più perché è stato coperto da uno strato di qualche metro di terra. Probabilmente la presenza della terra impedisce all’ossigeno di penetrare e quindi rende impossibile il processo di combustione. Chissa quanto tempo durerà. La pioggia e il vento porteranno via la terra e il foro ricomincerà a fumare.
Sopralluogo e foto di The Boss
clicca su un’anteprima per vedere le foto ingrandite ^
Per vedere anche i sopralluoghi precedenti clicca la categoria Finestra su Lo Uttaro ^
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FUORI DAL VASO
Posted by ambienti su dicembre 21, 2007
Logica vorrebbe, dopo quello che è successo, che dell’area Lo Uttaro a Caserta chi si occupa di sversamento di rifiuti dimenticasse la via per arrivarci. S’era aperta criminosamente lì una discarica che ha appestato per mesi l’intera città e i comuni vicini, c’è stata una sentenza della magistratura civile che ha riconosciuto la grave pericolosità dell’impianto, la magistratura penale ha deciso un sequestro e ha inviato 12 avvisi di garanzia, poco distanti dalla discarica ci sono un sito di trasferenza e uno di stoccaggio che dovrebbero d’urgenza essere bonificati. Lo Uttaro è un una bomba ecologica, è una catastrofe ancora in corso. Finché non avverranno tutte le bonifiche sarà fortissimo il rischio che sostanze tossiche continuino a inquinare aria, terra e acqua. Ci sarebbero, insomma, tutti gli elementi per erigere intorno alla zona un bel reticolato e tanti cartellli con su scritto “Vietato l’ingresso – Rischio di contaminazione”.
E invece succede che il sindaco Nicodemo Petteruti decida, un po’ distrattamente, che se da qualche parte bisogna organizzare un deposito “temporaneo” di rifiuti sia a Lo Uttaro o a pochi metri di distanza. Per la precisione nell’autoparco della società SACE, che attualmente gestisce “in proroga” il servizio di raccolta. L’autoparco, per giunta, era stato già sequestrato qualche mese fa dai carabinieri perché veniva già utilizzato come sito di trasferenza, ovvero come deposito di rifiuti, senza averne i requisiti.
A parte la bizzarria e la probabilissima illegalità della scelta, che certo se attuata aggraverebbe la situazione sanitaria per l’area Lo Uttaro e gli immediati disagi per chi abita a pochi passi dall’autoparco – in particolare per i cittadini di San Nicola La Strada e del quartiere Acquaviva di Caserta – c’è da considerare che, se la logica funziona così male, tutto si può temere. Domani un commissario, per esempio, potrebbe avere bisogno di ospitare comitive di turisti in una Napoli ripulita, e allora perché non ricorrere a quell’area di Caserta che ha così maledettamente fatto comodo? Si sa che quando i signori dela spazzatura hanno fretta di farla fuori dal vaso – vale a dire si accorgono di non aver saputo risolvere razionalmente e per tempo il problema di dove “svasare” la monnezza – si sentono autorizzati ad agire in deroga a ogni legge e a ogni indispensabile criterio di tutela dei cittadini. Purtroppo non sarebbe la prima volta.
Qui di seguito c’è una segnalazione al Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri sulle attività nell’autoparco.
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GIRA E RIGIRA
Posted by ambienti su dicembre 21, 2007
I rifiuti di Caserta devono essere acumulati sulla via Appia nell’autoparco della SACE, che qualche mese fa è stato già sottoposto a un sequestro dai carabinieri dei NOE, che si trova a pochi passi dalle case di San Nicola La Strada e che è in prossimità della maledetta discarica illegale ora chiusa. Così ha deciso il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti.
Ora lo sversamento dovrà avvenire dentro enormi cassoni, simili a quelli che il sindaco di San Nicola Angelo Pascarielo ha fatto piazzare dietro il cimitero comunale.
È una soluzione pericolosa, questa dell’autoparco-.pattumiera, in cui non si scorgono né una logica né un progetto. Il Comitato Emergenza Rifiuti è di nuovo in mobilitazione.
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COLLUSIONE FATALE
Posted by ambienti su dicembre 20, 2007
La discarica a Lo Uttaro è una catastrofe in cui si configurano svariati reati e chi ha collaborato a provocarla è colluso, anche se eventualmente solo per “inefficienza”. Ora lo dice anche una relazione, approvata ieri, della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ^ presieduta dal senatore Roberto Barbieri, il quale era stato peraltro informato dai comitati locali, già nello scorso maggio, della situazione a Caserta e dei suoi gravi effetti per la salute e per la democrazia ^.
Nel documento approvato ieri dalla Commissione si legge di «inefficienza collusiva sulla vicenda de Lo Uttaro, che conferma il giudizio incondizionatamente negativo sull’apparato commissariale, tanto da contribuire a radicare nei cittadini una percezione di sostanziale inaffidabilità». Come riferito in un articolo di Lorenzo Calò sul Mattino-Caserta di oggi ^, la relazione rileva anche che «la circostanza che l’autorità giudiziaria abbia, sulla base degli stessi atti giacenti presso gli uffici del commissariato, ricostruito e accertato l’inadeguatezza ambientale del sito, è sintomo desolante quanto equivoco dell’incapacità della struttura commissariale di leggere le proprie stesse carte».
Così avevamo ragione quando scrivevamo che «Se fosse stato un privato cittadino a trasgredire tutte le norme che a Lo Uttaro sono state violate, in danno dell’ambiente e della salute pubblica, probabilmente sarebbe stato già arrestato» ^. Il brutto ora è che a Napoli c’è chi continua a organizzare balletti e deliranti esortazioni al commissario Pansa a usare “il pugno di ferro” contro le popolazioni ribelli che non vogliono essere condannate alla devastazione del proprio territorio, ad ammalarsi e a morire di rifiuti. A Pignataro e a Carinola sarebbero altre catastrofi per l’ambiente, per l’economia, per la salute pubblica. Ieri lo ha ribadito con molti buoni argomenti non un qualunque “cafone ribelle” abitante di quei luoghi condannati, ma il professore Corrado Buondonno, docente alla facoltà di Agraria della Federico II e tra i fondatori della facoltà di Scienze Ambientali. Come si può leggere in un’intervista rilasciata dal professor Buondonno a Fabrizio Geremicca e apparsa sul Corriere del Mezzogiorno ^.
La lezione de Lo Uttaro sembra che finora sia servita poco. E si ignora ogni ragionevole alternativa. Che blocco di interessi e di follia c’è dietro questi comportamenti?
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