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Blog di Resistenza Ambientale

SE LA DIFFERENZIATA NON CE L’HAI

Posted by ambienti su dicembre 5, 2007

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Cassoni per i rifiuti dietro il cimitero a San Nicola La Strada

Antonio Roano, del Comitato Emergenza Rifiuti, espone il problema della raccolta rifiuti a San Nicola La Strada e delinea una soluzione

Il convegno sull’emergenza rifiuti tenuto lunedì scorso a San Nicola la Strada ^ – a cui hanno partecipato esponenti delle associazioni ambientaliste e del Comitato – ha messo in luce lo stato di completo degrado ambientale in cui versa il nostro territorio. Degrado dovuto non solo alla pur gravissima e vergognosa vicenda Lo Uttaro.
L’inefficienza della raccolta differenziata a San Nicola ha causato l’abbandono del sistema da parte di molti, perché hanno visto che i camion durante le operazioni di prelievo mescolano di nuovo tutto. Ma non dobbiamo commettere questo errore, non ci possiamo consentire. come cittadini, di lasciare nessun alibi ai nostri amministratori. Dobbiamo dimostrare loro che se le cose non funzionano la colpa sta solo nell’incapacità di governo della cosa pubblica.
Il servizio di raccolta e di spezzamento è di competenza della ditta Jacta Iacorossi, che lo ha avuto in affidamento dall’Unione di Comuni Calatia, ente costituito apposta per gestire il servizio per San Nicola, Maddaloni e San Marco. L’ente si è rivelato l’ennesimo inutile carrozzone clientelare con inevitabili ulteriori costi a carico dei contribuenti.
Dai dati di Legambiente sui comuni ricicloni, si rileva che il comune di Pontecagnano Faiano, in provincia di Salerno, 23.000 abitanti come San Nicola, dal 2004 ha iniziato la raccolta con il sistema porta a porta giungendo nel 2006 ad una percentuale di Raccolta Differenziata che supera il 55%. Eppure si trova in Campania, nella stessa Regione ove tutti si lamentano dell’emergenza rifiuti e dei cumuli maleodoranti e putrescenti per strada.
Ricordo che a San Nicola nelle due amministrazioni Pascariello, e fino al giugno scorso, sono state lanciate diverse campagne per la raccolta differenziata, tutte con un errore di fondo: non prevedevano la raccolta dei rifiuti porta a porta. In contrasto con quanto indicato dalle associazioni ambientaliste che, di loro iniziativa, hanno sempre offerto collaborazione per lo sviluppo di un processo corretto, senza mai essere state prese in considerazione.
Eppure, in un incontro del giugno scorso, il dirigente della Jacta Iacorossi, aveva dichiarato, ad una mia precisa domanda, che l’umido sarebbe stato conferito ad un impianto calabrese e che le associazioni e i comitati avrebbero avuto accesso a report periodici per poter verificare l’andamento positivo del servizio.
Il risultato di scelte sbagliate è sotto gli occhi di tutti, con cassoni depositati dietro il cimitero a tutt’oggi ricolmi di rifiuti. L’amministrazione, nel frattempo, paga un ulteriore onere, sempre a carico dei contribuenti in quanto, come dichiarato dal sindaco, per la situazione di emergenza è possibile portare in discarica solo 70 kg di rifiuti ogni 100 kg prodotti. Il conto dell’inefficienza è presto fatto: con una raccolta differenziata porta a porta, solo per l’umido si sarebbe scalato un peso del 45%, portando così a 55 il quantitativo da conferire, avendo quindi a disposizione per un ulteriore conferimento addirittura un margine di altri 15 kg.
Sollecitiamo l’amministrazione a non nascondersi dietro un dito e a riorganizzare il servizio utilizzando il metodo appropriato. Si otterrebbe così uno sconto sull’iniquo balzello della TIA che l’amministrazione sannicolese ha adottato fin da quest’anno, in anticipo rispetto agli altri comuni, caricando sui bilanci delle famiglie un incremento del 130% del costo per la raccolta dei rifiuti. È necessario anche individuare finalmente il suolo ove ubicare l’isola ecologica, inevitabile per la raccolta almeno dei rifiuti ingombranti; è da un anno che l’amministrazione sta effettuando la ricerca.
Il Comitato Emergenza Rifiuti è disponibile, come sempre, a un confronto costruttivo con l’amministrazione, i partiti e le associazioni, nella prospettiva di giungere finalmente a un servizio degno di una città europea del XXI secolo. Dobbiamo lasciarci alle spalle una situazione che, invece di farci conoscere nel mondo per la nostra storia e le nostre tradizioni, ci provoca gravi danni alla salute e ci fa additare da tutti come esempio di inefficienza e di arretratezza culturale e sociale.

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