COLLUSIONE FATALE
Posted by ambienti su dicembre 20, 2007
La discarica a Lo Uttaro è una catastrofe in cui si configurano svariati reati e chi ha collaborato a provocarla è colluso, anche se eventualmente solo per “inefficienza”. Ora lo dice anche una relazione, approvata ieri, della Commissione bicamerale d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti ^ presieduta dal senatore Roberto Barbieri, il quale era stato peraltro informato dai comitati locali, già nello scorso maggio, della situazione a Caserta e dei suoi gravi effetti per la salute e per la democrazia ^.
Nel documento approvato ieri dalla Commissione si legge di «inefficienza collusiva sulla vicenda de Lo Uttaro, che conferma il giudizio incondizionatamente negativo sull’apparato commissariale, tanto da contribuire a radicare nei cittadini una percezione di sostanziale inaffidabilità». Come riferito in un articolo di Lorenzo Calò sul Mattino-Caserta di oggi ^, la relazione rileva anche che «la circostanza che l’autorità giudiziaria abbia, sulla base degli stessi atti giacenti presso gli uffici del commissariato, ricostruito e accertato l’inadeguatezza ambientale del sito, è sintomo desolante quanto equivoco dell’incapacità della struttura commissariale di leggere le proprie stesse carte».
Così avevamo ragione quando scrivevamo che «Se fosse stato un privato cittadino a trasgredire tutte le norme che a Lo Uttaro sono state violate, in danno dell’ambiente e della salute pubblica, probabilmente sarebbe stato già arrestato» ^. Il brutto ora è che a Napoli c’è chi continua a organizzare balletti e deliranti esortazioni al commissario Pansa a usare “il pugno di ferro” contro le popolazioni ribelli che non vogliono essere condannate alla devastazione del proprio territorio, ad ammalarsi e a morire di rifiuti. A Pignataro e a Carinola sarebbero altre catastrofi per l’ambiente, per l’economia, per la salute pubblica. Ieri lo ha ribadito con molti buoni argomenti non un qualunque “cafone ribelle” abitante di quei luoghi condannati, ma il professore Corrado Buondonno, docente alla facoltà di Agraria della Federico II e tra i fondatori della facoltà di Scienze Ambientali. Come si può leggere in un’intervista rilasciata dal professor Buondonno a Fabrizio Geremicca e apparsa sul Corriere del Mezzogiorno ^.
La lezione de Lo Uttaro sembra che finora sia servita poco. E si ignora ogni ragionevole alternativa. Che blocco di interessi e di follia c’è dietro questi comportamenti?
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