IL CASSONE VIEN DI NOTTE
Posted by ambienti su dicembre 29, 2007

Durante la notte scorsa un piccolo esercito di 300 persone ha piazzato per tutta Caserta cassoni – qualcuno li ha chiamati megacassonetti – per contenere i rifiuti che ormai formavano montagne in ogni quartiere della città. L’idea sarebbe di “contenere” fino a Capodanno lo straripare dei rifiuti nelle strade, in attesa che venga individuata un’altra soluzione possibile per lo stoccaggio almeno provvisorio. Ma i cassoni, come si vede dalla foto, non risolvono molto, visto che, riempiti i nuovi contenitori, i cumuli restano e sono destinati a crescere nei prossimi giorni. Alcuni luoghi della città si sono trasformati in vere e proprie discariche. I servizi comunali chiamati a intervenire non sanno fare altro che appellarsi all’emergenza.
Nelle sedute del Consiglio Comunale di ieri sera e di stamattina non è stata definita alcuna alternativa alla drammatica situazione. Dopo il fallimento di tutte le ipotesi in zona Lo Uttaro, non si riesce a trovare nell’ampio territorio comunale un’area utilizzabile per lo stoccaggio. I rifiuti hanno formato alti cumuli anche nelle vie del confinante comune di San Nicola La Strada, come in molte parti delle province di Caserta e di Napoli.
Continua la divaricazione tra le strombazzate “decisioni risolutive” sul piano burocratico – cambio del commissario, sdoppiamento delle funzioni – e l’assoluta incapacità di amministratori e governo di trovare sul piano reale soluzioni da attuare rapidamente, come sarebbe necessario, e senza provocare catastrofici “effetti collaterali”. C’è chi le soluzioni ragionevoli le ha proposte ^ , ma purtroppo fino a questo momento non sono neanche state prese in considerazione.
Il neonominato commissario per l’emergenza Umberto Cimmino in un’intervista a Salvo Sapio del Mattino ha dichiarato: “Tutte le soluzioni tecniche sono state avviate dal commissario Pansa, aspettiamo la costruzione del termovalorizzatore di Acerra per dare una svolta a Napoli e in provincia”.
Il nuovo commissario sembra non essere al corrente del fatto che il progetto del termovalorizzatore è tornato in alto mare e difficilmente potrà essere portato a termine entro l’anno prossimo, non certo a causa di qualche corteo degli ambientalisti – che fondatamente contestano l‘ecomostro – ma soprattutto perché l’impianto ha rivelato nel progetto tecnico di costruzione magagne fondamentali a cui non sarà facile rimediare. Figuriamoci che cosa potrebbe accadere se un giorno dovesse cominciare a bruciare rifiuti davvero.
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