Una nota di Palazzo Chigi ha fatto sapere poco fa che il quasi del tutto ex presidente del Consiglio, “al fine di assicurare la rapida conclusione dello stato di emergenza nel settore dei rifiuti in Campania”, ha firmato l’ordinanza che garantisce le agevolazioni tariffarie per la vendita dell’energia elettrica, Cip 6. In questo modo, spiega la nota, sarà possibile procedere più rapidamente alle realizzazione degli impianti di termodistruzione o di gassificazione che saranno realizzati nei territori dei comuni di Acerra, di Santa Maria La Fossa e nella provincia di Salerno.
E allora può venire addirittura il sospetto che qualcuno la crisi dei rifiuti l’abbia voluta apposta per arrivare a questo, per accontentare la lobby degli inceneritori. Ma con la normativa europea, che non prevede più contributi, come la mettiamo? Sarà un contenzioso che andrà ad aggiungersi a quello già grave per i rifiuti campani. Prodi si vuol vendicare di qualcosa facendoci ora espellere dall’Europa in cui si è vantato di averci condotto? Ed è comunque discutibile che un premier decida un provvedimento di questo rilievo quando è stato già costretto a fare la valigia. Con la sua mossa Prodi ha deciso d’arbitrio un futuro molto lungo di una regione e di un paese.
Un motivo molto probabile dell’assenza di concorrenti interessanti al completamento e alla gestione del termodistruttore di Acerra sta nel fatto che senza l’artificio dei contributi pubblici – vale a dire li paghiamo tutti – non è conveniente incenerire i rifiuti. Sono più convenienti il riciclo dopo la differenziazione e il trattamento meccanico-biologico, che per giunta non provocano catastrofi nell’ambiente. Ma in Italia continuano a trionfare gli inceneritori che garantiscono profitti sicuri grazie al Cip 6 caricato ai cittadini sulla bolletta elettrica. Ci avvelenano e dobbiamo anche pagare.
Un articolo su La Nuova Ecologia
con i commenti di Legambiente e del senatore Tommaso Sodano ^