AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

Archive for 6 gennaio 2008

RIFIUTI ALLA UCAR, NUOVO DISASTRO ANNUNCIATO

Posted by ambienti su gennaio 6, 2008

PUBBLICITA'E POI NON DITE CHE NON VE LO AVEVAMO DETTO

Gli amministratori comunali hanno nostalgia de Lo Uttaro
e ci riprovano in un’area di rifiuti industriali sotto sequestro

Al cancello della ex Ucar Carbon, zona Saint Gobain, appena dietro i nuovi uffici della Provincia e lo splendido Crowne Plaza, a pochi passi dal Parco La Selva e da un nuovo quartiere di San Nicola La Strada, c’è stato ieri, sabato, un gran viavai di automezzi. Lì si starebbe attrezzando un capannone abbandonato a sito di stoccaggio provvisorio per i rifiuti che attualmente invadono Caserta con e senza “scarrabili”.
Alla notizia non volevamo crederci. Perché andare a creare un deposito di rifiuti proprio accanto ai quartieri che più hanno sofferto per i crimini ambientali de Lo Uttaro? È una vendetta per chi ha avuto più ragione a protestare? È uno sfregio? Già i residenti avevano avuto sentore che intorno alle loro case qualcosa non quadrasse: lì c’è, lato Caserta, la massima concentrazione di “scarrabili” – ce ne sono persino 5 sull’angolo della scuola elementare – che si sono trasformati, com’era prevedibile, in inviti alla discarica anche per “passanti” che giungono in auto (qualcuno addirittura in camion) da altri quartieri o da altri comuni. In pratica, com’è stato denunciato dettagliatamente agli uffici comunali da numerosi cittadini, lì si sono create discariche a cielo aperto già troppo grandi per poter stare sotto i balconi della gente. Per chi abita lì si stanno rinnovando le sofferenze olfattive e le serie preoccupazioni dei lunghi e allucinanti mesi estivi, quando la Grande Puzza della discarica illegale procurava nausea e vomito persino dentro casa e a finestre chiuse.
Sarebbe stato logico escludere la zona da altri programmi di possibile avvelenamento. Non perché il tormento toccherebbe ora a qualcun altro – infamie come quelle de Lo Uttaro non dovrebbe subirle nessuno – ma perché si sa già con matematica certezza quanto gravi possono essere gli effetti di un deposito di rifiuti messo lì, dove per giunta si sta costruendo un Policlinico.
Invece sembra che lo stoccaggio nel capannone Ucar sia davvero in allestimento. Lo ha confermato l’assessore comunale all’ecologia Luigi Del Rosso al quotidiano on line Caserta c’è ^ . Un articolo di Gianluigi Guarino – che ci informa anche su altre ipotesi di stoccaggi e di discariche – riporta tra virgolette dichiarazioni di Del Rosso. Parole improntate a un’operosa frenesia che avremmo preferito vedere dedicata a una causa migliore. Perché lì uno stoccaggio di rifiuti non si può proprio fare. Neanche uno piccolo piccolo, di sole “2 mila, 2 mila 500 tonnellate”, come cerca di far intendere Del Rosso, nel tentativo di indorare la nuova supposta per gli abitanti dei paraggi. E ci stupiremmo moltissimo se l’ARPAC e la ASL dessero pareri favorevoli, anzi già ci stupiamo che abbiano accettato di prendere seriamente in considerazione l’ipotesi e non abbiano invece subito liquidato il Comune rispondendo, come minimo, “Ma volete scherzare?”.
Lo stoccaggio non si può fare non solo per i già indicati motivi di opportunità. Non solo perché in questa situazione sappiamo benissimo che il “piccolo e provvisorio” può agevolmente trasformarsi in gigantesco e perenne, e non sembra sensato piazzare un simile rischio di nuovo a due passi dalle case. Ma soprattutto perché l’area Ucar è già fortemente compromessa dal punto di vista ambientale, con consistenti conseguenze giudiziarie, e permettere lì dentro un movimento continuo di nuovi rifiuti potrebbe facilmente avere effetti gravi per più versi.
Dentro il recinto della Ucar, a una ventina di metri dal capannone candidato a stoccaggio, c’è già una gran bella discarica di rifiuti industriali, non si sa con precisione quanto pericolosi, molto probabilmente provenienti dalla passata attività della Ucar, sottoposti a sequestro giudiziario. Abbiamo usato l’avverbio “probabilmente” perché per quei rifiuti è in corso una “caratterizzazione” – significa esami per stabilirne l’esatta natura e pericolosità – per poi procedere alla messa in sicurezza e alla bonifica.
È il caso di andare a sfruculiare l’Ucar rischiando di mischiare, sotto l’assedio drammatico dei rifiuti urbani, materiali, responsabilità e carte (di perizie ambientali, di conti per la costosa bonifica che chissà poi chi li pagherà ecc.)? E rischiando di produrre un’altra complicata e imprevedibile bomba ecologica che sarebbe sempre più difficile disinnescare?

post collegati

CORNETTI COMUNALI ^  AMMINISTRATORI CHE DORMITE E AVVELENATE (Petizione) ^

UNA SCELTA PERICOLOSA (lettera Amendolara) ^  AGGIORNAMENTO STOCCAGGIO ALLA UCAR ^

GLIELA FANNO SOTTO IL NASO (mappa) ^  EX UCAR, UN’ORDINANZA PIUTTOSTO DISORDINANTE ^

CASSONI E CAPANNONE CHE OSSESSIONE ^  A PORTE APERTE? ^

RIFIUTI A VAPORE ^

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I FUORILEGGE DELLA RICOMPOSIZIONE

Posted by ambienti su gennaio 6, 2008

Ultimamente sta circolando molto l’ipotesi di utilizzare le micidiali ecoballe per la ricomposizione morfologica delle cave. Che strano. La legge, nel nostro caso il Testo Coordinato Normativo di attuazione del Piano Regionale Attività Estrattive della Campania ^, sembra fermamente escludere una simile possibilità, come in genere la possibilità di trasformare le cave in discariche. All’articolo 61 recita chiaramente:

All’interno dei siti estrattivi è vietata la realizzazione di discariche di rifiuti, ivi compresa discariche di II categoria tipo A per rifiuti inerti.

Un motivo dovrà pur esserci. Ora bisognerà rifare la legge o trovare l’inganno?

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A NOI LA LIBERTÀ

Posted by ambienti su gennaio 6, 2008

DA ARTICOLO 21, quotidiano on line per la libertà di informazione e di espressione. È lo strumento i comunicazione di un’associazione di giornalisti, scrittori, registi, musicisti, giuristi impegnati a difendere i migliori valori civili delle loro professioni, a cominciare dalla libertà di manifestazione del pensiero sancita dall’articolo 21 della nostra Costituzione. L’associazione ha sedi in diverse città italiane e la sua newsletter, che ha 29mila iscritti, è una delle principali fonti italiane sui temi dell’informazione. Non è un caso se le proposte del professor de’ Medici per risolvere la cosiddetta “emergenza rifiuti” in Campania spuntano in un editoriale di Articolo 21, a firma di de Notaris. Ora speriamo che se ne accorgano gli “altri”. Anche la “guida” di Patton è da leggere.

EMERGENZA RIFIUTI
Guida minima all’immondizia
di Patton
ECOBALLE Le ziggurat dell’età contemporanea. Poca eco e molte balle. Dovevano essere la risposta tecnolessicale all’invasione dell’immondizia. Ma le hanno fatte male, sono milioni e non potranno mai essere bruciate. Visibili da Marte con un cannocchiale di modesta fattura. TERMOVALORIZZATORI Parola elegante che indica i bruciatori. Sono quelli nei quali si dovevano appunto bruciare le ecoballe, ma hanno fatto prima i combustibili, i motori se li sono dimenticati. (segue…)

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