AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

Archive for 14 gennaio 2008

LA PUZZA COLPISCE ANCORA

Posted by ambienti su gennaio 14, 2008

Un po’ di spazzatura a Caserta città è sparita dalle strade, ma i cumuli si stanno riformando. Più grave la situazione nella maggior parte dei comuni vicini. I cittadini di San Nicola La Strada sono sommersi dai rifiuti e temono le peggiori conseguenze sanitarie. Ora i sannicolesi, come gli abitanti dei quartieri sud di Caserta, hanno ricominciato ad essere tormentati dalla puzza in arrivo da Lo Uttaro, in aggiunta ai danni della “scatoletta” ex Ucar ricevuta in omaggio dal sindaco del capoluogo Nicodemo Petteruti ^ . Visto che la soluzione era del tutto inadeguata e si è tornati a Lo Uttaro, dopo pochi giorni appare chiaro che il principale effetto della trovata del capannone ex Ucar è stato quello di accostare il fronte dei depositi di rifiuti alle case. “Alla prossima ce la porteranno proprio dentro le nostre stanze?” ha chiesto al nostro inviato The Boss un residente. E un sannicolese ha aggiunto: “Non basta che già le discariche le abbiamo davanti alle finestre?”.
Da sabato scorso al sito di trasferenza a Lo Uttaro si è ripreso a sversare. Entrano automezzi dell’esercito carichi di spazzatura. Come si vede nella foto, scattata stamattina, dietro il depuratore si sta formando una nuova montagna di rifiuti indifferenziati. Riteniamo che il Commissario De Gennaro abbia utilizzato i propri poteri per disporre sversamenti anche in questo sito che era stato sottoposto a sequestro giudiziario. Attenzione: non è la discarica, ma l’adiacente sito di trasferenza. La discarica è stata posta sotto sequestro dalla magistratura penale perché contiene rifiuti pericolsi e avvelena la falda d’acqua, inoltre è piena. La minaccia alla salute lì è stata ritenuta molto più grave
Sopralluogo e foto di The Boss

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Cresce una nuova montagna di rifiuti a Lo Uttaro. Clicca per ingrandire.

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QUESTA GIUSTIFICA È FASULLA

Posted by ambienti su gennaio 14, 2008

stufentig.jpgStamattina a Caserta gli studenti delle scuole superiori hanno manifestato contro la situazione rifiuti. Il presidente della Provincia Sandro De Franciscis ha ricevuto una delegazione per ripetere anche a loro che lui non c’entra niente e che è tutta colpa del Commissariato. Agli studenti De Franciscis si è guardato bene dallo spiegare perché non aveva fatto i compiti, ovvero perché non ha preparato il piano provinciale per i rifiuti che gli era stata assegnato oltre un anno fa con il Protocollo d’Intesa firmato l’11 novembre 2006. Comunque i ragazzi non si sono fatti incantare troppo e sembrano intenzionati a bocciarlo.

Vedi post con foto nel blog di Virgilio Falco ^ e altre notizie e aggiornamenti nel blog di Pier Gaetano Fulco ^

Se qualche studente vuole raccontare qui più in dettaglio com’è andata la faccenda o aggiungere osservazioni e link pertinenti può usare i commenti o scrivere ad AMBIENTIMAIL^ .

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UNA FIBE PICCINA PICCIÒ

Posted by ambienti su gennaio 14, 2008

UN TERMODISTRUTTORE A CASERTA?
I COMITATI D’AFFARI CI RIPROVANO
E IL SINDACO PETTERUTI APPROVA

Un pericolo subdolo in questa fase estrema del caos rifiuti in Campania è che qualcuno ne approfitti per tentare, in nome della svolta salvifica, ulteriori colpi di mano affaristici poco preoccupati del dramma che stanno vivendo i cittadini, un dramma considerato così soprattutto un’opportunità per spregiudicate operazioni imprenditoriali volte a spremere tutto il profitto possibile dall’oro-monnezza. Si direbbe proprio questo il caso del rilancio della proposta di un termodistruttore* nel territorio comunale casertano di cui si era già parlato circa sei mesi fa ^ . Lo sponsor politico sarebbe – a quanto ne ha scritto ieri Lorenzo Calò sul Mattino ^ – il sindaco Nicodemo Petteruti le cui imprese di monnezza vanno dalla partecipazione entusiastica alla discarica illegale e pericolosa a Lo Uttaro (lui ovviamente non sapeva, benché avesse disponibile tutta la documentazione) fino al nuovo pasticcio in “scatoletta” all’ex Ucar ^.
Progettare un termodistruttore in territorio comunale a Caserta è un’idea ingiustificabile, indipendentemente dalle convinzioni che si abbiano sull’opportunità di considerare oggi i termodistruttori una buona soluzione per lo smaltimento dei rifiuti. Già è largamente condivisa la valutazione – si sia pro o contro l’incenerimento dei rifiuti – che il termodistruttore di Acerra, a pochi chilometri da Caserta, sarà sovradimensionato per le esigenze della regione, tanto più se si avvieranno massicciamente la raccolta differenziata e il riciclaggio, in accordo con le logiche ormai prevalenti in Europa e negli USA e come sempre più imperiosamente prescrivono le leggi italiane. Per giunta è previsto dalla recente ordinanza del governo ^ sui rifiuti in Campania un’accelerazione dei tempi per il termodistruttore a Santa Maria la Fossa, che anch’esso sbufferà diossine e nanopolveri verso Caserta.
Noi qui riteniamo che – soprattutto considerando le nuove tecnologie possibili (un paese immenso come l’Australia ha puntato con successo sul trattamento meccanico-biologico) – si potrebbe fare a meno delle aggressioni chimiche alla salute provenienti dai termodistruttori. Per spiegare come farne a meno le Assise di Napoli e del Mezzogiorno e il Comitato Emergenza Rifiuti di Caserta hanno congiuntamente presentato un “contropiano” ^ in forma di regolamentari osservazioni al “piano Pansa” (275 pagine, PDF scaricabile 2.4 MB) ^.
Se tuttavia il quadro regionale dovesse infine essere quello tratteggiato nella recente ordinanza governativa, un altro impianto di termodistruzione a Caserta non solo aggraverebbe l’inquinamento proveniente da ciminiere di rifiuti vicine, ma sarebbe molto poco conveniente dal punto di vista economico, un vero spreco. Poco conveniente intendiamo per i cittadini, che diventano pagatori forzati per lo smaltimento dei rifiuti anche quando esso avviene nei modi più dispendiosamente antieconomici.
Ovviamente da un termodistruttore casertano qualcuno ci guadagnerebbe, tra prevedibili meccanismi di finanziamento pubblico e ricavi probabili per il servizio automaticamente imposto alla comunità. Però nel momento attuale insistere in questa direzione configurerebbe non solo un’impresa economica molto spregiudicata, ma un tentativo di vero e proprio sciacallaggio verso la tragedia dei rifiuti che stiamo vivendo. Non dimentichiamo che si approfittò di una “crisi” per avviare 14 anni fa l’apparato FIBE che ha portato la Campania all’attuale catastrofe. Di tutto possono avere bisogno i casertani per ripulire la loro città tranne che di una piccola FIBE comunale.

* “Termodistruttore” è l’esclusivo termine che usa ripetutamente la recente ordinanza del governo. Evidentemente qualcuno si è accorto di quant’era ridicolo continuare a inserire – l’Italia unico paese al mondo – il concetto di “valorizzazione” nella definizione di impianti che non valorizzano un bel niente se non i conti economici di chi in Italia li gestisce senza concorrenza e attingendo per giunta a ingiustificati contributi di denaro pubblico.

Importanti controindicazioni tecniche, urbanistiche ed economiche sulla realizzazione di un termovalorizzatore a Caserta le propone su Caserta c’è Mauro Desiderio, ingegnere, per un anno assessore provinciale all’Ambiente nell’epoca della cosiddetta rinascita politico-istituzionale (1995-1996). Desiderio non sembra essere in linea di principio contrario ai termovalorizzatori, ma consiglia per la provincia tutt’altre soluzioni e scorge anche lui il rischio di arrembaggio alla monnezza da parte di “avventurieri”. ^

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