UNA FIBE PICCINA PICCIÒ
Posted by ambienti su gennaio 14, 2008
UN TERMODISTRUTTORE A CASERTA?
I COMITATI D’AFFARI CI RIPROVANO
E IL SINDACO PETTERUTI APPROVA
Un pericolo subdolo in questa fase estrema del caos rifiuti in Campania è che qualcuno ne approfitti per tentare, in nome della svolta salvifica, ulteriori colpi di mano affaristici poco preoccupati del dramma che stanno vivendo i cittadini, un dramma considerato così soprattutto un’opportunità per spregiudicate operazioni imprenditoriali volte a spremere tutto il profitto possibile dall’oro-monnezza. Si direbbe proprio questo il caso del rilancio della proposta di un termodistruttore* nel territorio comunale casertano di cui si era già parlato circa sei mesi fa ^ . Lo sponsor politico sarebbe – a quanto ne ha scritto ieri Lorenzo Calò sul Mattino ^ – il sindaco Nicodemo Petteruti le cui imprese di monnezza vanno dalla partecipazione entusiastica alla discarica illegale e pericolosa a Lo Uttaro (lui ovviamente non sapeva, benché avesse disponibile tutta la documentazione) fino al nuovo pasticcio in “scatoletta” all’ex Ucar ^.
Progettare un termodistruttore in territorio comunale a Caserta è un’idea ingiustificabile, indipendentemente dalle convinzioni che si abbiano sull’opportunità di considerare oggi i termodistruttori una buona soluzione per lo smaltimento dei rifiuti. Già è largamente condivisa la valutazione – si sia pro o contro l’incenerimento dei rifiuti – che il termodistruttore di Acerra, a pochi chilometri da Caserta, sarà sovradimensionato per le esigenze della regione, tanto più se si avvieranno massicciamente la raccolta differenziata e il riciclaggio, in accordo con le logiche ormai prevalenti in Europa e negli USA e come sempre più imperiosamente prescrivono le leggi italiane. Per giunta è previsto dalla recente ordinanza del governo ^ sui rifiuti in Campania un’accelerazione dei tempi per il termodistruttore a Santa Maria la Fossa, che anch’esso sbufferà diossine e nanopolveri verso Caserta.
Noi qui riteniamo che – soprattutto considerando le nuove tecnologie possibili (un paese immenso come l’Australia ha puntato con successo sul trattamento meccanico-biologico) – si potrebbe fare a meno delle aggressioni chimiche alla salute provenienti dai termodistruttori. Per spiegare come farne a meno le Assise di Napoli e del Mezzogiorno e il Comitato Emergenza Rifiuti di Caserta hanno congiuntamente presentato un “contropiano” ^ in forma di regolamentari osservazioni al “piano Pansa” (275 pagine, PDF scaricabile 2.4 MB) ^.
Se tuttavia il quadro regionale dovesse infine essere quello tratteggiato nella recente ordinanza governativa, un altro impianto di termodistruzione a Caserta non solo aggraverebbe l’inquinamento proveniente da ciminiere di rifiuti vicine, ma sarebbe molto poco conveniente dal punto di vista economico, un vero spreco. Poco conveniente intendiamo per i cittadini, che diventano pagatori forzati per lo smaltimento dei rifiuti anche quando esso avviene nei modi più dispendiosamente antieconomici.
Ovviamente da un termodistruttore casertano qualcuno ci guadagnerebbe, tra prevedibili meccanismi di finanziamento pubblico e ricavi probabili per il servizio automaticamente imposto alla comunità. Però nel momento attuale insistere in questa direzione configurerebbe non solo un’impresa economica molto spregiudicata, ma un tentativo di vero e proprio sciacallaggio verso la tragedia dei rifiuti che stiamo vivendo. Non dimentichiamo che si approfittò di una “crisi” per avviare 14 anni fa l’apparato FIBE che ha portato la Campania all’attuale catastrofe. Di tutto possono avere bisogno i casertani per ripulire la loro città tranne che di una piccola FIBE comunale.
* “Termodistruttore” è l’esclusivo termine che usa ripetutamente la recente ordinanza del governo. Evidentemente qualcuno si è accorto di quant’era ridicolo continuare a inserire – l’Italia unico paese al mondo – il concetto di “valorizzazione” nella definizione di impianti che non valorizzano un bel niente se non i conti economici di chi in Italia li gestisce senza concorrenza e attingendo per giunta a ingiustificati contributi di denaro pubblico.
Citoyen said
“Questo Palazzo non serve a un … !” urlano i ragazzi sotto le sedi di Comune e Provincia nelle manifestazioni. Non hanno ragione? A cosa servono i Consigli e le Giunte se non a ratificare ciò che ha deciso chi schiocca due dita e organizza l’affare? Ma a cosa servono anche le Associazioni, i Comitati, le assemblee e le manifestazioni civiche se non ad essere arrogantemente ignorate o dileggiate? E i cittadini a cosa servono se non ad essere trasformati in servi della gleba? In questa situazione di “tracollo rifiuti” c’è chi punta a fornire occasioni a privati comitati di affari a cui fanno gola i soldi che paghiamo con l’imposizione della Tarsu. La Confindustria -che se non capisco male dall’articolo sul Mattino promuove il termodistruttore – se ha voglia di dare un contributo alla crisi attuale, perché non lancia una bella campagna sulla riduzione degli imballaggi da parte delle aziende? Sarebbe tra l’altro all’avanguardia: in USA lo stanno già facendo grandi società. Ma qui molti cosiddetti imprenditori dall’America copiano solo ciò che fa comodo alla loro avidità e alla loro arretratezza culturale. Privato è bello se si tratta di dare l’assalto ai soldi pubblici e di crearsi rendite protette dalla politica e senza concorrenza. Vedi proprio il caso FIBE.
lunatiko said
Ieri alle ore 18,15 un camion dell’esercito, quatto quatto, faceva manovra per entrare all’interno del sito di trasferenza in prossimità del panettone di Lo Uttaro.
E’consentito?
Stiamo a zero anzi sotto zero.
A Udine in tre mesi costruiscono un mega parcheggio sotterraneo in una piazza del centro. I ns. amministratori non sono capaci di passarsi la mano per la coscienza. E qualcuno addirittura ha avuto il coraggio di andare in televisione a dire che la colpa non è sua.
Fanno bene a dire che il terzo mondo è la Campania. Per entrare negli USA i Campani devono presentare un certificato medico.
VERGOGNA.VERGOGNA.VERGOGNA.
Lo Stato, il Governo, il Presidente della Repubblica intervengano e obblighino gli amministartori di NAPOLI e Caserta ad andare a raccogliere la mondezza. Solo così possono essere socialmente utili e non continuando imperterriti a curare solo i propri interessi.
The Boss said
per Lunatiko
E’ consentito da un governo “dittatoriale” che per risolvere la questione rifiuti in Campania manda un poliziotto (come se fosse una questione di ordine pubblico) invece di tecnici di livello internazionale che, di fronte al disastro fin qui compiuto, ci mostrino, scevri da condizionamenti affaristici, cosa serve veramente dal punto di vista impiantistico per risolvere il problema.
E’ consentito perchè a quel poliziotto è permesso utilizzare anche le cave sotto sequestro della magistratura mandandoci l’esercito a sversare. Con buona pace della democrazia, dello stato di diritto, della separazione dei poteri e del povero Montesquieu.
Ma soprattutto è consentito da una popolazione, quella Casertana, che non ha impedito lo scempio di Lo Uttaro e non impedirà nemmeno questo.
Silver S. said
Cosa avranno fiutato o non avranno fiutato questa volta gli amministratori di Caserta che con tanto zelo, x la seconda volta, svendono la città come sede di un grande impianto di smaltimento di rifiuti? Non sarà che anche questa volta c’è un bel progettino per la zona lo Uttaro o Saint Gobain, o aree limitrofe, visto che qui, secondo politici e “imprenditori” la popolazione ha bisogno di immondizia come se fosse ossigeno. E avete saputo come i sindaci del circondario di Santa Maria la Fossa si sono con altrettato zelo affrettati a dirsi pronti a sacrificare il loro futuro termodistruttore per cedere il passo a quello del capoluogo?