Dentro la “scatoletta” inventata da sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti e dall’assessore all’ecologia Luigi Del Rosso i rifiuti stanno cuocendo a vapore. Intorno al capannone ex Ucar trasformato in uno stocccagio pericoloso di rifiuti ^ a due passi dalle case (di Caserta e di San Nicola la Strada) c’è stato per alcuni giorni un gran traffico di automezzi, all’ingresso di via Appia e al nuovo varco creato in viale dell’Industria. All’interno si è formata una montagna già altissima di fetenzia. A sera se si passa accanto al capannone si vedono, attraverso le porte aperte, i vapori che vi si levano, le nuvole dei gas decomposizione. Il fetore concentrato è terribile e raggiunge le case vicine. Chiudere le porte del capannone per frenarlo? Si rischierebbe un’esplosione. E allora perché usare un locale così palesemente inadatto, oltre che inadeguato per dimensioni?

Si è parlato di spedizioni di rifiuti oltre regione dall’ex Ucar, ma il capannone stamattina era pieno. O per il trasferimento c’è stato qualche intoppo o dentro il capannone c’è un continuo ricambio. Qualche giorno è stato già troppo, sei mesi scatenerebero effetti disastrosi e incontrollabili.
Se c’è il gas è anche probabilissimo che abbia cominciato a scorrere il tossico percolato. È attrezzato il fondo per evitare che ne venga irrorata tutta l’area circostante? È stato verificato a che profondità c’è la falda d’acqua? Quali cautele sono state predisposte?

In un sopralluogo i carabinieri avrebbero rilevato anomalie. Il Comitato Emergenza Rifiuti sta preparando azioni sul piano legale e in sul piano politico.