DE GENNARO È IL CURATORE DI UN FALLIMENTO
ORA DOVRANNO PAGARE ANCORA I CITTADINI?
COME A CASERTA È AVVENUTO PER LO UTTARO
E COME STA AVVENENDO PER LA EX UCAR?
Piace poco il nuovo piano del supercommissario De Gennaro per affrontare l’emergenza dell’emergenza rifiuti. I commenti sulla stampa di martedì sono stati al massimo freddi quando intendevano essere benevoli. Nelle immagini tv delle conferenze stampa e delle riunioni con le autorità locali non si è visto sorridere nessuno, diversamente da come era avvenuto ancora pochi mesi fa all’insediamento del mago Pansa.
Si è capito che il piano De Gennaro, se anche potrà avere efficacia – tutta da verificare – nel liberare le strade della Campania dalle montagne di rifiuti abbandonati, segna la completa presa d’atto del totale fallimento di 14 anni di una gestione del problema rifiuti rovinosa, pericolosa per la salute pubblica, dispendiosa, devastante per l’intero tessuto economico-sociale della regione, compromettente per l’immagine e la sostanza dell’intera nazione. Non può significare altro il ritorno forzato a discariche che erano state chiuse perché ritenute e definite, in un modo o in un altro, non più sopportabili per i territori interessati e per le relative popolazioni. O la conferma della provincia martoriata di Caserta come pattumiera di Napoli (mitico presidente De Franciscis!) con 350 mila tonnellate di rifiuti destinate a Santa Maria La Fossa.
Guardando a un futuro appena un po’ più distante, non è ancora chiaro quali sono le scelte, se ci sono. Ed è nauseante doversi per giunta sorbire come corollario il “giudizio positivo” di Antonio Bassolino, uno dei maggiori responsabili del male ^ che ora si è costretti molto avventurosamente e amaramente a curare.
De Gennaro ha almeno il merito di non essere reticente sulle dimensioni del disastro. Ha parlato di 900 mila / 1 milione di tonnellate di rifiuti a cui trovare velocissimamente posto. “Le 250 mila tonnellate accumulate sino ad oggi, più le settemila tonnellate prodotte ogni giorno”. Facendo qualche conto ci si accorge che si tratta di almeno 25 mila TIR da 35 tonnellate. E che se in un giorno si riescono al massimo a raccogliere poco più di 6 mila tonnellate, come avviene adesso, in alcuni luoghi la monnezza è destinata a restare a lungo nelle strade. Nonostante i “sacrifici” che si è deciso di imporre a una parte dei cittadini della regione.