Da oggi per tre giorni sarà a Napoli e dintorni Paul Connett, il più noto rappresentante del fronte NO-INCENERITORI in ambito internazionale. Primo appuntamento oggi a Napoli a piazza del Gesù alle 17.30, domani, domenica, parlerà alle 10 a Pianura (scuola Falcone in via Torricelli) e alle 17 nell’aula magna del liceo classico Domenico Cirillo di Aversa, lunedì sarà all’Istituto Universitario Orientale di Napoli in orario da definire.
Paul Connett sostiene che gli inceneritori – detti anche termovalorizzatori o termodistruttori – sono inutili e dannosi e che esistono altri mezzi più convenienti per risolvere il problema dei rifiuti. In Italia, fuori dall’ambito di chi è particolarmente interessato ai problemi dell’ambiente, il nome di Connett non è molto noto. Non ha mai avuto l’onore di un’intervista in una tv nazionale. Proprio da noi, dove il problema dei rifiuti in Campania è un dramma che sta coinvolgendo l’intera nazione. Molto strano.
Ma chi è Connett? È un contestatore fuorviato da sventate chiacchiere ambientalistiche? Sembra di no. È invece un chimico ed esperto di scienze ambientali che insegna alla St. Lawrence University di Canton, New York. È un teorico che insegue utopie? Certamente no, visto che una grande città americana come San Francisco applicando le sue teorie per l’eliminazione dei rifiuti, essenzialmente attraverso differenziata e riciclo, e dicendo no agli inceneritori, è riuscita a risolvere il problema.
Connett ha il torto di essere uno spirito indipendente e di infischiarsene delle pressioni dei costruttori di inceneritori che qui in Italia riescono ancora a incantare gli amministratori e i politic ^i. Costruire e gestire un inceneritore è in genere un grosso affare. Grasso che cola può essercene per parecchi, anche se alla maggioranza dei cittadini non restano che le diossine e le nanopolveri tossiche che escono dal camino dell’impianto. Per giunta ci sono le ceneri (circa il 30% di peso del materiale bruciato) da smaltire … in discarica, addirittura in una discarica speciale, visto che si tratta di sostanze anch’esse pericolose e tossiche.
Questo in genere nessuno ve lo racconta quando cercano di farvi credere che bruciare i rifiuti è “la soluzione”. In realtà è solo una pericolosa illusione e quasi tutti i paesi che se ne sono lasciati tentare ora stanno facendo retromarcia. Solo in Italia si continuano a progettare e a costruire decine di inceneritori perché è potente la lobby di chi vuole costruirli-gestirli e per altri due essenziali motivi: appaiono come una semplificazione dei problemi gestionali a carico degli amministratori pubblici incapaci e indolenti (realizzo l’inceneritore e non ho bisogno di cambiare nulla nel sistema di raccolta dei rifiuti) e ottengono improprie sovvenzioni pubbliche attraverso il cosiddetto Cip 6, ovvero attraverso una quota delle bollette elettriche che tutti paghiamo, e costituiscono perciò affari particolarmente redditizi.
Per sapere meglio quali sono gli sporchi effetti del trucco degli inceneritori e come se ne può fare a meno, andate a sentire Paul Connett o cliccate sui link qui sotto.
Intervista a Paul Connett sul Manifesto 20/01/08 ^
Relazione di Paul Connett su Rifiuti zero e sviluppo sostenibile, in formato PDF scaricabile ^