NON SI VEDE UNA SVOLTA DECISIVA
PER LA SOLUZIONE DELLA CRISI RIFIUTI
Oggi i camion hanno cominciato a sversare a Ferrandelle, dove c’è un accordo, non si sa quanto ufficiale, per far arrivare 120 mila tonnellate di rifiuti solo dalla provincia di Caserta e non, com’era dapprima in programma, 350 mila da tutta la regione. Non è chiaro dove finiranno prossimamente i rifiuti di Napoli se effettivamente Macchia Soprana si dovrà fermare per lavori. Continuano le resistenze della popolazione a Marigliano e a Villaricca. A un mese quasi dall’insediamento il supercommissario De Gennaro non sembra aver impresso alla crisi una svolta decisiva verso la soluzione. I “contenitori” per 1 milione di tonnellate di rifiuti non risultano ancora definiti.
A Bagnoli, Napoli ovest, il ritorno in discussione di un impianto di compostaggio ha scatenato proteste e tafferugli dei cittadini nel corso della seduta del consiglio della municipalità, che è stato sospeso. Nell’adiacente Pozzuoli c’è stato un sit-in di protesta. Secondo indiscrezioni, emerge intanto l’esigenza di 100 milioni di euro a pronta cassa per il Commissariato. Mentre Bassolino promette soldi della Regione per l’avvio della differenziata ai comuni con più di 50 mila abitanti.
La stampa comincia ad allentare l’attenzione sui rifiuti campani, ora che Napoli centro appare abbastanza ripulita. Ma appena un po’ più in là si ritrova lo sfacelo e qualche giornalista che si è fatto più furbo o coraggioso va a guardare dove continua e anzi peggiora il disastro. L’area vesuviana, ma anche la provincia di Caserta, dove tra capoluogo e comuni confinanti si trovano cumuli di rifiuti lunghi molte decine di metri.
Per Caserta domani dovrebbe essere un giorno decisivo di pulizia, secondo gli annunci fatti da De Gennaro. Il locale assessore all’ecologia Luigi Del Rosso continua a promettere “60 cassoni da posizionare in 30 aree della città”, a coppie, uno per l’umido e uno per “il differenziato” (vedi l’articolo su Caserta c’è ^). Soluzione provvisoria prima della differenziata vera, porta a porta, che dovrebbe partire a maggio, ma notizie precise sul bando di gara non ce ne sono e tra i movimenti di questi giorni rifà capolino l’ACSA CE3, consorzio che sembrava inghiottito nella sua stessa voragine finanziaria.
Resta per ora in un angolo d’ombra mediatica il capannone ex Ucar in cui il Comune ha collocato uno stoccaggio, a pochi passi dalle case, che non ha risolto alcun problema, che ora sta a marcire e che promette di ripetere l’illimitato schifo del “panettone” a Lo Uttaro ^. Ma i comitati cittadini restano sul piede di guerra e dopo una lettera all’ARPAC rimasta senza risposta stanno preparando esposti e azioni legali.
Dell’ex Ucar probabilmente al Commissariato non si sa niente, o almeno non si sa quanto dista dalle case e che è un’area già occupata da rifiuti industriali. Altrimenti avrebbe preteso almeno le stesse precauzioni impiegate per il sito alla Manifattura Tabacchi a Napoli. Anche qui siamo alle solite: il Commissariato si fida delle amministrazioni “collaborative” sorvolando sui pasticci che possono aver combinato a danno dei cittadini, che così non riescono a usufruire delle garanzie ottenute in altri luoghi. Ormai per Caserta questo schema sembra una condanna.