AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

Archive for 12 febbraio 2008

IN TRAPPOLA COL POLIZIOTTO

Posted by ambienti su febbraio 12, 2008

di Giuseppe Messina ^ 

mousetrap02.jpgE così sono riusciti a “farsi” anche il superpoliziotto. Non riesce a gestire neanche l’ordinario, riaprono i vecchi siti, si manca alla parola data, si affossa un’idea minima di Stato, si fa finta di ascoltare, ma la regia è sempre la stessa. L’alternativa esiste, com’è noto anche a De Gennaro ormai, per superare la crisi dei rifiuti. Ma così come Bertolaso, Pansa e Cimmino, il super commissario è rimasto intrappolato da chi ne sa più di lui, da chi controlla sul serio il territorio. E si continua per il percorso già stabilito. Costi quel che costi. Occorre salvare almeno la faccia a questo punto. Si potrà sempre dire che c’è l’emergenza e la gente è esasperata. Riapre Lo Uttaro? Da non credere. E intanto la monnezza rimane in mezzo alle strade anche perché i supertecnici che lavorano con il superpoliziotto hanno stabilito che Caserta fa circa 66mila abitanti. Questi scienziati del ghè pens mi confondono gli elettori con i residenti e la monnezza raccolta non è quella prodotta, ovviamente. Dove possiamo andare in questo modo? Che cosa dobbiamo fare? Lo Uttaro riapre e l’unico interlocutore valido della città, l’ingegner Antonio De Crescenzo, ha pensato bene di accettare una proposta dell’amministrazione comunale di Todi e se ne va a fare il dirigente dei lavori pubblici. È una fuga? No, è legittima difesa. Difesa da un’amministrazione stupida quanto arrogante, da un ambiente compromesso quanto indifferente; da una politica autoreferenziale quanto dannosa.
Lo Uttaro riapre? Che cosa vi aspettate gli applausi? Intanto non possiamo non ringraziare Sandro De Franciscis che senza il piano rifiuti per la provincia di Caserta ha generato tutto questo. E il sindaco ingegner Nicodemo Petteruti che farà? Un’altra ordinanza per tutelare la salute pubblica mentre i suoi collaboratori sono presi a rimettere a posto il tetto della Ucar che il vento si è portato via mentre i preti e solo loro hanno organizzato la raccolta differenziata?

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UNA PUZZA DI BARBARIE

Posted by ambienti su febbraio 12, 2008

La magistratura penale e quella civile, con due diversi provvedimenti, e in base a lunghe ed accurate perizie, hanno stabilito la stessa cosa: la discarica a Lo Uttaro è un pericolo per l’ambiente e per la salute dei cittadini. E poi sappiamo praticamente come fa stare male perché quell’aria fetida siamo stati costretti a respirarla per mesi.
La Commissione Parlamentare sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse ha denunciato la gravità del caso Lo Uttaro in diversi punti della sua ultima Relazione ^. Ha scritto:

La storia del Commissariamento, inoltre, ha registrato numerose ed allarmanti vicende criminose che hanno visto come protagonisti rappresentanti anche apicali dell’apparato burocratico commissariale, tanto da contribuire a radicare nei cittadini campani una percezione di sostanziale inaffidabilità, se non proprio di collusione con la criminalità di impresa e di tipo mafioso, delle istituzioni preposte alla soluzione dell’emergenza-rifiuti.
Da ultimo, la vicenda relativa alla discarica sita in località Lo Uttaro del comune di Caserta è tristemente emblematica di tale inefficienza collusiva. La circostanza, infatti, che l’Autorità Giudiziaria abbia, sulla base degli stessi atti giacenti presso gli uffici del Commissariato, ricostruito ed accertato l’inadeguatezza ambientale del sito, è sintomo desolante quanto in equivoco –se non del pieno e diretto coinvolgimento nell’attività di precostituzione della falsa rappresentazione della realtà, cosa che spetterà alla magistratura accertare- quanto meno dell’incapacità della struttura commissariale a leggere le proprie stesse carte.
Per la verità, il quadro delle inefficienze deve registrare anche l’inescusabile ritardo con cui l’ARPA Campania –secondo quanto emerso nel corso della medesima indagine- è intervenuta a segnalare le criticità ambientali legate all’utilizzo del sito, con ciò venendo meno alla propria funzione di controllo tecnico neutrale, indispensabile presidio di trasparenza per le scelte della pubblica amministrazione.
La vicenda di Lo Uttaro pone, inoltre, un’ulteriore questione, che attiene alla dinamica dei rapporti fra organi che, pur appartenendo a poteri diversi, devono ritenersi accomunati dalla medesima superiore finalità, la tutela del bene comune.


L’apertura di nuove discariche, in particolare, non deve essere più avvertita come il frutto di scelte poco trasparenti e sprovviste dei necessari studi tecnici. Il caso Lo Uttaro induce questa Commissione a suggerire la necessità di prevedere l’intervento di un organo di valutazione tecnica esterno e distinto rispetto all’amministrazione attiva, in grado di compiere, entro tempi predefiniti, una valutazione di adeguatezza ambientale del sito, di imporre le necessarie prescrizioni per l’utilizzazione e, soprattutto, di vigilarne tempestivamente il puntuale adempimento.
In tale prospettiva, potrebbe apparire utile il coinvolgimento di strutture già ampiamente affidabili, che abbiano davvero caratteristiche di terzietà, con il supporto scientifico di qualificati rappresentanti della migliore ricerca tecnologica ed universitaria.

Ora, contro la legge civile, contro la legge penale, contro i moniti della Commissione Parlamentare, sembra che si stiano facendo “accertamenti” mettendo in conto la possibilità di riaprire Lo Uttaro ^ . Tra i candidati a tornare ad operare lì c’è probabilmente anche qualcuno di quelli che dovevano essere incriminati per attentato alla salute pubblica. Cos’altro resterà in questa terra dopo la distruzione dell’ambiente, della salute e della legge?
Dov’è il sindaco di questa città trasformata in un cesso? Lui che fino a pochi mesi fa di differenziata non ha voluto sentir parlare? Dov’è il presidente della Provincia che in un anno non è stato in grado di preparare un piano vero per lo smaltimento dei rifiuti? Dove sono i politici di qui? E quelli “di lì”? Stanno già tutti pensando al totoelezioni in corso? A come sistemarsi nel meccanismo elettorale blindato concepito per neutralizzare la volontà dei cittadini?
Il dottor Donato Greco, consulente “sanitario” del commissario De Gennaro, verrà di nuovo a raccontarci che lui la sa più lunga di documentati studi scientifici e che non abbiamo di che preoccuparci?  Non lo riteniamo degno di occuparsi della nostra salute, nella migliore delle ipotesi non ha capito niente. Non ha capito, o fa finta di non capire, che qui in Campania la maggior parte di discariche e stoccaggi non sono stati a norma ma gestiti secondo arbitrarie “deroghe”. Riguardo ai rischi statisticamente probabilili per il futuro, prima di imbonirci da Porta a Porta farebbe meglio a leggersi tutta la documentazione elaborata da équipe scientifiche internazionali, che in sede scientifica non risulta smentita da nessuno. Ma dovrebbe soprattutto sforzarsi di capire che,  per esempio, a pochi passi da Lo Uttaro e nel raggio di un chilometro – dove ci sono migliaia di case – siamo già stati male per gli effetti della discarica, che ancora stiamo male per gli strascichi: per mesi siamo rimasti nauseati e storditi dai fetori che arrivavano da quell’impianto FUORI NORMA, non abbiamo respirato regolarmente, in molti giorni abbiamo dovuto usare continuamente le mascherine, la puzza filtrava attraverso le finestre chiuse, c’è chi non è riuscito a mangiare, chi non è riuscito a dormire, chi è stato angosciato per i disturbi manifestati da un figlio piccolo o da un genitore anziano.
Il nostro non è un timore “fantasioso”. Il nostro è terrore e avvilimento per sofferenze già provate e delle quali temiamo ragionevolmente conseguenze cumulative. Proveremo odio per chi ci vorrà ancora sottoporre a simili sofferenze. Si, odio, usiamola questa parola che non ci piace ma che in certi casi definisce realisticamente l’inevitabile reazione ad azioni odiose. Ed è un barbaro incosciente chi scardina una società civile compiendo atti tali da innescare l’odio.

Ora i tecnici del commissariato fanno sbrigativi accertamenti (per la perizia CTU del tribunale ci sono voluti mesi) e potrebbero decidere che avremo altra monnezza nella discarica avvelenata, oltre che nelle strade, oltre che nell’altro immondo affare che è lo stoccaggio al capannone ex Ucar, di scarsissima utiltà, per il quale dovremo per giunta pagare a  un privato imprevedibili costi di bonifica per un’area che era già gravemente inquinata.
Se li lasciamo fare t
ra poco la monnezza ce la porteranno dentro casa da ogni luogo. Già la Grande Puzza torna a invadere le nostre abitazioni e i nostri polmoni.

PARLIAMONE STASERA MARTEDÌ 12 FEBBRAIO, ALLE 19, NEL SALONE DELLA CHIESA DEL SS. NOME DI MARIA A PUCCIANIELLO, NELL’INCONTRO ORGANIZZATO DAL COMITATO CIVICO CITTADINI CASERTANI.

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LO UTTARO COLPISCE ANCORA?

Posted by ambienti su febbraio 12, 2008

Discarica Lo UttaroStamattina a chi svegliandosi ha aperto le finestre al quartiere Acquaviva di Caserta e a San Nicola è sembrato di percepire di nuovo nell’aria il familiare e stomachevole aroma della discarica a Lo Uttaro. Solo un’impressione? Hanno scoperchiato lo schifo? O hanno già cominciato di corsa gli sversamenti? Gira e rigira, c’era da scommettere che qui sarebbe tornato quel furbacchione di De Gennaro, a rifare il soliti errori per avviare trionfalmente il quindicesimo anno di emergenza rifiuti. In barba alla legge e alla salute pubblica che pure ha dichiarato di volere rispettare, grazie al collaborazionismo ormai abituale degli amministratori politici che a Caserta ci ritroviamo in Comune e in Provincia.
I giornali ci informano di come ieri sono andate le cose. Spiega Conchita Sannino su la Repubblica di oggi: «Seconda e parallela possibilità (dopo Chiaiano, Napoli): riaprire a tempo determinato la discarica di Lo Uttaro, Caserta, che non a caso è stata dissequestrata poche ore fa dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere in via temporanea». E più avanti: «Torna Lo Uttaro. Una lunga e “cordiale” serie di comunicazioni tra il commissario De Gennaro e il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Lembo, intanto dà il via al dissequestro temporaneo di Lo Uttaro, discarica al centro dell´inchiesta per disastro ambientale (per il pm e il gip, furono sversati idrocarburi, manganese e floruri insieme ad altri “rifiuti speciali e pericolosi”). Lembo spiega a Repubblica: “Nel rispetto dei distinti compiti, noi e il Commissariato siamo accomunati dalla salvaguardia dell´interesse generale, in una proficua cooperazione istituzionale. Quindi consentiremo gli accertamenti utili ad una valutazione complessiva che tuteli le esigenze dei cittadini e anche quelle processuali”. In sintesi: il dissequestro è finalizzato ad importanti test, delegati ai tecnici che affiancano De Gennaro, all´esito dei quali sarà possibile stabilire se e quanto materiale (balle, rifiuti o frazione organica) tornerebbe a Lo Uttaro».
I colloqui dell’altro giorno di De Gennaro con i vertici della magistratura stanno fruttando veleni. Per fortuna se non potremo più respirare in casa nostra, se ricominceremo a stare maledettamente male come nei mesi dell’estate, forse non avremo di che preoccuparci. Per sentirci meglio forse basterà ripensare a qualcuna delle rassicuranti dichiarazioni del dottor Donato Greco, il consulente del ministero della Sanità che affianca De Gennaro. Un pallone gonfiato può avere la stessa efficacia di una bombola di ossigeno?

tutto l’articolo de la Repubblica ^

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L’UNIVERSITÀ CHE NON CONNETTE

Posted by ambienti su febbraio 12, 2008

Un altro appello. Lo ha rivolto il professor Franco Ortolani, ordinario di geologia dell’ Università di Napoli Federico II, alle istituzioni universitarie campane e ai suoi colleghi. A leggerlo in un mondo normale il testo apparirebbe certamente un richiamo alla ragione e al buon senso. Ma cosa è rimasto di normale in Campania dopo 14 anni di cosiddetta “emergenza rifiuti”? Così può accadere che quando il professore tenta di diffondere il suo messaggio attraverso le mailing list del CSI (Centro Servizi Informativi di Ateneo) esso venga rifiutato con la seguente spiegazione: “Ai sensi di quanto reso pubblico sul sito del CSI: Si comunica che tutte le e-mail inviate alle liste di distribuzione aventi ad oggetto l’attuale emergenza rifiuti verranno scartate automaticamente”.
In effetti ora c’è una pagina del CSI che offre l’annuncio richiamato nello stop a Ortolani precisando che il provvedimento è “al fine di evitare possibili disagi in rete” ^. Alla censura si aggiunge da parte dell’Università la diffusione di un sapere falso. Basta avere un minimo di dimestichezza con la rete per capire che la spiegazione è bugiarda. Tra ciò a cui può servire la rete c’è proprio il comunicare velocemente su questioni di grande e drammatica attualità. La rete non è andata in tilt né l’11 settembre 2001 né in occasione di altri eventi che hanno coinvolto l’intero pianeta, figuriamoci per professori e studenti che dibattono di smaltimento dei rifiuti. O l’Università di Napoli dispone solo di un sistema giocattolo?
Dopo aver affidato a un superpoliziotto la “soluzione” dell’emergenza – che potrebbe risolversi davvero solo con importanti scelte tecniche e politiche – e la relativa informazione sulla salute a un ambiguo burocrate, questo ciclo vizioso dei rifiuti ^ soffoca l’Università. A che punto è la notte?

Scandalo rifiuti in Campania: per uscirne occorre anche l’intervento autonomo delle Università

di Franco Ortolani, docente di geologia dell’Università Federico II di Napoli 

Sul territorio regionale sta succedendo di tutto, a causa dello scandalo rifiuti. E che fanno le Università (Rettori, Senati Accademici, Presidi di Facoltà…)? Ufficialmente fanno finta di non vedere e non sentire. Eppure sanno che la Campania sta precipitando sempre più in basso. Sanno che la nostra regione è stata ed è ancora “terra da sfruttare” da parte di voraci sanguisughe che per 14 anni hanno volontariamente fatto aggravare lo “scandalo rifiuti” in base ad azioni promosse da vari governi nazionali e locali che hanno agito come se fossero “agli ordini” di potenti imprese italiane. Ad esempio, alcuni docenti erano componenti della commissione che ha aggiudicato l’appalto alle imprese del gruppo Impregilo-Fiat per la realizzazione dell’inceneritore di Acerra, quasi ultimato in un’area già caratterizzata da un inquinamento ambientale superiore a quanto previsto per legge (sarà praticamente impossibile, pertanto, farlo funzionare dal momento che sono state disattese le prescrizioni del 2005 della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente relative agli interventi da realizzare per diminuire l’inquinamento ambientale). Vari docenti, a titolo personale, si sono distinti per le loro collaborazioni ai Commissari di Governo assumendo anche incarichi di elevata responsabilità nelle costose ma infruttuose attività connesse al problema dei rifiuti.
Mentre si riscontra una disattenzione da parte dei vertici universitari, si registra una sempre crescente partecipazione alle vicende regionali da parte del personale dei vari atenei regionali, tra i più prestigiosi del Mediterraneo. C’è un desiderio sempre più sentito di contribuire istituzionalmente a risollevare la Campania.
Discutibili provvedimenti giuridici hanno mantenuto in vita il Commissariato Straordinario di Governo, vera e propria “isola franca” dove quasi tutto è stato possibile utilizzando le risorse finanziarie alimentate dalla tassazione dei cittadini. Come è possibile che una persona (il Commissario di Governo) possa eludere leggi dello Stato Italiano? Come è possibile che i Governi Nazionali abbiano continuato a finanziare il Commissariato per 14 anni (e chissà ancora fino a quando) in nome di una programmata e istituzionalizzata emergenza? E’ stato tutto normale? Come evitare simili deviazioni in futuro? Può mai essere tollerata un’emergenza per un periodo superiore ad un massimo di 12 mesi? Colleghi giuristi, a voi la palla.

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