EX UCAR, NEL RAGGIO DELLA NAUSEA
Posted by ambienti su marzo 4, 2008
Dal capannone ex Ucar sciaguratamente trasformato dall’amministrazione comunale di Caserta in uno stoccaggio rifiuti ^ è cominciata ad arrivare negli ultimi giorni una puzza nauseabonda nelle case vicine. L’ARPAC ha dichiarato che non esistono abitazioni nel raggio di 200 metri nel concedere al Comune di Caserta l’autorizzazione a trasformare il capannone in disuso, collocato in un’area già inquinata da rifiuti industriali, in un sito “provvisorio” di stoccaggio. I funzionari ARPAC – che dovrebbero vigilare su questioni spesso essenziali per la nostra salute – farebbero bene a sottoporsi a una buona visita oculistica. Infatti non hanno notato che le case si trovano poco oltre i 200 metri, ben a portata della puzza e dei rischi per la salute derivanti dall’impianto. Per giunta quest’invenzione del sindaco Nicodemo Petteruti e dell’assessore Luigi Del Rosso poco sollievo ha apportato alla città. Si è perso tempo con un rimedio inefficace che ha impegnato ingenti risorse economiche ed umane, quando sarebbero state possibili soluzioni più razionali. E se proprio capannone doveva essere, ne esistono intorno a Caserta di abbandonati ben più lontani dalle case.
Da dove lo avrà tirato fuori l’Arpac questo criterio dei “200 metri”? Ricordiamo che il rapporto OMS-CNR stabilisce in un chilometro la distanza depositi di rifiuti non controllati entro la quale le malattie anche gravi crescono notevolmente. Il principio di cautela e la puzza prevedibile avrebbero dovuto sconsigliare il fetido pasticcio.
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