AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

Archive for aprile 2008

IN PISCINA A FERRANDELLE

Posted by ambienti su aprile 30, 2008

 

Ferrandelle e il disastro ecologico. Il vero motivo della chiusura della discarica …

leggi il reportage su Casertattiva ^

 

leggi l’articolo su Il Mattino-Caserta on line 30/04/2008 ^

Ci sono sviluppi in corso. E’ stato disposto il dissequestro di parte del sito, per evitare che la raccolta dei rifiuti a Napoli e nel casertano si blocchi di nuovo. Per notizie sempre aggiornate sulla situazione rifiuti in Campania consultare LO UTTARO GOOGLE NEWS in alto nella barra qui a destra. 

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DEFICIT DI CIVILTÀ

Posted by ambienti su aprile 30, 2008

Senza dubbio a Caserta, e in Campania, c’è un forte deficit di capitale sociale, vale a dire di risorse culturali e sociali utili a produrre civiltà e vivibilità. Per restare a Caserta e al tema dei rifiuti, basta vedere come imperterriti cittadini tuttora continuano a lanciare sacchetti di immondizia dalle auto lungo strade in cui si formano di nuovo cumuli selvaggi. Però che gli amministratori politici attribuiscano – come purtroppo accade – all’insieme dei cittadini la responsabilità degli effetti della propria inettitudine e di scelte amministrative inconsulte sembra davvero troppo. Gli amministratori dovrebbero sapere che tra i cittadini e i loro amministratori si innescano circoli virtuosi o viziosi in cui chi avrebbe il compito di garantire il rispetto delle norme per un vivere civile ha fondamentali responsabilità.
Spieghiamoci meglio: Caserta è ormai da tempo una città spesso lurida e puzzolente. Questo dipende innanzitutto da alcune scelte di fondo degli amministratori: la riapertura della discarica a Lo Uttaro che per mesi ha impestato la città provocando disagi gravi e disperazione, la frequente omissione nel contestare le inefficienze a chi gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti, l’assoluta incapacità di organizzare un vero piano di raccolta differenziata ^, incapacità confermata dagli ingarbugliati e contestati esiti di un bando di gara per il nuovo affidamento del servizio di igiene urbana ^, infine l’idea di allestire ex novo uno stoccaggio di rifiuti in un capannone ex Ucar ^. Uno stoccaggio “indifferenziato” creato a due passi dalle case di chi aveva già subito nel modo più atroce la Grande Puzza de Lo Uttaro ^, di chi ora è sottoposto a nuove zaffate di marcio destinate a crescere con l’estate e col possibile riaggravarsi della crisi dei rifiuti.
In tutto questo ci sono cittadini che sembrano essersi assuefatti a considerare il vivere oppressi dalla fetenzia una fatalità di fronte alla quale è possibile solo lamenticchiarsi e provare a scampare privatamente, giorno per giorno, magari andando a gettare l’immondizia in strada appena un po’ più in là dal proprio portone o dal proprio negozio. Non parliamo dei pochi e comprensibili casi estremi come quelli di anziani appiedati e senza volenterosi parenti e vicini; qui dovrebbero provvedere i servizi sociali del comune. Parliamo di chi fa i propri comodi infischiandosene deliberatamente e stupidamente degli effetti per la collettività e per l’ambiente urbano in cui lui stesso vive. Non intendiamo esprimere alcuna indulgenza per questi comportamenti. Ci sembra anzi che le multe finora inflitte siano poche e che sarebbe il caso di prevedere altre e più istruttive sanzioni, per esempio l’obbligo, per chi viene beccato a gettare un sacchetto fuori luogo, di impegnarsi per un certo numero di giorni nel servizio di rimozione dei rifiuti. Ma questi comportamenti antisociali vengono favoriti dal fatto che chi di dovere non sta seriamente dimostrando di puntare a rimedi efficaci.
Chi arriva a un cassone comunale incertamente sorvegliato e accudito, e vede gli accumuli indifferenziati che spesso si formano al fianco o addirittura sopra il contenitore, e sa che per giunta con il sistema adottato sono relative e fragili le garanzie sulla filiera di riciclaggio, può essere tentato di pensare “e allora tanto vale …”. Senza contare che all’idea in sé di usare questi cassoni a tempo indeterminato si oppongono parecchie evidenti controindicazioni. Per concludere senza giri di parole: ci sembra che nel Caserta Monnezza Show i cittadini più ignoranti o strafottenti si stiano dando la mano con amministratori tra i più perversi. Gli uni e gli altri andrebbero rimessi in riga.
Persino nel Trentino – a quanto pare efficientissimo in quanto a gestione dell’igiene urbana – ogni tanto qualcuno si azzarda a scaricare rifiuti lungo una via. Ci è capitato di apprenderlo dalle cronache di qualche quotidiano di quei luoghi. Lì però eventi del genere sono rari e sorprendenti anche perché esistono effettivi controlli, indagini e sanzioni pesanti. Lì, d’altra parte, gli amministratori in genere fanno ben funzionare i servizi con il convinto sostegno delle comunità con le quali dialogano. E questo è un modo per attivare circoli virtuosi, anziché quelli viziosi e fetidi del rimpallo di accuse intorno ai sacchetti di immondizia a danno e a beffa dei molti che vorrebbero un’altra civiltà, altri comportamenti degli amministratori. Ovvero altri amministratori ^, visto che quelli attuali hanno ripetutamente dimostrato di non sapersi comportare meglio e di non voler ascoltare le voci dei cittadini più consapevoli e più preoccupati per il bene comune.

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PER DIFFERENZIARE A CASERTA

Posted by ambienti su aprile 28, 2008

CONVEGNO SULL’EMERGENZA RIFIUTI A CASERTA
LUNEDÌ 5 MAGGIO ALLE 18.30 AL TEATRO IZZO
PROMOSSO DALLA CARITAS DIOCESANA

 IL MANIFESTO-PROGRAMMA DEL CONVEGNO ^

clicca per la rassegna stampa sul bando per la differenziataSui rifiuti a Caserta continuano a imbrogliarci. La differenziata è diventata occasione di tortuose e inconcludenti manovre del’amministrazione comunale ^ che a tutto hanno mirato fuorché a far partire velocemente il sistema di raccolta e smistamento dei rifiuti utile a dare una svolta risolutiva alla situazione di crisi. Per giunta la maldestra gara d’appalto che doveva servire ad affidare il servizio, per avviarlo ad inizio di maggio, ha avuto un esito contrastato e contestato da almeno una delle ditte partecipanti ^. La crisi, in assenza di rimedi decisivi, con l’estate la vedremo gravemente peggiorare.
I cittadini vengono insultati perché il complicato e inefficiente sistema di finta differenziata escogitato dal Comune non funziona e si formano cumuli di sacchetti nelle vie dove prima c’erano i cassonetti. Certo ci sono cittadini che per ignoranza o inciviltà si comportano male – e qui dovrebbero essere più efficienti i controlli della polizia municipale – ma ci sono persone, in particolare anziani, che hanno oggettive difficoltà nel raggiungere i discutibili punti di raccolta comunali. E la maggioranza di chi ne ha avuto l’occasione ha dimostrato di saper capire e di volere i vantaggi della raccolta differenziata, grazie all’esperienza pilota avviata su basi volontaristiche da tre parrocchie casertane ^.
Ora un convegno organizzato dalla Caritas diocesana e in programma al Teatro Izzo, in via Kennedy, lunedì 5 maggio alle 18.30, invita tutti i cittadini a fare il punto della situazione e a cominciare a costruire un futuro diverso per evitare altri e peggiori disastri.
Città Viva invita anche i cittadini a partecipare alla riunione del comitato di quartiere che si terrà martedì 29 aprile, e tutti i martedì seguenti, nella biblioteca della parrocchia di Lourdes alle 19.

Di seguito il testo del volantino-comunicato per il convegno

Sono passati circa tre mesi da quando il comitato di quartiere Città Viva ha iniziato a Caserta la raccolta differenziata nel cortile della Parrocchia Nostra Signora di Lourdes. Quest’esperienza ci ha permesso di riciclare tonnellate di rifiuti che altrimenti sarebbero finite nelle nostre strade, ma soprattutto ci ha consentito di dimostrare che:
LA RACCOLTA DIFFERENZIATA SI PUÒ FARE ANCHE A CASERTA.
Non esistono ragioni che costringono la nostra città a tentare strade diverse e più nocive.
Intanto ancora una volta le istituzioni si sono dimostrate inadempienti: i container posizionati in vari punti della città sono l’ennesimo rimedio insufficiente. Per un po’ hanno tamponato l’emergenza, ma la situazione sta per esplodere nuovamente con violenza: è inutile raccogliere i rifiuti in maniera “differenziata” se poi finiscono nelle discariche.
Questo convegno rappresenta il primo passo di un percorso di lotta che necessita di un’adesione maggiore di cittadini.
La raccolta differenziata che si sta tenendo nelle Parrocchie non può essere eterna.
È necessaria una forte spinta della cittadinanza che deve esigere la raccolta differenziata VERA, cioè quella PORTA A PORTA, insieme ad un integrato ciclo dei rifiuti. Incontriamoci per costruire insieme questo percorso.
Comitato di quartiere Città Viva, Caserta – Per contatti: 3351557163

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S.O.S. IN PRIMA PAGINA

Posted by ambienti su aprile 28, 2008

LA REPUBBLICA DI LUNEDÌ 28 APRILE 2008
Dal 5 luglio non ci sarà più posto per i rifiuti se non partiranno nuovi impianti
L’unica speranza per evitare la catastrofe è costruire nuove strutture
La pattumiera di Napoli
69 giorni prima della catastrofe
di Giuseppe D’Avanzo
NAPOLI – Il commissario Gianni De Gennaro ha fatto due conti e ha concluso che “dal 5 luglio le potenzialità di smaltimento delle 7.200 tonnellate prodotte giornalmente in Campania saranno inadeguate rispetto al fabbisogno”. Da oggi al 5 luglio mancano 69 giorni. Soltanto 69 giorni per evitare una nuova crisi urbana che potrebbe non risparmiare a Napoli e alla Campania patologie infettive degne di altri secoli. 69 giorni sono un tempo troppo ridotto per eliminare un sistema che, dall’emergenza, ricava profitti, finanziamenti, occupazione, utili politici. E intorno a questi interessi che presto il neo-presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si scontrerà con il presidente delle Regione Antonio Bassolino.

IL MATTINO – CASERTA DI LUNEDÌ 28 APRILE 2008
Scarsi controlli, via Gemito trasformata in sversatoio. Porta a porta: si decide in settimana
Rifiuti, raccolta ferma al palo
Il Comune: i cittadini non collaborano. Differenziata: vuote le stazioni ecologiche
di Antonio Pisani
Il flop della cosiddetta «differenziata semplificata» è ben visibile nelle strade del capoluogo. Cartoni, bottiglie di vetro e plastica giacciono ovunque, gettate dai commercianti e da normali cittadini. Via Gemito, via Unità d’Italia, sono l’emblema del fallimento; così come la stazione ecologica di via Talamonti, sempre meno frequentata. Sulla raccolta porta a porta il Comune decide tra oggi e domani.

Tutto l’articolo su Il Mattino on line 28/04/2008 ^

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UN BUON POSTO TRA I RIFIUTI

Posted by ambienti su aprile 23, 2008

ACSA CE3: 18 INDAGATI TRA AMMINISTRATORI, DIRETTORI E REVISORI
Sono ritenuti responsabili di aver cagionato un danno all’erario per un importo superiore a 700 mila euro

da interno18 laboratorio di informazione^  23/04/2008

Importante risultato di servizio è stato conseguito dal Comando Provinciale di Caserta della Guardia di Finanza nell’ambito di una specifica attività a tutela della spesa pubblica condotta in stretto coordinamento con la Procura Regionale della Corte dei Conti. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria, al termine di una lunga e complessa indagine, hanno segnalato alla magistratura contabile nr. 18 soggetti (tra amministratori, direttore generale e revisori) dell’ACSA CE 3 S.p.A., ritenuti responsabili di aver cagionato un danno all’erario per un importo superiore a 700 mila euro, a seguito dell’inefficiente e inefficace gestione dei rapporti di lavoro a tempo determinato, instaurati a partire dal 2003, sino all’agosto 2006. Tale incisivo contrasto allo sperpero di risorse pubbliche è stato posto in essere dalle Fiamme Gialle di Caserta, mediante mirati accertamenti sulla documentazione amministrativo/contabile della ACSA CE 3 S.p.A., nel corso dei quali gli investigatori hanno appurato l’irregolare assunzione a tempo determinato di 38 dipendenti. La censurabile condotta degli organi sociali pro tempore della suddetta società ha comportato la soccombenza totale dell’Ente nei diversi contenziosi promossi dinanzi al Giudice del Lavoro dai dipendenti interessati, con la conseguente esposizione finanziaria generata dalle spese legali e di giudizio, nonché la conversione di tale tipologia contrattuale in rapporti di lavoro a tempo indeterminato. In alcuni casi la conversione è avvenuta addirittura tramite una procedura di accordo transattivo tra le parti. L’anomalia del contesto viene amplificata dalla circostanza che alcune assunzioni sono scaturite a seguito di contratti privi di sottoscrizione da parte dei lavoratori, ovvero del tutto inesistenti, proprio durante una fase gestionale del consorzio curata da amministratori, noti legali del settore “lavoro”. Maggiore è il rilievo assunto dal risultato di servizio conseguito a contrasto dello spreco delle risorse pubbliche se si considera il delicato momento che sta vivendo l’intera Provincia, quotidianamente vessata dal dilagante problema della raccolta dei rifiuti solidi urbani, spesso aggravato dalla mala gestio dei finanzamenti allo scopo stanziati, da parte di soggetti giuridici, partecipati anche da enti pubblici.

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UN ANNO CONTRO LA FETENZIA

Posted by ambienti su aprile 23, 2008

Manifestazione del 6 giugno 2007

di Pasquale Costagliola
Il 23 Aprile ricorre l’anniversario dell’apertura della discarica Lo Uttaro per mano del commissario Bertolaso con complici riconosciuti e confessi quali il presidente della Provincia di Caserta, Alessandro De Franciscis, e il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti. Un evento infausto per il nostro territorio che ha visto la creazione di una megadiscarica nel centro di una conurbazione di 200 mila abitanti, in un’area destinata allo sviluppo residenziale e direzionale. Ricordiamo quei momenti oscuri quando l’albagìa del presidente De Franciscis troneggiava insieme alla complice arroganza del sindaco di Caserta.
Un anno e più di opposizioni in piazza ha visto la comunità dei militanti antidiscarica passare da cortei a sit in, da conferenze a presidi puzzolenti. Un lasso di tempo trascorso a fare tira e molla con la polizia, a denunciare gli abusi e misfatti ecologici nei quartieri, a proporre denunce, a fischiare i fedifraghi che hanno tratto profitto dalle disgrazie della gente.
Memorabile il 2 giugno del 2007, quando contestammo il corteo delle autorità per una festa della repubblica falsa come un soldo falso. I presidi notturni, le tre albe passate a Lo Uttaro tra fetori e polizia. Tutto questo è nella memoria di quanti hanno vissuto quei giorni e che non possono dimenticare la passione e la rabbia. D’altra parte quasi nulla è cambiato. Lo Uttaro è raddoppiato con lo stoccaggio di rifiuti all’ex Ucar, mentre l’avvocatura dello stato è sempre alla ricerca di un varco per riappropriarsi della discarica, mentre le strade di Caserta rigurgitano sempre rifiuti. L’assessore all’ecologia Luigi Del Rosso continua a far danni e Petteruti gli tiene bordone. De Franciscis non è più così tronfio ma medita sempre qualche tiro mancino pensando ogni tanto a discariche e inceneritori sui colli Tifatini. La gente che ha vissuto il dissenso contro Lo Uttaro non è sparita, molti stanno lavorando per la differenziata silenziosamente contro i soliti noti che mettono bastoni tra le ruote per interesse o stupidità, politici e amministratori.
A San Nicola La Strada e a Caserta quelli delle manifestazioni, delle contestazioni, stanno facendo ciò che non fanno gli àuspici della discarica, si stanno prodigando per la differenziata nelle parrocchie, nelle isole ecologiche, negli uffici. Parlano con la gente, spiegano il riciclo. esortano a partecipare. Un patrimonio di spirito civico e di resistenza che merita di essere fotografato, non per mero narcisismo o nostalgismo ma per dare un esempio ad una società a pezzi e senza riferimenti. Per questo sollecito gli amici a ritrovare foto e materiali della nostra storia, per ricollegarla e spiegarla a quanti non hanno capito e quanti ci sono stati vicino. Ma anche per ricordarla a noi stessi …

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CHI VUOLE ANCORA IL DISASTRO A LO UTTARO?

Posted by ambienti su aprile 21, 2008

È ormai accertato che si tratta di uno dei peggiori disastri ambientali per Caserta, per l’intera Campania tormentata dai rifiuti, e che dovremo continuare a subire alcune delle sue gravi conseguenze almeno finché non si sarà realizzata la bonifica. Ma c’è qualcuno che per Lo Uttaro non desiste. Come abbiamo segnalato venerdì scorso^, l’avvocatura dello stato di Napoli ha chiesto, per conto del commissariato per l’emergenza, la revoca del provvedimento di chiusura della discarica a Lo Uttaro adottato nell’agosto scorso dal tribunale civile e poi ribadito a novembre. Ma domenica 20 aprile il Corriere del Mezzogiorno scrive che del ricorso al commissariato retto da De Gennaro non ne sanno niente. Si tratterà solo di mancanza di coordinamento tra diversi uffici dello stato? Di un burocratico e strampalato “atto dovuto”? O sta  ancora tramando nell’ombra chi vorrebbe non fare mai sapere che cosa è davvero avvenuto in quel “fosso”?

vedi l’articolo dal Corriere del Mezzogiorno
Lo Uttaro, giallo sul dissequestro^

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UN 5 LUGLIO PERICOLOSO

Posted by ambienti su aprile 19, 2008

È da parecchio che qui cerchiamo di spiegare come e perché ogni attuale alleggerimento della situazione rifiuti in Campania è solo un’illusione a tempo. Per uscire davvero dall’emergenza bisogna mettere in atto velocemente nuove e decisive strategie. Secondo un articolo apparso sabato 19 aprile su la Repubblica, a firma Conchita Sannino, ora la pensa così anche il commissario governativo Gianni De Gennaro. Il commissario sarebbe convinto che senza una svolta per le discariche, e senza un forte incremento della raccolta differenziata, dal 5 luglio potrebbe essere di nuovo crisi grave. Per giunta saremmo in piena estate.
Per poter valutare precisamente l’analisi e le proposte di De Gennaro aspettiamo di conoscere il testo effettivo e completo del dossier anticipato dall’articolo. Possiamo intanto osservare che se dal momento del suo insediamento il commissario governativo si fosse dedicato con attenzione alla lettura di questo blog, probabilmente avrebbe perso meno tempo per arrivare a qualcuna delle sue conclusioni.

Vai all’articolo su La Repubblica  Rifiuti, autonomia fino all’estate ^

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LA MALEDIZIONE DE LO UTTARO

Posted by ambienti su aprile 18, 2008

L’avvocatura dello stato di Napoli ha chiesto con ricorso la revoca del provvedimento di chiusura della discarica Lo Uttaro adottato nell’agosto scorso dal Tribunale civile di Napoli e poi ribadito a novembre sulla scorta di un’approfondita perizia tecnica. La richiesta è motivata da un «difetto di giurisdizione dell’adito giudice ordinario» e per la «sopravvenuta carenza dei presupposti della cautela». Un breve articolo di Sergio Beneduce sul Mattino di giovedì 17 aprile ^ fornisce altre indicazioni.
C’è chi teme che l’iniziativa sia una premessa per la riapertura della discarica. Ma sembra più probabile che essa sia piuttosto volta a contrastare azioni risarcitorie e a dare sostegno a un principio. E si può ipotizzare che qualcuno abbia tramato nell’ombra per il dissequestro confidando erroneamente nella complicità del commissario governativo Gianni De Gennaro, come suggerisce un comunicato del Comitato Emergenza Rifiuti ^
La sentenza della Cassazione a cui il ricorso fa riferimento ^ afferma che in materia di tutela dei diritti costituzionalmente rilevanti (come il diritto alla salute) se la lesione dipende da un provvedimento della pubblica Amministrazione la competenza spetta al Giudice Amministrativo (TAR) e non al giudice ordinario (Tribunale). Cosicché i provvedimenti cautelari d’urgenza ex art. 700 cpc non sono più esperibili presso il giudice ordinario. Significa che toccherà rivolgersi al TAR per ottenere sentenze di annullamento dei provvedimenti illegittimi della pubblica amministrazione in materia di tutela della salute.
La sentenza della Cassazione è del dicembre 2007 e riguarda il caso di Serre. Definisce un chiaro indirizzo politico per sottrarre al più rapido e meno politicizzato giudice civile la competenza in materia, per trasferirla al più lento giudice amministrativo. Ma per il caso Lo Uttaro esistono varie obiezioni possibili in sede di confronto giudiziario. Inoltre è da ricordare che la discarica è attualmente ancora sotto sequestro penale. Comunque, sulla questione è di nuovo al lavoro l’avvocato Luigi Adinolfi che aveva ottenuto la chiusura dal Tribunale di Napoli.
Possibile che qualcuno, dopo due provvedimenti della magistratura, dopo le parole di fuoco nella Relazione della Commissione Parlamentare per i rifiuti ^, dopo il niet dell’ultimo commissario governativo Gianni De Gennaro ^, voglia riprovarci con Lo Uttaro?
È vero che nel Campania Monnezza Show ci sono personaggi che hanno esaurito ogni riserva di pudore. Però è anche vero che ci sono aspetti della vicenda che dovrebbero consigliare a chiunque la massima prudenza.
Non fraintendiamoci, qui siamo ragionevolmente razionalisti e non vorremmo incoraggiare oscure superstizioni. Però da un po’ ci frulla in testa un’idea. Danni per la popolazione a parte, in stretta relazione con la discarica a Lo Uttaro c’è stato un “omicidio di famiglia” alla vigilia della decisione di riaprire l’immpianto (vedi Lo Uttaro Story ^), c’è stata la serie dei commissari governativi costretti velocemente a ingloriose dimissioni dopo aver fallito il loro compito, ci sono una dozzina di persone che hanno ricevuto avvisi di garanzia, c’è l’ingegnere Antonio Limatola, ex direttore dell’Acsa Ce3 che ha gestito la discarica, sospeso dal proprio incarico per vicende di monnezza, ci sono due politici, il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti e il Presidente della Provincia Sandro De Franciscis, che – dopo aver favorito la riapertura del “fosso” firmando il famoso Protocollo d’intesa ^ – anziché avanzare nelle luminose carriere che avevano sperato non hanno smesso neanche un giorno di prendere mazzate, tra contestazioni, primarie e recenti elezioni politiche. E si è dovuto rassegnare alla sconfitta un locale neoaspirante senatore PD molto in carriera ma assessore della giunta Petteruti e sostenuto dal presidente della Provincia. Insomma, ormai a noi non sembra un’opinione ma un fatto accertabile che negli ultimi tempi molti partecipanti alla riattivazione della discarica a Lo Uttaro sono stati colpiti da jella nera. E qualcuno ci vorrebbe riprovare?

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SINISTRA ARCOARLECCHINO

Posted by ambienti su aprile 17, 2008

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DEMOCRAZIA AVVELENATA E INCENERITA

Posted by ambienti su aprile 16, 2008

Oggi la Repubblica on line riepiloga in poche righe: «L’effetto rifiuti ha spostato decine di migliaia di voti. Il Pdl ha ottenuto la sua migliore performance nella circoscrizione Campania 2 con il 49,5% dei voti (51,5% con il Mpa). Nella circoscrizione Campania 1 (Napoli) il Pdl ha raggiunto il 48,6% dei voti (51,3% con il Mpa). Nel 2006 Fi, An, Dca-Npsi, As e Pensionati ottennero complessivamente il 42,9% nella circoscrizione Campania 2 ed il 42,1% nella circoscrizione Campania 1».
Sono state elezioni essenzialmente punitive, soprattutto per la Campania, con il voto “contro” e con la percentuale di astensioni più alta d’talia. Non è che sia l’ideale della democrazia dover usare le elezioni anziché per scegliere un modello di futuro solo per provare a fare pulizia dei malfattori, di chi ha lungamente, deliberatamente tradito la fiducia dei cittadini e neanche per un momento ha provato a fare finta di vergognarsi o a mollare la presa del potere. Ma almeno questo dovrebbe insegnare che quando la gente infine capisce che si sta avvelenando la sua aria, la sua acqua, la sua terra, con puzzolenti discariche e stoccaggi fuori norma a due passi dalle case, con l’assedio folle dei rifiuti, con i servizi pubblici fallimentari usati soprattutto come occasione di arricchimenti illeciti, con le promesse di megainceneritori e di nuove nubi tossiche, non c’è chiacchiera di politico-affarista o di ideologo che tenga. E che ogni tanto sarebbe il caso di prendere sul serio chi protesta per motivi così gravi. Avranno imparato i prossimi la lezione?

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GLI ESTREMISTI DELLA MALAMONNEZZA

Posted by ambienti su aprile 11, 2008

È stato sospeso dal suo incarico Antonio Limatola, direttore del consorzio ACSA CE3, comprimario di spicco del Caserta Monnezza Show di cui sono protagonisti il presidente della Provincia Sandro De Franciscis ^ e il sindaco Nicodemo Petteruti ^ – entrambi del PD, il partito di Veltroni e di Bassolino – e sono cresciute ancora le complicazioni per l’avvio della differenziata. Lo spettacolo di questa città rischia sempre più di trasformarsi in un nuovo caos dei rifiuti. Vista l’ordinanza N.3639 di Prodi ^, il commissariamento ad acta del Comune dovrebbe essere prossimo. O si cavillerà su questioni burocratiche per lasciare i casertani immersi nello schifo che le amministrazioni sono riuscite a organizzare? Tutta merdaccia che va dalla discarica criminale a Lo Uttaro alle nuove puzze in arrivo dall’ex Ucar ^ e alla finta differenziata che – ora si comincia a vedere chiaro – non funziona quasi per niente, non certo per colpa dei cittadini – che in maggioranza stanno giudiziosamente tentando di fare del loro meglio – ma perché è sbagliato il sistema.
Oggi il Mattino edizione Caserta dedica una pagina intera agli affari di monnezza casertani. Da leggere e da meditare. Per molti versi si stanno materializzando i pericoli che avevamo previsto. Non osserviamo il futuro in una sfera di cristallo, ma ormai siamo abituati a decifrare le bugie che questi amministratri cercano di rifilarci. Chissà poi con che speranza lo fanno. Prima o poi ce ne accorgiamo tutti di quello che succede. Probabilmente preparano il solito gioco dello scaricabarile: colpa del commissario, colpa del governo, colpa dei “fondamentalsti dell’ambientalismo”. Non credeteci neanche una volta: governo e commissariato hanno le loro chiare responsabilità, ma nel guazzabuglio locale, in cui sarebbero stati possibili interventi risolutivi, hanno fatto, disfatto e omesso di fare tutto loro, tra Comune e Provincia, e a quanto pare ora si permettono anche di entrare in conflitto “politico”. In quanto agli ambientalisti, noi siamo qui, siamo evidentemente dei moderati rispetto a questi trionfanti politici estremisti della malamonnezza, e sugli ultimi sviluppi per ora abbiamo potuto fare poco di più che avvertirvi, dare voce ad alcune obiezioni dei cittadini puntualmente ignorate (il sindaco non risponde proprio alle argomentate lettere dei comitati), assistere a questo teatro. Che sarebbe tutto da ridere se non fossimo sempre più preoccupati per il futuro del nostro territorio e della nostra salute.

Clicca sull’immagine della pagina per leggere i tre articoli ^

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ALLARME LATTE MATERNO

Posted by ambienti su aprile 11, 2008

Non molti si rendono ben conto della trappola avvelenata che ci è stata predisposta intorno da molti anni a questa parte. Se a Caserta si sente spesso nell’aria puzza di bruciato ^ nessuna autorità se ne preoccupa. Tra qualche anno dovremmo per giunta trovarci tra le correnti di fumo incrociate degli inceneritori di Acerra e di Santa Maria La Fossa. E non si sa se il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti ^ sta ancora coltivando il sogno di regalarci un supplementare inceneritore “urbano” ^ proprio a due passi dalle case, mentre continua a prendersela comoda con la vera raccolta differenziata ^ che potrebbe risolvere il problema dei rifiuti senza effetti dannosi per la salute.
A volte i distratti pensano che i grandi problemi dell’ambiente passano tanto in alto sulle loro teste e, tutto sommato, così distanti dalle loro case e dai loro corpi da non dover costituire un’immediata preoccupazione. Magari basta evitare la mozzarella, si convince erroneamente qualcuno. Senza capire che le mozzarelle spesso sono innocenti, che i pericoli sono maggiori nei settori in cui, diversamente che nella zootecnia, i controlli non si fanno proprio. E che il problema vero non è quello delle mucche ma quello dei somari che hanno amministrato il nostro territorio permettendo l’impossibile, con le loro scelte e con le loro omissioni.
Per aprire un po’ gli occhi a qualcuno bastano le notizie “addosso a noi” come quella pubblicata ieri dal supplemento di un noto quotidiano?

da Salute, supplemento settimanale de la Repubblica 10 aprile 2008

Se la diossina “passa” al pupo
L’allarme diossina in Campania può rappresentare un vero pericolo per i neonati, soprattutto quelli che vengono allattati con latte materno. È quanto ha segnalato come “vero allarme sanitario”, Leopoldo Iannuzzi dirigente di ricerca e direttore del Cnr-Ispaam di Napoli. Il ragionamento è consequenziale: 2 picogrammi per kg. di peso è la dose massima giornaliera tollerata, secondo le tabelle Oms. Nel caso del lattante il passaggio diretto, persino di minime percentuali di diossina o policlorobifenili (dal 2006 vanno controllati per legge), si moltiplica in modo esponenziale in relazione al peso del neonato. Ovviamente tutto dipende da quanta diossina ha assorbito la madre. Il Cnr ha iniziato una ricerca a campione su di una decina di donne e l’ospedale di Caserta sta facendo esami sul latte materno delle puerpere. I primi dati segnalerebbero uno sfondamento dei limiti; risultati attendibili tra qualche mese. I neonati allattati in zone a rischio assumerebbero valori da 28 a 100 volte superiori la dose giornaliera consentita

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PER LE DISCARICHE L’EUROPA CONDANNA ITALIA

Posted by ambienti su aprile 10, 2008

CLICCA PER LEGGERE LA SENTENZA

 << clicca sul logo per leggere o scaricare la sentenza in PDF

La Corte europea di giustizia del Lussemburgo ha condannato l’Italia per la tardiva e non corretta applicazione della direttiva comunitaria del 1999 volta a prevenire le ripercussioni negative sull’ambiente derivanti dalle discariche di rifiuti. L’Italia era stata deferita ai giudici Ue dalla Commissione. Secondo l’esecutivo europeo, il decreto legislativo di applicazione della norma comunitaria, datato 2003, violava alcuni articoli della stessa direttiva che definisce la nozione di rifiuti e di discariche.
La direttiva di Bruxelles disciplina la messa in discarica dei rifiuti e specifica le diverse categorie di rifiuti, urbani, pericolosi, non pericolosi e inerti, e si applica a tutte le discariche, con l’obiettivo di tutelare la salute umana e l’ambiente, attraverso disposizioni finalizzate a ridurre al minimo i rischi e gli inconvenienti per l’ambiente prodotti dalle discariche: dai cattivi odori all’inquinamento delle acque e del suolo, fino alle emissioni di metano, per citarne alcuni.
La direttiva prevede che gli Stati elaborino una strategia nazionale per la riduzione dei rifiuti, stabilisce regole sui costi dello smaltimento, prevede la procedura di autorizzazione di nuove discariche e sottopone quelle preesistenti a misure particolari. La Commissione ha accusato l’Italia di aver applicato la direttiva tardivamente e così facendo di non averla applicata bene. Oggi la Corte ha riconosciuto valide le obiezioni sollevate dall’esecutivo europeo ed ha condannato l’Italia alle spese.
In alcuni dei primi commenti ufficiali italiani in rete c’è chi tende a minimizzare le connessioni del provvedimento con la questione dei rifiuti campani. Secondo Ambienti si tratta di gravi tentativi di censura. Se è vero che nella lettera del provvedimento non c’è un collegamento immediato con gli ultimi sviluppi della crisi in Campania, riguardo alla quale l’Italia potrebbe subire altre condanne, è evidente che i criteri di gestione delle discariche sono un nodo drammatico dell’emergenza campana. Da tener presente che in Italia c’è una campagna elettorale in corso e che la condanna della Corte europea si riferisce a un decreto del 2003, anno di governo Berlusconi. A conferma del fatto che per la catastrofe dei rifiuti c’è una corresponsabiltà diffusa nell’attuale classe dirigente politica italiana, indipendentemente dagli schieramenti di fronte e di partito.

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CONTRO UN’INDIFFERENZA TOSSICA E PERICOLOSA

Posted by ambienti su aprile 10, 2008

Deve restare lì il pozzo dei veleni? La discarica maledetta a Lo Uttaro, Caserta, è, grazie alla magistratura, chiusa da novembre, ma è un tale disastro – lo ha confermato il commissario in carica Gianni De Gennaro – che sarebbe indispensabile una veloce bonifica, invano promessa con lo stesso Protocollo d’intesa che permise, contro la logica e le leggi, di riaprire l’anno scorso il “fosso”. Perciò ora il Comitato Emergenza Rifiuti e il Comitato Cittadinicasertani hanno scritto una lettera-denuncia chiedendo interventi che per Lo Uttaro assolvano gli obblighi derivanti dalle leggi in materia ambientale e rispettino i precisi impegni assunti dallo stato e dalle amministrazioni. Destinatari della lettera il commissario governativo per l’emergenza rifiuti Gianni De Gennaro, il commissario per le bonifiche Massimo Menegozzo, il presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis, il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti. Le richieste riguardano, oltre che il fosso della discarica ultima, vecchie discariche adiacenti, il confinante sito di trasferenza, il vecchio sito di stoccaggio detto “panettone”, il nuovo sito di stoccaggio incredibilmente realizzato dal Comune nel capannone ex Ucar, ancora più vicino alle abitazioni delle schifezze in area Lo Uttaro.
Un altro nodo è quello della raccolta differenziata. Il Comune di Caserta sostiene di averla già in qualche modo avviata, benché con risultati non soddisfacenti, in parte – dice il Comune – per colpa dei cittadini. A maggio doveva arrivare il resto. In realtà quello che si sta facendo, con l’ammasso nei cassoni comunali plastica/carta e umido/indifferenziato, se poteva apparire un’utile soluzione tampone in un periodo di incalzante disastro non si può considerare né una reale raccolta differenziata né, di conseguenza, un modo per risolvere in città il problema dei rifiuti in maniera seria e duratura. Intanto intorno al bando per l’affidamento del nuovo appalto di raccolta rifiuti, che dovrebbe puntare alla differenziata vera ma in termini tuttora poco chiari, nascono complicazioni. Come avevamo in parte anticipato e come ha spiegato ieri il Mattino ^.
La differenziata a Caserta è, allo stato dei fatti, solo un maldestro tentativo, o un bluff col quale il Comune sta tentando di eludere le prescrizioni di legge. Perciò il Comitato Emergenza Rifiuti e il Comitato Cittadinicasertani hanno chiesto chiarimenti e interventi alle autorità competenti. Con un’altra lettera-denuncia indirizzata al commissario per l’emergenza rifiuti, al presidente della Provincia di Caserta, all’assessore regionale all’ambiente Walter Ganapini.

 La lettera-denuncia per le bonifiche ^            La lettera-denuncia per la differenziata ^

 L’articolo del Mattino sui ritardi per la differenziata a Caserta ^

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LO UTTARO IN CONFERENZA

Posted by ambienti su aprile 9, 2008

A Caserta oggi mercoledì 9 aprile, alle 16, al Circolo Nazionale in piazza Dante presentazione della richiesta formale al commissario governativo De Gennaro per le bonifiche a Lo Uttaro  e per altri provvedimenti di risanamento dell’ambiente a Caserta. A cura del Comitato Emergenza Rifiuti e di altre associazioni per l’ambiente.

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RIFIUTI ALLA PERIFERIA DEL CENTROSINISTRA

Posted by ambienti su aprile 8, 2008

CLICCA QUIA NAPOLI BASSOLINO HA PROMESSO CHE SI DIMETTERÀ
A CASERTA DE FRANCISCIS PROMETTE SOLO ALTRI GUAI

La cambiale di dimissioni firmata lunedì scorso pubblicamente da Bassolino ^ (“tra un anno mi dimetterò”) e il parziale sollievo con cui l’annuncio è stato accolto ai vertici del PD, da Veltroni a Follini, dimostrano che nel nuovo partito è chiara la consapevolezza che la questione dei rifiuti campani peserà sull’esito elettorale più fortemente di quanto non si voglia ammettere. Il disastro dei rifiuti, le tortuose dinamiche che sono state infine svelate nei suoi retroscena ^, hanno segnato una delle più clamorose serie di autogoal realizzati da una dirigenza politica in una moderna democrazia. Eventuali responsabilità penali a parte, si tratta di una perfetta dimostrazione di ottusità e di arroganza. Questa classe dirigente ha tradito senza ritegno i propri elettori, in particolare quelli che esprimono un voto di opinione, ovvero di ragionamento sulla società e sulla civiltà, non determinato da interessi corporativi o clientelari.
Verso questi elettori la chiamata al voto “contro” Berlusconi potrà servire a poco. Berlusconi non è rientrato in campo per caso, ma perché gli è stata spianata la strada dall’incongruenza infine fallimentare di un governo che era stato eletto sull’onda di una speranza. Nell’attuale situazione italiana, e meridionale in particolare, questa speranza è stata resa vana dalle evidenti analogie che caratterizzano spesso la gestione del potere per il potere, e per gli “affari”, da parte di forze politiche nominalmente contrapposte e anche da parte di chi era stato delegato ad esprimere una concezione diversa del bene pubblico, per il quale appaiono sempre più decisive le questioni ambientali.
Prima o poi certi errori si pagano. Ma se a livello nazionale alcuni rappresentanti illustri del centrosinistra e della sinistra hanno una chiara percezione del prezzo che ora si rischia di pagare, negli ambiti del potere periferico locale, nel Sud e nella Campania in particolare, i piccoli satrapi della politica si arroccano nelle loro bugie e nella loro arroganza contro i cittadini più consapevoli e contro i loro stessi elettori, che vengono così ulteriormente spinti a trasformarsi in ex elettori. Un buon esempio è il comportamento del presidente della Provincia di Caserta Sandro De Franciscis, uno dei maggiori responsabili della tormentata vicenda dei rifiuti in un territorio ripetutamente condannato a subire i danni peggiori della crisi tuttora in corso.

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UN GIORNO DI STOP E TORNA LA CRISI

Posted by ambienti su aprile 7, 2008

Basta perdere un giorno e la situazione dei rifiuti in Campania precipita: la capacità dei vari siti e impianti di smaltimento ormai è ridotta ai minimi termini, se si ferma la raccolta anche solo per 24 ore si riapre la crisi da sovraccarico.
Gli impianti cdr di Giugliano e Caivano sono pieni, non riuscendosi a trovare luoghi dove smaltire le ecoballe già prodotte, allo stesso modo sono pieni i siti di stoccaggio allestiti temporaneamente dal Commissariato. Il sito di Ferrandelle, nel casertano, è chiuso da 72 ore a causa delle piogge e variazioni climatiche di questi giorni che hanno causato fuoriuscite di percolato – il liquido velenoso derivato dalla sedimentazione dei rifiuti – superiori alla norma. Se tutto va bene, dopo sistemazioni e controlli il sito potrebbe tornare operativo non prima di domani.L´ultimo treno per la Germania è partito sabato, con un carico di 900 tonnellate di rifiuti; ma ieri, come tutte le domeniche, i treni non sono partiti. E così ieri notte a Napoli l´Asìa non ha prelevato i rifiuti per strada e i cassonetti sono di nuovo pieni, a 33 giorni dalla scadenza del mandato di Gianni De Gennaro.
Continuano nel frattempo le manifestazioni di protesta contro i siti di stoccaggio scelti nel piano di De Gennaro. A cominciare da Gianturco, dove ieri c’è stata una giornata di incontri e spettacoli per raccogliere firme e ribadire l’opposizione al nuovo sito che dovrebbe essere aperto nell´ex-Manifattura Tabacchi.
Sono temporaneamente ferme invece le proteste a Savignano Irpino (Avellino) per la realizzazione della discarica regionale di Pustarza: si aspettano le risposte derivanti dalla riunione che si è tenuta sabato nella sede dell´amministrazione provinciale di Avellino. Il presidente della Provincia di Avellino, Alberta De Simone, parla di Pustarza come «scelta inammissibile». Il sindaco di Savignano e la Provincia chiedono lo stop ai lavori di allestimento della discarica fino alla conclusione della campagna elettorale. Ma chiedono soprattutto la provincializzazione dei rifiuti, con la esclusione di ogni impianto di stoccaggio a carattere regionale. Nel caso di Pustarza si tratterebbe di un impianto destinato ad accogliere nei prossimi 17 mesi 700 mila tonnellate di rifiuti.
Resta aperta anche la questione della gestione dei lavoratori dei consorzi che si occupano dello smaltimento, consorzi che la legge regionale ha previsto come società miste pubblico-privato che dovranno essere gestite dalle Province. Venerdì gli assessori all’ambiente di quattro province, Angelo Palladino (Salerno), Maria Carmela Caiola (Caserta), Bruno Fierro (Avellino) e Giuliana Di Fiore (Napoli) hanno incontrato il presidente della regione Bassolino, l’assessore regionale all’ambiente Ganapini, il prefetto Sottile, il sindaco Iervolino e i rappresentanti dell’Anci. La questione è che, dopo questo passaggio di mano delle responsabilità, le province dovrebbero provvedere in tempi brevi al pagamento degli oltre 10 mila dipendenti dei consorzi. Ma «questo provocherebbe un immediato dissesto nelle finanze degli enti locali», ha detto l’assessore Di Fiore. Gli assessori all’ambiente stanno elaborando un documento comune da inviare all’assessore regionale Walter Ganapini e per i primi giorni di questa settimana sono in programmi nuovi incontri.
Viola Sarnelli
da http://www.ecodinapoli.com/rifiuti-basta-un-giorno-di-stop-degli-impianti-e-ritorna-la-crisi.htm

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