di Pasquale Costagliola
Tra un presidio ed un volantinaggio vorrei cogliere l’occasione per fare alcune riflessioni tutte interne al movimento, riflessioni che valgono la pena di una pausa. La necessità di essere presenti nella cava Mastroianni dovrebbe, al momento, considerarsi un dato acquisito per tutti. Un presidio anche a singhiozzo (come scrive Francesca Nardi) sta attirando l’attenzione della gente che non conosceva il progetto di Bertolaso o addirittura non sa della cava. Le esitazioni devono essere bandite. Sarebbe auspicabile che le forze non venissero sprecate e che le iniziative del movimento si moltiplicassero. Detto questo in premessa, si può fare il punto della situazione.
Un primo bilancio di questi giorni è comunque positivo, malgrado i pochi mezzi e qualche fraintendimento. La stampa locale ha posto sotto osservazione la Mastropietro e l’opinione pubblica è allertata. C’è una certa aspettativa per la manifestazione del 15 giugno che va, ovviamente, coltivata. C’è l’appoggio del sindaco di S. Nicola e della giunta. Di contro aleggia uno spettro di fatalismo e di paura per la militarizzazione. Berlusconi è un mago della comunicazione e come tanti vuole vincere senza combattere. Così prova a terrorizzare i suoi avversari (lo facevano anche gli indiani dipingendosi il volto con l’ocra). E mentre lui vuole vincere senza scontro altri vogliono perdere senza combattere. Questo gioco, per fortuna nostra, non è così liscio per Berlusca. All’orizzonte c’è la magistratura, c’è la UE, c’è un opinione pubblica che può cambiare idea e ci sono alcuni di noi che non ci stanno a lasciar fare a Bertolaso senza muovere un dito. Nessuno è sconfitto senza che si dichiari tale. La militarizzazione non è ancora intervenuta e possiamo muoverci al momento con una certa agevolezza. A tal proposito, ancora c’è da sottolineare come il divulgare le immagini della Mastropietro sia stata una mossa fondamentale per porre la questione della mancata messa in sicurezza della discarica. A tal proposito vorrei esortare i nostri amici tutti a non farsi prendere da paure esorbitanti che potrebbero coartare ogni iniziativa. D’altra parte il tempo non passa invano e un poco di esperienza l’abbiamo acquisita.
Oggi abbiamo un quadro operativo che non è da buttare. Giuseppe Messina sta lavorando su documenti e studi che non possono essere sottovalutati. Col senno del poi possiamo dire che questi elaborati sono stati importanti granelli di sabbia messi nell’ingranaggio del sistema di corruzione. L’avvocato Luigi Adinolfi è già pronto con le sue azioni legali. La stampa ed i media locali stranamente ci sono favorevoli. I politici, per quanto inetti, vivono con la paura di essere sputtanati (ancora, ripeto, non sottovalutiamoci per quanto possiamo fare nei media). Allora bisogna insistere con alcuni punti che val la pena di enunciare:
1) presidio da mantenere a tutti i costi (o almeno finchè possiamo) alla Mastroianni;
2) bisogna controinformare tutti, ma soprattutto penetrare nella periferia immediata di Maddaloni (è da lì che deve venire lo sforzo di reazione questa volta);
3) convogliare le persone nella Mastroianni in alcuni momenti topici per calcare l’immagine di partecipazione popolare;
4) allargare la rete informativa mediatica di base e se possibile avvicinare televisioni e radio come stiamo facendo.
Ovviamente c’è altro ancora da fare….
Vorrei che tutti comprendessimo che bisogna attrezzarsi per una lunga stagione di resistenza. Risulta necessario capire dove si va e come si va, senza lasciare troppo spazio a timori ed a qualche fisima. Se qualcuno vuole mantenere lo status quo di comitati o associazioni non si preoccupi, è solo la necessità del momento che impone queste scelte un po’ fuori dagli schemi (sorry). Purtroppo siamo una sottile linea che si frappone ad una marea. Dietro di noi non c’è niente e quindi muoviamoci ma con intelligenza.