AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

I RIFIUTI E LA GLORIA

Posted by ambienti su luglio 4, 2008

 

di Pasquale Costagliola

Arrivano i nostri a cavallo di un cavallo. Una volta nei film western c’era la scena finale con la cavalleria USA che salvava, sciabola in resta e bandiera al vento, la diligenza assalita dagli indiani. Un siparietto eroico che da qualche mese si ripropone sul teatro nostrano dell’emergenza rifiuti. Il prode Bertolaso, anch’egli vestito di blu come il generale Custer a Little Big Horn, sta chiamando a raccolta tutte le armate del mondo onirico. Dopo i mille, che pur non si sono visti, il capo della protezione civile ha arruolato qualche centinaio di psicologi di pura razza padana che dovrebbero portare la luce della differenziata a noi meridionali. Non basta, si schierano anche gli alpini, o meglio le penne nere in congedo, che si scoprono anch’essi specialisti della munnezza. Nel frattempo qualche soldato in servizio permanente effettivo è già sceso in campo con mimetica e mitragliatore. Così, questa volta, i bersaglieri della Garibaldi (sempre i mille che ritornano) si sono trincerati ad Acerra in un bunker che sarebbe stato meglio fare a Nassirya (avrebbero evitato i morti per l’attentato).
Il dottor Bertolaso si è scatenato più di Berlusconi nel movimentare la scena con effetti speciali e l’esercito sembra la chicca del suo programma. D’altra parte una volta si difendeva la Patria montando la guardia al bidone della benzina, oggi si è all’erta vicino alle pattumiere.
La militarizzazione dei siti di discarica la inaugurò de facto Prodi, anche a Lo Uttaro con spiegamento di polizia, e poi l’ha definitivamente sancita con una norma che ricorda la legge cosiddetta “notti e nebbie” dell’epoca nazionalsocialista. Il mortadella ha predisposto un silenzio militare sui luoghi deputati a diventare impianti per i rifiuti. Berlusconi ha trovato una strada aperta per proseguire nella bunkerizzazione dei siti sensibili. Il resto è contorno grandguignolesco, apparato di propaganda a basso costo.
Gli psicologi che devono analizzare le vittime della munnezza sono un fatto demenziale per un territorio che necessita piuttosto di indagini epidemiologiche. Anche gli alpini fanno ridere e il pensiero va subito alle montagne di munnezza che i simpatici montanari potrebbero scalare. Aspettiamo la marina a Lo Uttaro che possa navigare nel mare di percolato traboccante. Infine, visto che a Caserta oltre alle discariche ci assillano i cementifici della zona orientale con le loro polveri sottili e fumi, vorremmo un intervento umanitario dell’aviazione. Magari con un missile intelligente potrebbero disintegrare Moccia, Buzzi e Cementir. Speriamo nei Tornado … ma soprattutto speriamo di cavarcela malgrado tutti questi specialisti.

5 Risposte a “I RIFIUTI E LA GLORIA”

  1. tommaso said

    Tutte le notti, a proposito di cementificio, a Parco Cerasole e dintorni (quasi fino al centro città, a seconda di come soffia il vento) si diffonde una strana puzza, come è già stato segnalato in passato su questo sito. A tenere solo appena le tapparelle aperte (siamo a luglio) le case si impregnano! Che di notte il cementificio di San Clemente approfitti del sonno degli abitanti per appestare l’aria senza nemmeno i filtri? Si può fare qualcosa, oltre che monitorare? C’è un qualche accidente di centralina predisposta dal Comune (come a Via Giannone) che possa controllare? E’ possibile rimanere così impotenti e farci avvelenare le notti e forse la vita?

  2. angela said

    Poiché soffro di asma e ho bisogno di aria pulita:
    qualcuno sa dirmi se nella zona Briano-San Leucio si sente la puzza del cementificio?
    Da qualche parte ho letto che si sente fino alla zona ospedale.
    Per favore fatemi sapere.

  3. ambienti said

    x Angela
    Caserta è una piccola città. Una gestione scriteriata dell’ambiente l’ha ridotta tutta un vero schifo. A ridosso delle case si trovano da un lato cementifici, dall’altro una discarica e forse un’altra prossima. Quando amministratori di vedute molto ristrette parlano di periferie sembrano non rendersi conto che parlano di distanze di qualche centinaio di metri da luoghi cosidddetti “centrali”, al massimo di pochi chilometri. Niente, in pratica, per scampare agli effetti effetti delle mostruosità cresciute nel territorio. La Grande Puzza de Lo Uttaro l’anno scorso di questi tempi pervadeva l’intera città. Il fumo dei cementifici segue i capricci del vento e facilmente arriva in ogni quartiere. Infatti da ogni parte raccogliamo lamentele. Se sei preoccupata per la salute e te lo puoi permettere ti consigliamo di andare ad abitare ad almeo 20/30 chilometri da questa città trasformata in un cesso. Informati prima su com’è la situazione dove pensi di andare ed escludi dal principio le direzioni Acerra e Capua-Santa Maria la Fossa, da lì se faranno gli inceneritori arriveranno altri guai enormi.

  4. marco said

    Ma il cementificio non doveva essere spostato? Visto che le cave stanno per chiudere (o sono già chiuse?). Avevo sentito dire che era antieconomico avere un cementificio dove non ci sono più cave e io quindi speravo che un giorno o l’altro chiudesse!!!! o lo spostassero!!!!

  5. CQ said

    Forse Marco non sa che i cavaioli hanno appena ottenuto la proroga all’attività cavatoria. Il Comitato di quartiere di Parco Cerasole-San Clemente si è già attivato per presentare ricorso contro questa infausta decisione. Ma il resto dei casertani dorme.

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