Come si vive a 800 metri da una discarica campana o da una montagna di ecoballe? Male, molto male. E anche un po’ più in là. Fatevelo dire da chi ci è stato costretto. Soprattutto se discarica ed ecoballe contengono l’abominevole materia percolatosa e puzzolente che proviene da finti impianti per CDR. E se la discarica è gestita alla bell’e meglio, sversandoci di tutto, senza coperture di terra a ogni strato di rifiuti, senza adeguata captazione del percolato e del biogas. Com’è avvenuto di regola nelle discariche campane negli ultimi anni, a Montesarchio o a Lo Uttaro, Caserta.
A 800 metri da una discarica commissarial-governativa, anche bertolasiana (sotto Bertolaso I), molti hanno fatto l’esperienza stravolgente del non respiro. D’estate si è rischiata la completa asfissia. La puzza riesce a entrare attraverso le finestre serrate. Se in casa qualcuno soffre un po’ d’asma o c’è un anziano o un bambino, meglio pensare a dove trasferirsi subito. O a dove fuggire da profughi, rinunciando ai propri beni essenziali. Visto che, per esempio, se si è riusciti con i sacrifici di un mutuo ad acquistare la casa dove si abita, difficilmente si riuscirà a rivenderla e ricavarne abbastanza per andarne a comprare una da un’altra parte. Dove arrivano discariche ed ecoballe c’ è una caduta a picco dei prezzi degli immobili.
Chi per temerarietà o necessità rimane nelle notti d’estate viene intrappolato, oltre che nella puzza, negli incubi di futuri malanni. Giacché un rapporto OMS ^– confutato capziosamente solo da qualche buffone – indica in modo molto chiaro che chi vive nel raggio di un chilometro da discariche fuori controllo, come sono state esattamente Montesarchio e Lo Uttaro, vede accrescersi i rischi di contrarre nel tempo malattie terribili.
Eppure, come riferisce Conchita Sannino in un articolo lunedì 14 luglio su la Repubblica ^ i vertici dello staff di Bertolaso si sarebbero irritati perché il demanio non ha accettato di ospitare alcune migliaia di ecoballe (si comincia sempre così) nell’area della caserma occupata dai reparti Bersaglieri della Brigata Garibaldi. La Sannino nota che secondo il sottosegretario Bertolaso e il generale Franco Giannini lo stoccaggio sarebbe stato «ad alto beneficio, a costo zero e senza alcun impatto ambientale, visto che la casa più vicina dista 800 metri».
Parlare di un stoccaggio di attuali ecoballe campane senza impatto ambientale a 800 metri dalle abitazioni significa voler continuare a prendere in giro la gente.
Siamo contenti per i bersaglieri che finora sono riusciti a scamparla. Resta da vedere se ora i responsabili del demanio non rischieranno di essere incriminati per aver ostacolato l’apertura dello stoccaggio.
La tragica farsa continua. Mentre ogni tanto qualche imbecille sostiene che qualcuno si dovrà pur “sacrificare”. Chi dovrebbe gestire questa situazione sembra non rendersi conto della devastazione sociale e politica che i suoi atti sconsiderati stanno provocando in questa regione e in questo paese. Alla devastazione si potrebbe cominciare a tentare di rimediare solo col “sacrificare” i responsabili di 14 anni di intrallazzi dei rifiuti con relative strategie di affari. Ma per far questo la via non appare agevole. I magistrati che ci stanno provando vengono ostacolati con nuove anomale leggi che ci pongono fuori dalla cerchia delle nazioni civili e democratiche. E al governo c’è chi li addita come nemici pubblici.
Archive for 14 luglio 2008
800 METRI
Posted by ambienti su luglio 14, 2008
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UN CAPITOLO DI ECOBALLE
Posted by ambienti su luglio 14, 2008
ECOBALLE di Paolo Rabitti
clicca qui e leggi il capitolo introduttivo del libro, grazie ad Aliberti editore ^
UNA TESTIMONIANZA SHOCK SU NAPOLI E CAMPANIA. TUTTE LE VERITÀ SU DISCARICHE, INCENERITORI, SMALTIMENTO ABUSIVO DEI RIFIUTI
L’autore, Paolo Rabitti, ingegnere e urbanista, docente universitario, ha elaborato relazioni tecniche per la magistratura di Napoli nel corso delle indagini sull’affare rifiuti. Ha collaborato con la magistratura per molti altri casi scottanti in tutta Italia, dal Petrolchimico di Marghera, per conto del Pm Felice Casson, al processo Enel di Porto Tolle, dal Petrolchimico di Brindisi alla causa per l’inquinamento dal DDT del Lago Maggiore. Le sue perizie per la Procura di Napoli sono un fulcro dell’accusa nel clamoroso processo attualmente in corso.
Per la prima volta un tecnico svela il business miliardario del pattume. Dopo quattordici anni di emergenza rifiuti, a Napoli e in Campania il disastro continua. I costi sono alle stelle, la popolazione è allarmata e sfiduciata perché chi dovrebbe risolvere procede ancora con diktat incoerenti, spesso in contrasto con la normativa europea che tutela la salute pubblica e la partecipazione dei cittadini.
Rabitti spiega le tare, i sotterfugi, perché gli impianti di trattamento rifiuti della Campania non hanno mai funzionato a dovere, i metodi usati per aggirare la legge. I meccanismi che bloccano le soluzioni sul nascere, che hanno devastato l’immagine dell’Italia all’estero. E chi ci guadagna, e perché. E come, forse, riuscire a uscirne. Un documento che inchioda tutti alle proprie responsabilità.
In Ecoballe c’è anche un capitolo sulla discarica Lo Uttaro a Caserta. Paolo Rabitti non ha trattato personalmente il caso, ma dopo aver esaminato da tecnico la documentazione scrive: “Lo Uttaro mostra come il disastro fosse già annunciato prima ancora di smaltirvi un solo chilogrammo di rifiuto proveniente dagli impianti ex CDR”.
vedi altre notizie + videointervista a Paolo Rabitti nel post
I MISTERI DEI RIFIUTI CAMPANI ^
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CARTE FALSE CHE AVVELENANO
Posted by ambienti su luglio 14, 2008
I carabinieri del Noe e la Procura di Santa Maria Capua Vetere con l’operazione Carte False hanno svelato oggi un altro capitolo dell’infinito serial dei rifiuti campani regolari e “clandestini”. Stando alle loro indagini, alcune aziende si rivolgevano a un laboratorio compiacente di Sant’Egidio del Monte Albino, in provincia di Salerno, per ottenere certificati fasulli che permettevano di smaltire rifiuti speciali più facilmente e più pericolosamente per la salute di tutti. Tre persone arrestate, 24 denunciate tra le province di Caserta, Avellino e Salerno per vari reati, dal concorso per associazione a delinquere al traffico organizzato illecito di rifiuti, da falso ideologico in atto pubblico al disastro ambientale. L’indagine è un seguito dell’operazione Chernobil del luglio 2007 ^.
vedi l’articolo “Carte false” per la rifiuti connection su Casertacè ^
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