L’ARRESTO PER CHI ABBANDONA RIFIUTI IN STRADA, MA SOLO IN CAMPANIA O QUASI
MENTRE SI TOLGONO MEZZI A CHI SVELA IMBROGLIACCI DELL’EMERGENZA ED ECOCRIMINI
Certo fanno parecchio schifo i materassi abbandonati in strada e per chi li deposita non ci starebbe male una multa salata o, come istruttivo contrappasso, la penitenza di un periodo di lavoro nei servizi di nettezza urbana. Però i nodi maggiori del problema dei rifiuti campani non derivano tanto dai materassi quanto dagli imbrogliacci che si sono intrecciati per anni all’ombra del commissariato governativo per l’emergenza ^, dall’inettitudine degli amministratori, dai misfatti dei camorristi ecotrafficanti. La minaccia dell’arresto per abbandono di materassi e simili appare l’ennesimo colpo di teatro di una politica-spettacolo che i problemi non li risolve ma cerca di illuderci d’averli risolti inscenando grandi varietà di annunci e di poco concludenti smargiassate. Come in occasione del Consiglio dei Ministri riunito a Roma ieri mattina, venerdì, che tra gli altri provvedimenti ha approvato, su proposta del premier Silvio Berlusconi e del Ministro dell’ambiente Stefania Prestigiacomo, un nuovo decreto-legge sui rifiuti in Campania.
Nel comunicato diffuso da Palazzo Chigi a fine riunione è scritto: “un decreto-legge che fa parte del pacchetto di interventi predisposti dal Governo per superare definitivamente l’emergenza rifiuti dell’area campana. Vengono individuate, in particolare, forme di vigilanza sugli enti locali finalizzate ad assicurare l’osservanza della normativa in materia di rifiuti, prevedendo altresì strumenti sanzionatori (il possibile commissariamento) nei confronti dei comuni inadempienti. Si tratta di misure tese a: velocizzare la rimozione di rifiuti ingombranti o di cumuli di rifiuti; individuare, per la provincia di Caserta, interventi particolari per l’affidamento del servizio di raccolta di rifiuti; disciplinare la corresponsione di emolumenti al personale militare impegnato. Per l’intera area nazionale, poi, il decreto-legge inasprisce le sanzioni attualmente previste per alcune violazioni della normativa in materia di gestione dei rifiuti. E’ prevista poi una campagna informativa a mezzo radio o televisione per il corretto comportamento in materia di smaltimento di rifiuti e sulle sanzioni introdotte dal decreto. Ulteriori misure prevedono il potenziamento delle strutture di contrasto agli incendi e incentivi per la realizzazione di inceneritori”.
Per chi abbandonerà materassi ed elettrodomestici sulla pubblica via è previsto anche l’arresto, ma solo in Campania e nelle regioni in emergenza. Basterà quindi percorrere qualche chilometro in più e sconfinare magari in Molise, per non incorrere nella pena. A parte il fatto che le nuove disposizioni sono di dubbia applicabilità. Se finora sono state rarissime le multe – possibili da sempre – per i cittadini che abbandonano scriteriatamente rifiuti in strada, chi provvederà agli arresti? Se ne faranno forse due o tre per mostrare che il governo è “energico”.
Tra i primi commenti quello del responsabile scientifico di Legambiente Stefano Ciafani, che ha dichiarato: ”È giusto inasprire le pene ma serve buon senso. Assurdo arrestare chi getta un frigorifero e non poter intercettare chi traffica con i rifiuti tossici”. E ha precisato che: “lascia perplessi un tale inasprimento delle pene per chi sporca, quando secondo il disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche in discussione in Parlamento, la magistratura e le forze dell’ordine non avrebbero più la possibilità di ascoltare le conversazioni dei trafficanti di rifiuti. Ad oggi infatti, il delitto di organizzazione di traffico illecito di rifiuti rimane tra i reati inascoltabili, ma impedendo l’uso delle intercettazioni, si nega a queste indagini un importante strumento contro un reato particolarmente odioso che compromette l’equilibrio dell’ambiente e la salute di intere comunità”.
Da notare nel comunicato del governo il riferimento a “ulteriori misure” che prevedono “incentivi per la realizzazione di inceneritori”. In proposito Legambiente chiede, sempre tramite il suo responsabile scientifico: “Vuol dire che l’emendamento sul Cip6 – proposto dal governo nel disegno di legge Sviluppo, e successivamente dichiarato inammissibile, che estende gli incentivi per le rinnovabili anche ai termovalorizzatori in via di autorizzazione o costruzione – è stranamente e magicamente ricomparso nel decreto legge rifiuti approvato oggi?”. Ciafani ha aggiunto: “Sarebbe grave, e confermerebbe che il lupo perde il pelo ma non il vizio. Dopo aver esteso quegli incentivi ai termovalorizzatori di Napoli, Salerno e Santa Maria La Fossa il Governo forse vuol perseverare nell’errore costringendo l’Italia ad una ennesima procedura d’infrazione da parte dell’Ue? Noi vigileremo al riguardo, e come già fatto per il caso Campania, non esiteremo a segnalare l’assurda decisione alla Commissione europea”.