QUANTE STORIE COSÌ
Posted by ambienti su novembre 13, 2008
Facciamo subito le bonifiche a Lo Uttaro? O accanto a quella bomba chimica ^ voluta a Caserta da Bertolaso I ci apriamo, sempre a due passi dalle case di tanta gente, un altra discarica, nella cava Mastroianni, com’è previsto dalla legge 123 ^ dettata in buona parte al governo Berlusconi da Bertolaso II? Prima che si decida è il caso di leggere questo scritto di Antonio Menna. Lui parla di Giugliano in particolare, ma purtroppo il discorso, lo sappiamo, vale anche per altre zone della Campania. Riportiamo la prima parte del racconto, il seguito si trova ad antomenna.blogspot.com ^ , un blog che vale la pena di tenere d’occhio.

La mappa è tratta dal Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità di Giugno 2005
Ida era mia zia. Una di quelle zie che friggono tutto e ti danno sempre da mangiare. Una zia-mamma. Aveva una salumeria e portava addosso un profumo di pane fresco.
Anche Pacifico era mio zio. Era fedele al suo nome. Mite. Un’ombra. L’ho visto poco.
Un altro zio era Salvatore, minuto falegname che aveva le mani callose e una timidezza serena. Ho visto poco anche lui.
Il signor Giovanni, invece l’ho visto una volta sola: era il papà di una cara amica e mi diede la sensazione di un uomo protettivo e forte. Un po’ come il dottor Vincenzo, che ho avuto di fronte nei banchi del Consiglio comunale dieci anni fa. Di Rifondazione io, di An lui. Scontri belli, di contenuti. Sorrisi complici. Il rispetto per chi ha ancora un valore.
Ida, Pacifico, Salvatore, Giovanni, Vincenzo hanno due cose in comune.
La prima è che, in un modo o in un altro, hanno incrociato la mia strada.
La seconda è che sono morti in questi giorni di tumore. In pochi mesi. Hanno scoperto la scimmia rancida da un mal di pancia. “Mi sento disturbato, ho dolore allo stomaco, non mi va di mangiare oggi”.
Tre settimane dopo erano sotto terra.
Ci sono emozioni private in queste vicende: ricordi, parole, fotografie. Poi ci sono emozioni più allargate: la paura che potrebbe capitare ad altri, l’orrore di vedersi consumati in un lampo. Poi c’è una suggestione di tutti: il tumore nell’area a nord di Napoli. Fegato e polmoni, i peggiori. Ci sono studi che dimostrano che in alcune zone della Campania, negli anni scorsi, il cancro è esploso come un’epidemia.
• Il testo completo si può leggere ad antomenna.blogspot.com ^
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