Dove le metteranno le centrali nucleari programmate dal governo Berlusconi? Il territorio casertano sembra già candidato. Non solo perché qui già abbiamo una concentrazione elevatissima di danni e rischi da inquinamento, grazie alla gestione di rifiuti “legali” e illegali. Ma anche perché l’obsoleta tecnologia francese per le centrali che Berlusconi si è fatto rifilare da Sarkozy richiede molta acqua e il Garigliano è il più grande corso d’acqua italiano a sud del Tevere. Servirà a qualcosa ricordare che la vecchia centrale atomica del Garigliano aveva probemi gravi già dal momento della realizzazione, che per questo infine fu chiusa e che sarebbe previsto il definitivo smantellamento entro il 2019? Temiamo di no. Quando si fanno partire i treni della follia contro l’ambiente, facilmente si concedono “deroghe” a ogni segnaletica delle leggi esistenti, della scienza e del buon senso.
C’è da osservare che i rischi provenienti da una centrale nucleare vanno ben al di là di un ambito provinciale e regionale. In caso di catastrofe tipo Cernobyl l’Italia intera andrebbe ko. Ma certo chi è più vicino si becca anche gli effetti più concentrati dei piccoli e misteriosi incidenti che la burocrazia politica non ammette ma che per i territori interessati hanno effetti micidiali. Con formidabili effetti turistici: per i villeggianti della Baia Domizia, dove sfocia il Garigliano, si prospetta per i prossimi anni la possibiltà di un’abbronzatura davvero atomica.
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La centrale del Garigliano ^