AMBIENTI

Blog di Resistenza Ambientale

Archive for 9 marzo 2009

DI CHI HA PAURA QUESTO MOSTRO

Posted by ambienti su marzo 9, 2009

La lettera delle donne del presidio di Chiaiano-Marano pubblicata oggi anche da la Repubblica Napoli riassume alcuni concetti essenziali per la resistenza contro la catastrofe e la truffa dei rifiuti che i cittadini campani sono stati condannati a subire da vari governi e amministrazioni e in ultimo, manu militari, da Berlusconi & Bertolaso.
Riportiamo qui la lettera.

Scriviamo in risposta alla lettera “L’8 marzo delle oligarchie”
Non sappiamo dove siete state voi nei giorni dell’emergenza-rifiuti. Vi scriviamo però, dove da circa un anno stiamo noi donne del presidio Chiaiano-Marano. Siamo giovani, anziane, lavoratrici, disoccupate, madri.
Molte hanno il volto segnato dal tempo e dalla fatica, altre il viso luminoso della giovinezza.
Stiamo, insieme a voi, pagando l’ingordigia e l’infamia di un mostro che non ha volto ma mille profili: della camorra, della politica corrotta, di amministratori inetti e collusi, di affaristi, di medici consenzienti, di preti che indossano l’abito comodo del don Abbondio.
Noi, però, abbiamo decido di conoscerlo e combatterlo quel mostro, ci siamo informate, documentate e adesso ci fa meno paura perchè conosciamo il suo tallone d’Achille. Egli teme l’informazione corretta, le nostre continue denunce, la nostra determinazione, il nostro coraggio. Ha paura della mobilitazione della gente.
La polpa dei rifiuti (come la definisce l’oncologo A. Marfella) potrebbe diventare occasione di lavoro per migliaia di persone. Ma il mostro è vorace, insaziabile e allora boicotta la raccolta differenziata accusando poi di negligenza e di incapacità i cittadini napoletani.
E a cosa servirebbero discariche e inceneritori se non a ingoiare e bruciare rifiuti tal-quale che sprigionano sostanze nocive alla salute pubblica ma garantiscono al mostro lauti guadagni.
Noi donne, che diamo la Vita, noi donne di Chiaiano-Marano abbiamo deciso di difendere la vita dei nostri figli, del territorio, della democrazia.
Sì, della Democrazia e il mostro questo l’ha capito, perciò ci spia, ci osserva, ci oscura. I suoi tentacoli arrivano ovunque e imbavagliano giornali e televisioni e stordiscono la coscienza collettiva.
La mente di quel mostro ha partorito leggi infami contro la Campania e noi abitanti di questa terra, troppo a lungo calpestata, abbiamo il dovere, davanti a Dio e agli uomini di ribellarci e di lottare.
E, insieme ai nostri compagni, ai nostri mariti, ai nostri ragazzi non ubbidiremo mai alla consegna del silenzio.
Uniamo le nostre forze e le nostre risorse. Venite al Presidio o contattateci sul sito www.chiaianodiscarica.it . Insieme ce la possiamo fare.
Le donne del Presidio di Chiaiano-Marano

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L’INCENERITORE È UN BUCO NERO

Posted by ambienti su marzo 9, 2009

Il Nucleo operativo ecologico (Noe) dei Carabinieri di Roma, diretto dal capitano Pietro Rajola Pescarini, ha effettuato questa notte il sequestro dei due termovalorizzatori dell’ impianto di Colleferro e proceduto all’arresto di 13 persone con l’accusa di associazione per traffico illecito di rifiuti e truffa allo stato. A conclusione di un’indagine intitolata “Black Hole”, “Buco Nero”.
A finire in manette la dirigenza del consorzio che gestisce l’impianto di smaltimento alle porte di Roma e alcuni responsabili dell’Ama per i ciclo dei rifiuti. Secondo quanto si apprende da fonti investigative a Colleferro veniva smaltito ogni tipo di rifiuto violando “tutte le norme previste”. Parte del materiale, hanno verificato gli uomini dell’Arma, arrivava “di nascosto” dalla Campania e comprendeva anche rifiuti pericolosi.
L’indagine “Black Hole” ha rilevato anche “il condizionamento nei confronti di dipendenti ed operai, anche attraverso pretestuose contestazioni disciplinari e sospensioni lavorative, al fine di evitare la collaborazione degli stessi con l’autorità giudiziaria”. Tra i reati emersi: l’organizzazione del conferimento di rifiuti urbani non differenziati ai termovalorizzatori, classificati come Cdr; falsificazione e predisposizione di certificati di analisi sulla natura dei rifiuti; l’ottenimento fraudolento di incentivi statali in campo energetico. Nella gestione dei termovalorizzatori sono stati distrutti o occultati certificati ed analisi e alterati i dati dei valori fuori limite.

Gli inceneritori di rifiuti fanno male all’ambiente e alla salute. Lo dicono innumerevoli ricerche scientifiche ed è impossibile smentirle. I paladini dell’incenerimento potranno al massimo cercare di imbrogliarvi sostenendo che un inceneritore fa male come qualche decina di automobili. Per sostenere questo, però, bisogna sorvolare su tutte le sostanze dannose emesse da un inceneritore, in particolare le micidiali nanoparticelle, che al momento non vengono bloccate da filtri, neanche con le più aggiornate tecnologie ^. E bisogna presupporre che un inceneritore funzioni in condizioni ideali per caratteristiche del’impianto, manutenzione, qualità dei materiali bruciati. Condizioni “ideali”, appunto, che restano nel mondo delle idee. Scendendo terra terra, nel mondo reale dove viviamo e respiriamo, le cose vanno spesso molto diversamente.
Chi garantisce i controlli? Che succede in caso di errori? Applicare tutte le procedure, le cautele e i controlli miranti a un funzionamento ideale ha, tra l’altro, i suoi costi. E gli inceneritori non sono opere di beneficenza, come pure qualcuno vorrebbe farvi credere nel farvi pagare il contributo CIP6 con la bolletta dell’energia elettrica. Gli inceneritori di rifiuti sono impianti industriali volti a fini di lucro, anche se di una strana industria impegnata a produrre veleni per tutti e ceneri tossiche che poi è ulteriormente pericoloso smaltire. Perciò è improbabile che un inceneritore reale funzioni in condizioni “ideali”. Ed è invece probabile – soprattutto in Italia dove i rifiuti sono divenuti l’affare d’oro della delinquenza organizzata e non – che funzionino male, con un accrescimento vertigioso dei danni per l’ambiente e per la nostra salute.
Come può funzionare un inceneritore reale ce lo spiegano, di tanto in tanto, i verbali dei carabinieri. Ultimo caso oggi a Colleferro, a due passi da Roma. E a Colleferro non è la prima volta che intervengono i carabinieri del NOE. Come a dire: l’inceneritore si bruciacchia il pelo ma non perde il vizio.

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