TUTTI IN PIAZZA

di Annalisa Aiardo da ilnolano.it ^
ACERRA – “Diciamo no all’inceneritore, oggi come il 29 agosto 2004”. Con questo slogan il Movimento campano per i Rifiuti Zero scende in piazza il 25 e il 26 marzo, promuovendo un corteo regionale e un presidio con concentramento in piazza Duomo per ribadire la contrarietà del fronte del no alla “parata” che la Presidenza del Consiglio ha organizzato in occasione dell’inaugurazione del termovalorizzatore. Sotto accusa il senso mediatico che si vuole dare alla giornata: “La sola vera preoccupazione è quella della buona riuscita dell’evento sotto il profilo mediatico. Si vogliono addirittura esporre reperti archeologici provenienti dalla collezione Spinelli, custoditi negli sgabuzzini del Museo Nazionale di Napoli, invano richiesti da anni dalle associazioni e dalle istituzioni cittadine. Nulla importa che a lavorare in quel cantiere, presidiato dall’esercito, ci sia ancora una società sotto processo per truffa aggravata ai danni dello Stato e frode in pubbliche forniture che ha trasformato la Campania, a spese dei cittadini, in una vera e propria discarica a cielo aperto”. Sotto accusa anche la poca trasparenza nella gestione dell’impianto, che avrebbe già bruciato “i primi carichi di “monnezza tal quale” (senza alcuna selezione o tritovagliatura come dimostrano i filmati presenti su Internet chissà perchè oscurati in queste ore) ” sostiene l’associazione – nonostante la commissione ministeriale incaricata dell’aggiornamento della compatibilità ambientale avesse nel 2005 subordinato il proprio parere favorevole a ben 27 prescrizioni tra cui quella, ritenuta fondamentale, della combustione del solo Cdr che in Campania non è mai stato prodotto”. La paura principale è proprio questa, che nell’inceneritore si bruci indistintamente ogni sorta di rifiuto. Altre questioni sul banco degli accusati: le garanzie per la salute pubblica, la bonifica del territorio e dove saranno smaltite le ceneri e gli altri scarti dell’impianto. Nessuna risposta “rassicurante” nemmeno dall’Osservatorio nazionale, dice il Comitato, un gruppo di tecnici individuati senza alcuna procedura trasparente e partecipativa e pagati da chi deve essere controllato. Il dejavù di Colleferro è ancora “fresco”: “anche lì i cittadini erano stati rassicurati, ma a distanza di anni la magistratura ha scoperto che i dati erano truccati ed ha sequestrato l’impianto, così come sono stati sequestrati gli inceneritori di Pietrasanta e Vercelli, il gassificatore di Malagrotta e l’inceneritore di Brindisi a riprova che il controllo delle emissioni degli inceneritori è un bluff: quando viene fatto viene aggirato”. Provocatorie le ultime battute: “Perché si sottraggono ad un confronto? Temono forse di svelare l’affare? Non consentiremo che la città assista in silenzio alla farsa che Berlusconi vuole mettere in scena per nascondere la truffa rappresentata dall’inceneritore di Acerra, un vero e proprio monumento alla violazione dei diritti fondamentali e, come abbiamo anticipato al commissario prefettizio del comune di Acerra, non permetteremo di mortificare la battaglia di una intera comunità che, in tempi non sospetti, ha avanzato critiche e dubbi che oggi trovano conferma negli atti della magistratura e che ha denunciato in tutte le sedi i costi sociali di quanto stava avvenendo in Campania”.
e qui parla Tommaso Esposito, l’avvocato dei comitati di Acerra,
in una breve intervista apparsa su il manifesto del 10/03/2009 ^
mentre l’Osservatorio ambientale di Acerra, che secondo Bertolaso dovrebbe tutelarci,
resta un problema scottante, come racconta questo articolo su ilmediano.it di ieri ^