Berlusconi & Bertolaso hanno invitato 400 persone ad Acerra per l’inaugurazione dell’inceneritore. Forse di più, ma sugli altri potrebbe esserci il segreto di stato. B&B se ne vogliono “vedere bene”, come si dice a Napoli. Cercano una giornata di autoglorificazione. O tentano di nascondere con i festeggiamenti i tanti problemi che non riescono a sbrogliare? Dal centro di Napoli c’è chi ha ricominciato a lamentarsi – con lettera alla sindaca Iervolino e foto annesse – perché la città torna ad essere sporca (su Il Mattino^) .
Ad Acerra per il pranzo degli ospiti non è stato ufficialmente annunciato un menù. Manderanno via gli invitati senza arrosto dopo aver fatto loro vedere il fumo? Comunque, per evitare equivoci, non è prevista una grigliata gastronomica. Basterà e avanzerà quella del tritovagliato bruciato nel nuovo impianto.
A B&B ha provocato un certo disappunto Don Giovanni Rinaldi, vescovo di Acerra, che l’invito alla festa non lo ha accettato. I due campioni dei rifiuti, senza perdersi d’animo, si sono rivolti ai superiori: hanno convocato il cardinale di Napoli Crescenzio Sepe. E se avesse rifiutato anche lui? A quali più alti gradi si sarebbero appellati il premier e il suo sottosegretario? Al Vaticano? Ancora più su?
Il cardinale Sepe, perciò, probabilmente ad Acerra presenzierà. Per placare gli animi, che in questo caso somiglia molto all’addormentare le coscienze. La Chiesa è ferma e compatta nel difendere tutta la natura creata e ogni alito di vita. Molto coerente. Ma di fronte all’inceneritore le posizioni si complicano in modo preoccupante. Il problema teologico sarebbe: in che rapporto sono la natura creata e l’alito della vita con gli aliti velenosi e le micidiali nanopolveri che usciranno dalle ciminiere industriali di Acerra? Nella Chiesa Campana avremo lo scisma della munnezza?
Gli acerrani appaiono in generale confusi e malinconicamente rassegnati. All’inaugurazione dell’inceneritore, ma non a respirare ciò che diventerà l’aria di qui. Da anni ad Acerra non si sentivano tra la gente, in privato, tanti progetti di andare via per sempre. Soprattutto da quando, nelle ultime ore, si è saputo che Andrea Gerlando, il secondo pastore morto per tumore da inquinamento ad Acerra, un anno fa, aveva il corpo impregnato di diossina e di altri “veleni vecchi” locali ^ .
Pubblicamente sono previste due manifestazioni di protesta. Una oggi, organizzata dal movimento campano Rifiuti Zero, corteo in partenza alle 16.30 da piazza Duomo di Acerra. Una domani, con presidio in piazza Castello a partire dalle 10 . Per dire le ragioni del no, a voce e per iscritto, con insegnanti, avvocati, medici. In sintonia con le manifestazioni organizzate dall’associazione nazionale Diritto al Futuro ^ nelle piazze di varie città italiane, dal 26 al 29 marzo, per denunciare la truffa del sussidio CIP6 concesso ai gestori degli inceneritori. Un “affare” in contrasto con la Direttiva 2001/77 dell’Unione Europea che esclude la possibilità di sovvenzionare con i “certificati verdi” fonti energetiche non rinnovabili e per niente “pulite”.
Un fronte battagliero è quello dei medici che non ci stanno ad assistere e a tentare di rimediare in silenzio agli effetti dell’inceneritore sulla salute pubblica. Loro lo sanno quello che potrà accadere ai nostri corpi con l’aerosol di Acerra. Hanno preso posizione i Medici per l’Ambiente, con un intervento del vicepresidente Gaetano Rivezzi ^ , e in un articolo oggi su la Repubblica edizione Napoli la giornalista Conchita Sannino ha raccolto l’appello di Felicetta Parisi, neonatologa all´ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. “Si capisca – ha detto la dottoressa Parisi – che i miei colleghi medici hanno il dovere di scendere in campo. Così, domani, i loro figli e i loro nipoti non gli diranno: cosa avete fatto. Dobbiamo dire no a questa bomba ecologica. Che va ad aggravare una strage che è già in corso. Tra poche ore si riunisce l´Ordine dei Medici di Napoli per dire la sua. Sono mobilitati alle 16.30 di oggi. Usciremo con il camice bianco e il nastrino nero”.
Archive for 25 marzo 2009
ACERRA, 400 INVITATI ALLA GRIGLIATA DI B&B
Posted by ambienti su marzo 25, 2009
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CON L’INCENERITORE DANNI AL DNA
Posted by ambienti su marzo 25, 2009
A monitorare l’inceneritore di Acerra i medici dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente Bertolaso non li ha voluti. Probabilmente lo avrebbe messo in imbarazzo dare spiegazioni a colleghi o ex colleghi (Bertolaso è anche medico) sui benefici effetti di quell’impianto in un territorio per giunta già pesantemente colpito dall’inquinamento. Alla vigilia dell’inaugurazione, i medici dell’Associazione, sezione italiana dell’ISDE (International Society of Doctors for the Environment), ritengono che i rischi siano gravi. Li ricorda qui brevemente il dottor Gaetano Rivezzi, pediatra dello staff per l’assistenza neonatale nell’ospedale San Sebastiano di Caserta, che interviene in qualità di vicepresidente per il Sud Italia di Medici per l’Ambiente.
VELENI NELL’ORGANISMO DAL MEGAIMPIANTO DI ACERRA
di Gaetano Rivezzi – medico pediatra, vicepresidente di ISDE Italia ^
Impegnati per la tutela dell’ Ambiente e della Salute, riteniamo che la costruzione e la prossima accensione del megaimpianto di incenerimento di Acerra rappresenta un grave atto di irresponsabilità scientifica e sanitaria e un molto discutibile intervento industriale. Le nostre neomamme e i loro figli subiranno un molto probabile danno di salute irreversibile con l’accumulo degli invisibili contaminanti ambientali che si produrranno dall’incenerimento di ogni tipo di materiale, anche di plastiche, gomme, assemblaggio di sostanze chimiche.più o meno pericolose che si accumulano nel nostro organismo producendo danni al DNA.
Studi scientifici, documentati e resi evidenti anche dal nostro comitato scientifico dell’International Society Doctors for Environment, dimostrano il pericolo che l’ incenerimento industriale di questo livello arreca alla salute. Il controllo ambientale in questi anni è mancato, a volte è stato nascosto, oppure sottovalutato, nonostante i 15.000 animali abbattuti nel territorio Acerra-Nola-Caserta perché avvelenati da diossina nel 2003. E nonostante il rilievo nelle erbe e nei terreni di furani, pcb e diossine e metalli pesanti, come si vede dalle mappe dell’ Arpac, e il riscontro di Diossina e PCB diossino-simili nel latte di 100 donne di Caserta e Napoli. Le corrette modalità di funzionamento dell’impianto, e soprattutto il monitoraggio di salute che si prevede, non sono state ben illustrate, non consentendo ad esempio alla nostra associazione scientifica di partecipare alla fase di controllo.
Le innumerevoli risorse economiche impegnate in questa scellerata gestione – si tratta di 1,5 miliardi di Euro di soldi pubblici! – dovevano essere spese per il benessere e la salute dei cittadini della Campania, evitandoci l’umiliazione della spazzatura e la patologia ambientale che sta crescendo nella nostra popolazione con un netto aumento di malattie endocrine e tumorali.
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