di Franco Ortolani
Ordinario di Geologia, Università di Napoli Federico II

Torna alla ribalta la “bonifica” della discarica di Lo Uttaro: che vuol ridire?
Lo scorso anno i mass media hanno reso noto che il 4 agosto 2009 è stato sottoscritto a Napoli l’accordo operativo tra Comune di Caserta e Ministero dell’Ambiente concernente gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree di discarica, stoccaggio e trasferenza esistenti in località Lo Uttaro che prevede l’erogazione di 10 milioni di euro in quattro anni. La stima delle opere sarà a cura del Ministero dell’Ambiente dopo l’intervento di caratterizzazione effettuato dall’Arpac.
Per il sindaco Petteruti si dà finalmente il via ad un’azione non più rinviabile di bonifica e di riqualificazione ambientale in un’area critica; dei 18 milioni di euro stanziati (sulla carta) per il Comune di Caserta da impegnarsi in opere pubbliche come compensazione per il danno ambientale rimangono solo i dieci milioni che probabilmente non basteranno neanche per la bonifica completa di Lo Uttaro e delle aree attigue, inizialmente prevista a carico del Ministero.
Da Il Mattino del 26 marzo si apprende che per la Bonifica del sito Lo Uttaro, c’è l’ok della giunta regionale. “Ieri mattina l’approvazione della delibera che stanzia le risorse economiche e a seguire la stipula del protocollo di intesa tra Regione e Comune per individuare le specifiche competenze (l’amministrazione comunale svolgerà principalmente un ruolo di supervisione e supporto) e fissare il cronoprogramma dei lavori. Si parte la seconda settimana di aprile con il piano di caratterizzazione dei suoli e delle acque in località Lo Uttaro, un’area di circa 220mila metri quadrati al confine tra i comuni di Caserta, San Nicola La Strada e San Marco Evangelista. Si procederà con la messa in sicurezza e la bonifica del sito di trasferenza e la rimozione dei rifiuti ammassati dal 2006 nel sito di stoccaggio denominato «panettone».
Gli interventi saranno finanziati con i fondi dell’Obiettivo operativo 1.2 dell’Asse 1 del Por Campania. Solo per la bonifica saranno necessari circa trenta milioni di euro ma il Comune potrà attingere, se necessario, fino a sessanta milioni di euro. Nel dettaglio il progetto prevede innanzitutto i carotaggi e le analisi dei campioni per valutare il grado di contaminazione, la natura del rifiuto e la profondità raggiunta. In base ai risultati forniti da queste operazioni si potrà procedere con la bonifica vera e propria che dovrà essere completata entro il 30 maggio del 2011. «Finalmente dopo anni di attesa -ha commentato a margine dell’incontro il sindaco Nicodemo Petteruti -siamo approdati alla fase esecutiva della bonifica del sito Lo Uttaro. Ci siamo riusciti, grazie al fondamentale supporto della Regione Campania, nonostante le promesse e gli impegni purtroppo a suo tempo disattesi dal Governo nazionale».”
Rientriamo nel merito riproponendo in parte quanto scritto il 9 agosto dello scorso anno. Che vuol dire bonificare la discarica di Lo Uttaro?
I cittadini sono interessati ad un reale risanamento e restauro ambientale; altri, i soliti ben noti che hanno finora lucrato sullo scandalo rifiuti sono sicuramente interessati a lucrare ancora sulla così detta “bonifica” del territorio che prima i rappresentanti delle Istituzioni competenti (civili e militari) hanno lasciato colpevolmente inquinare. I cittadini stanno per essere presi in giro un’altra volta? Ci si può giurare sopra! Prima questione: la bonifica di Lo Uttaro vuol dire che viene cancellato il sito di Cava Mastroianni? Bisogna avere una risposta formale con decreto di cancellazione del sito.
Due anni fa mi sono occupato della ricostruzione dell’assetto geoambientale dell’area compresa tra la discarica chiusa di Lo Uttaro e la confinante Cava Mastroianni individuata nel DL 90/08 come sito in cui realizzare una nuova discarica. La ricerca evidenziò il noto disastro ambientale provocato nella zona di Lo Uttaro mediante accumulo di rifiuti in cave a fossa e sulla superficie del suolo e dispersione di percolato sul suolo e nella falda, al di fuori del rispetto delle vigenti leggi che garantiscono il diritto alla salute di tutti i cittadini, non derogabili dal potere speciale. Le immagini allegate (sopra e di seguito) sintetizzano gli elementi più significativi.
Mentre è semplice rimuovere i rifiuti, allora accumulati sulla superficie del suolo, e portarli in una discarica che dia la sicurezza ambientale di non inquinamento, non è possibile “bonificare” la discarica di Lo Uttaro scavata a fossa con la base che sfiora la falda (si e no due tre metri) che era già inquinata dai rifiuti come accertato dalla Magistratura. La base dei rifiuti, dentro la profonda fossa, non garantisce l’isolamento e contenimento del percolato che scende verso la falda inquinandola. La superficie esposta all’aria dei rifiuti può essere impermeabilizzata, coperta con terreno e vegetazione che danno l’impressione di una superficie “sana” come se fosse stata dipinta di un verde rassicurante. Lateralmente e alla base i rifiuti non potranno mai essere isolati dall’ambiente circostante poiché il loro spessore è di circa 24 metri, vale a dire di altezza equivalente a quella di un edificio di 8 piani. Ammesso che l’impermeabilizzazione laterale e alla base dei rifiuti fosse stata realizzata alla perfezione come prevede la vigente legge, tale impermeabilizzazione non può durare integra, totalmente, più di 15-20 anni. E’ assolutamente impossibile isolare i rifiuti dello spessore sopra indicato in maniera efficace e duratura. Non si può intervenire alla base dei 24 metri di rifiuti per cui il percolato continuerà a disperdersi nel sottosuolo e nella falda che defluisce verso il confinante Comune di San Nicola La Strada. L’unico modo per bonificare l’ambiente, anche la parte che non si vede, è rimuovere le centinaia di migliaia di metri cubi di rifiuti.
Quindi, cosa si “bonifica”? Certamente saranno emessi bonifici sui conti bancari di chi realizzerà progetto, direzione lavori e opere! I vantaggi saranno tutti loro! Naturalmente a spese dei cittadini. Le voraci e blindate sanguisughe parassitarie che hanno realizzato discariche “illegali dal punto di vista delle leggi naturali” e legalizzate da leggi speciali (che non garantiscono la salute dei cittadini e la tutela dell’ambiente e delle risorse idriche) non sono state contestate, di fatto, da alcuna forza politica parlamentare, probabilmente perché tutti speravano, prima o poi, di giocare con il redditizio “giochetto dell’emergenza” e della connessa agevole spesa di denaro pubblico: sembra che ora si siano organizzate per lucrare agevolmente, sempre sulla pelle dei cittadini, sul reale bisogno di disinquinamento dell’ambiente.
Leggi il seguito di questo post »