IL FANTASMA DELLA BONIFICA
PER LA MICIDIALE DISCARICA LO UTTARO A CASERTA
ANNUNCIATO DA OLTRE UN MESE L’IMMEDIATO AVVIO
DI SVUOTAMENTO E DI RECUPERO DELL’AREA
MA DEI LAVORI PREVISTI ANCORA NON C’È TRACCIA.
MENTRE I CITTADINI CONTINUANO AD AVVELENARSI
CHE VIA STANNO PRENDENDO I SOLDI STANZIATI?
testo e fotografie di The Boss
cliccare sulle foto per ingrandirle
Poco più di un mese fa per la bonifica dell’area Lo Uttaro è stato firmato un Protocollo d’intesa dall’assessore all’Ambiente della Regione Campania Walter Ganapini e dal sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, quello famoso per aver già firmato il Protocollo del novembre 2006 che individuava la Cava Mastropietro a Lo Uttaro come discarica. L’area Lo Uttaro comprende l’ormai tristemente famosa discarica dei veleni utilizzata dal Commissariato di governo fino al sequestro giudiziario del 2007, la preesistente e altrettanto pericolosa discarica Ecologica Meridionale, il sito di trasferenza, anch’esso sequestrato, il sito di stoccaggio noto qui come il “Panettone”, dove sono depositate circa 20 mila tonnellate di rifiuti raccolti per le strade di Napoli nel 2005 dopo lo svolgimento della “notte bianca”. Paradossalmente l’area comprende anche la Cava Mastroianni, finora non utilizzata, ma ancora inserita nell’elenco dei siti di discarica da realizzare, secondo il decreto 90/2008 e la connessa legge 123/2008 ^ .
Firmato il Protocollo per la bonifica, il 25 marzo, l’Assessore Ganapini ha annunciato lo stanziamento di 30 milioni di euro per i lavori previsti, aumentabili fino a 60, e il Sindaco Petteruti ha sottolineato trionfante come stesse finalmente per avere inizio la “fase esecutiva” degli interventi.
Il 9 aprile il Giudice competente ha concesso il dissequestro dell’area per un periodo di 60 giorni, per consentire la rimozione dei rifiuti depositati sul suolo e il loro trasferimento in altre discariche. Si sarebbe dovuto cominciare con le 18 mila tonnellate del sito di trasferenza, poi sarebbe toccato al sito di stoccaggio e, una volta completate le operazioni di caratterizzazione dei rifiuti presenti in discarica, si sarebbe passato alla bonifica dell’invaso di Lo Uttaro, da completarsi entro il 30 maggio 2011.
Proprio in quei giorni pubblicava un articolo preoccupato e polemico sull’annunciata bonifica il professor Franco Ortolani ^ , ordinario di geologia all’Università Federico II di Napoli, che di Lo Uttaro si era già occupato in passato allorquando, su richiesta del ComEr prima e del Sindaco di San Nicola la strada poi, aveva redatto una relazione sull’inidoneità della Cava Mastroianni a diventare una discarica. Nel suo articolo Ortolani esprimeva fondati e motivati dubbi sulla fattibilità tecnica di un’operazione di bonifica della discarica Lo Uttaro che – è bene ricordarlo – a distanza di 2 anni e mezzo dalla sua chiusura non è stata ancora nemmeno messa in sicurezza. Ortolani paventava il rischio che gli stanziamenti di fondi potessero servire solo a rimpinguare i conti correnti dei soliti noti, che con il business delle bonifiche hanno più volte lucrato.
Per capire se Petteruti dice il vero o se invece dobbiamo purtroppo dare ragione, ancora una volta, al professor Ortolani siamo andati a vedere oggi con i nostri occhi a che punto stanno queste fantastiche operazioni di bonifica. Se davvero le colline di rifiuti che ormai da anni punteggiano la zona tra Caserta, San Nicola la strada, San Marco Evangelista e Maddaloni sono sparite. O se invece stanno ancora lì come monumenti a un’emergenza rifiuti che da queste parti non è mai finita, checché ne dica il nostro presidente del Consiglio o Guido Bertolaso.
Ecco, quindi, le foto scattate la mattina di lunedì 3 maggio 2010 al sito di trasferenza e a quello di stoccaggio. Come si può facilmente vedere, nessuna rimozione è avvenuta, né erano in corso attività di alcun genere. Sulla collina del sito di trasferenza è ormai cresciuta una fitta vegetazione, che in parte nasconde i rifiuti, mentre il sito di stoccaggio “Panettone” è sempre coperto dal suo ormai inconfondibile telone nero in polietilene.
Eppure la rimozione dei rifiuti dai due siti era già prevista nel ricordato Protocollo d’Intesa del novembre 2006 (quello che diede il via all’apertura della discarica) come compensazione al Comune di Caserta per aver “accettato” il “pozzo di veleni” di Lo Uttaro sul proprio territorio. Era previsto che la rimozione fosse completata entro tre mesi dall’apertura della discarica. Dopo due anni e mezzo sono ancora lì.
Monitorammo allora la situazione, pubblicando con cadenza quindicinale le foto dei siti di stoccaggio e trasferenza, convinti che fosse l’ennesima presa in giro per i cittadini casertani. Non ci sbagliavamo. Lo faremo anche stavolta, con la speranza di sbagliarci.

