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Blog di Resistenza Ambientale

COMITATO EMERGENZA RIFIUTI – comunicato 16/04/2008


L’avvocatura dello Stato, che rappresenta nella vicenda di lo Uttaro i commissari delegati dal governo Prodi a risolvere l’emergenza rifiuti in Campania, ha tempo da perdere. A un giorno dalla sconfitta elettorale il governo conferma l’accanimento sulla nostra città destinata ad essere, dietro disponibilità del Presidente De Franciscis e del sindaco Petteruti, la pattumiera della regione. Il 6 marzo scorso gli zelanti difensori del Commissario De Gennaro depositano al tribunale civile di Napoli un istanza di revoca del provvedimento di chiusura de lo Uttaro emesso dal giudice Fausta Como dopo il ricorso ex art.700 presentato dai cittadini dell’ex villaggio Saint Gobain direttamente danneggiati dall’illegale discarica.
La richiesta di revoca dell’avvocatura dello stato si basa su due presupposti : il sopravvenuto pronunciamento della Cassazione, che revoca la competenza sul danno alla salute al giudice civile, e un provvisorio dissequestro della magistratura penale di Santa Maria Capua Vetere. Nel primo caso si tende a far applicare retroattivamente la pronuncia della corte di Cassazione sul pronunciamento precedente del giudice civile, la seconda motivazione è da considerarsi, allo stato attuale, un falso. La discarica di Lo Uttaro, con grande meraviglia di tutti coloro che fortemente avrebbero voluto riaprirla, è attualmente sotto sequestro corredato di barriere di recinzione e sigilli.
Evidentemente dopo il secondo dissequestro (il primo è avvenuto per la messa in sicurezza) chiesto dal commissario di governo per effettuare accertamenti entro 30 giorni, preliminari alla verifica dell’idoneità del sito, nella certezza che il commissario avrebbe dichiarato il falso, cosi come non è avvenuto, qualcuno si è preoccupato di chiedere la revoca della sentenza dell’ex art. 700. Purtroppo per i fedeli dell’inquinamento è andata male: il commissario De Gennaro dopo i sopralluoghi effettuati ha dato ragione ai cittadini, confermando con grande onestà che il sito non poteva più essere riutilizzato perché interessato dallo sversamento di rifiuti pericolosi. La Procura della repubblica dopo i 30 giorni ha provveduto a confermare il sequestro della discarica.
Da tutto questo equivoco scaturisce una grande perdita di tempo per giudici e avvocati che si ritroveranno il 5 maggio nelle stanze del tribunale di Napoli per decidere su una vicenda ben chiara e che certamente non potrà concludersi in questa data e tanto meno con la riapertura della discarica.
La conclusione del travagliato percorso giuridico di lo Uttaro dovrà concludersi con un processo penale in cui noi ci costituiremo parte civile e in cui speriamo che agli attuali indagati e futuri rinviati a giudizio se ne aggiungano altri, ma soprattutto con la rimozione dei rifiuti pericolosi che consapevolmente si è lasciato sversare.