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La nuova ecologia 15/11/2007 «Su siti ecoballe ascolto tutti ma decido io»
Il Mattino – Napoli 15/11/2007 «Ecoballe nel cemento? Una barzelletta» Franco Mancusi
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La nuova ecologia 15/11/2007
«Su siti ecoballe ascolto tutti ma decido io»
La situazione rifiuti secondo il commissario di governo per l’emergenza Alessandro Pansa. Che sulla scelta del siti per lo stoccaggio delle ecoballe, ascolterà le proteste dei cittadini ma davanti a ragioni infondate «si andrà avanti, anche con la forza pubblica»
La Campania è sul baratro di un’altra crisi, che bisogna scongiurare evitando che la spazzatura possa restare per strada. Dinanzi alle paventate proteste da parte delle popolazioni delle località individuate il commissario di governo per l’emergenza rifiuti, Alessandro Pansa, in un colloquio con l’Ansa ha detto che non intende fermarsi: «Ascolto tutte le proteste, le recepisco, le analizzo. Quelle che hanno valore tecnico, non valore politico, se sono fondate mi servono a far cambiare la scelta. Però se non sono fondate, io andrò avanti anche con la forza pubblica. Abbiano usato la forza pubblica a Taverna del Re per poter continuare a portare le ecoballe a Giugliano. Non capisco perché non debba essere utilizzata in altri posti dove dobbiamo portare le ecoballe».
La scelta dei siti
Per l’individuazione dei siti, Pansa dice di non aver ricevuto collaborazione: «Ho chiesto dapprima la collaborazione di tutti. Sono stati fatti incontri, stabiliti dei tempi entro i quali fornire indicazioni. Ma i tempi non sono stati rispettati da nessuno. Alcune indicazioni sono giunte in tempi successivi. Non c’è stata condivisione perché non intendono assumersi le responsabilità. Qualcuno ha detto che le scelte dei siti le devo fare io. Ebbene io le faccio», ha aggiunto Pansa.
La differenziata
Secondo il prefetto di Napoli per far funzionare il ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania è necessario innalzare i livelli di raccolta differenziata. «Ma la responsabilità ricade sui Comuni, la raccolta della spazzatura dalle strade non è una competenza del commissariato – ha detto Pansa – Noi siamo pronti ad aiutare quelli che vogliono farla, ma la differenziata è una scelta esclusiva dei Comuni. Nei bandi di gara per i fondi Por del 2006 c’erano tantissimi soldi per realizzare i siti di compostaggio, tutta l’impiantistica per la differenziata. Pochissimi sono stati quelli che hanno richiesto questi fondi; anzi alcuni Comuni che hanno ottenuto i fondi successivamente hanno rinunciato», ha proseguito Pansa, che ha riconosciuto la difficoltà di organizzare la raccolta. «Ribadisco che la differenziata non è una cosa facile, soprattutto nelle grandi città. Noi nel piano rifiuti abbiamo proposto tre modelli, uno è esclusivamente per l’area metropolitana di Napoli», ha aggiunto il commissario di governo.
Le analisi sulle ecoballe
«Per lo smaltimento delle ecoballe abbiamo avanzato delle proposte sulle quali non abbiamo ricevuto un parere. È stato costituto un pool di esperti per l’inertizzazione». Così il commissario Pansa ha replicato alle critiche sul possibile percorso per smaltire gli oltre sei milioni di ecoballe accumulati in questi ultimi anni in Campania, e che non possono essere destinati all’impianto di termovalorizzazione. «Ognuno può dire quello che vuole – ha aggiunto – ma commenta informazioni che non attengono alle attività del commissariato. Noi stiamo discutendo per un percorso scientifico il cui risultato non conosciamo ancora. Gli esperti che devono fare le prove non mi hanno ancora dato una risposta».
Taverna del Re
In merito al sito di Taverna del Re, a Giugliano, oggetto da tempo di contestazioni da parte dei cittadini, Pansa ha ribadito che sarà chiuso il 20 dicembre, salvo qualche giorno di proroga per smaltire alcuni quantitativi da portare nelle piazzole nelle fase di allestimento. «Se i cittadini delle altre località della Campania, i responsabili degli enti locali interessati – ha concluso – ritengono di non dover consentire lo stoccaggio sui propri territori e non riusciremo a stoccare, io comunque chiuderò Taverna del Re e ognuno la spazzatura se la terrà a casa sua».
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Il Mattino – Napoli 15/11/2007
«Ecoballe nel cemento? Una barzelletta»
Franco Mancusi
Sei milioni di ecoballe sterilizzate in gigantesche camicie di cemento. «Mai sentita una sciocchezza del genere: potrebbe essere una barzelletta, se non si trattasse di una tragedia come quella dei rifiuti in Campania», taglia corto il professore Franco Ortolani, ordinario di Geologia e direttore del dipartimento Pianificazione e Scienze del territorio alla Federico II. «Ignoranza, incapacità, improvvisazione: ecco perché l’emergenza ambientale nella regione continua a precipitare, da un provvedimento urgente all’altro, senza un piano serio, di lungo respiro». L’idea delle gabbie di cemento… «Un’idiozia, ripeto. A parte le difficoltà pratiche di realizzare un’operazione tanto complessa, bisognerebbe sapere che il cemento, attaccato dall’anidride carbonica dopo un certo numero di anni, comincerebbe a disgregarsi, provocando infiltrazioni e inquinamenti di crescente portata. Il danno, nella sua gravità, sarebbe soltanto rinviato». Si pensa anche di concentrare i rifiuti nelle vecchie cave dismesse della regione. «Peggio ancora. Le nostre sono cave di tufo e di calcare, quasi sempre. Dunque, di roccia estremamente friabile, perciò maggiormente soggetta a processi di infiltrazione inesorabili. Lasciare disperdere nel terreno i veleni delle ecoballe degradate, mi sembra una follia. Le conseguenze del disastro ambientale sarebbero irreparabili». I commissari straordinari, secondo lei, continuano a sbagliare? «Forse sono condizionati, forse non ce la fanno. Dico soltanto che continuano a muoversi sulla base di scelte occasionali, emotive, piuttosto che operare applicando le esigenze della scienza e della tecnica». Cosa bisognerebbe fare, allora? «Intanto sarebbe l’ora di affidare la responsabilità delle decisioni a esperti di provata capacità, persone competenti, piuttosto che vagare da una scelta politica improvvisata da un giorno all’altro, soltanto per placare gli umori di una piazza e assecondare le esigenze elettorali di un sindaco o di un parlamentare locale. Una volta ristabilita la dignità della scienza e della tecnica, si potrebbe mettere insieme un piano almeno quinquennale, ma serio e motivato». Può scendere nel dettaglio? «Semplicissimo: non potendo trasferire le ecoballe nel deserto libico, l’unico posto dove non piove, dovremmo concentrare i rifiuti al riparo in giganteschi capannoni coperti e protetti dall’assalto degli animali. Tutto ciò per almeno cinque anni, in attesa di poter finalmente contare sull’impiego di impianti moderni di smaltimento, dei quali oggi non disponiamo». E il termovalorizzatore di Acerra? «Lo definirei vecchio, obsoleto, inutile già tre anni prima della sua apertura. Ammesso che nel 2010, come oggi si dice, possa essere finalmente inaugurato».