LA MARGHERITA INSULTA CITTADINI E CARABINIERI
Posted by ambienti su giugno 15, 2007
IERI SERA NEL CONSIGLIO COMUNALE DI CASERTA
DOVE SI DISCUTEVA DELLA DISCARICA LO UTTARO
Il consiglio approva con voto bipartisan solo un documento minimo che dovrebbe impegnare sindaco e giunta a garantire la trasparenza sulla discarica, ad assicurare i tempi per lo smaltimento degli annessi e per i ritorni economici promessi al Comune, a istituire un tavolo tecnico comunale sul Piano provinciale dei rifiuti. Ignorate le proposte del Comitato Emergenza Rifiuti.
I cittadini che protestano contro la Grande Puzza e gli altri tossici effetti della discarica sono irresponsabili. I politici che li ascoltano e condividono le loro preoccupazioni sono demagoghi. E – sorpresa! – sono da biasimare anche i carabinieri del NOE che l’altro giorno hanno commesso l’”errore” di mettere sotto sequestro parte del deposito di automezzi della SACE, sulla via Appia, che era stato trasformato in sito abusivo e incontrollato per lo stoccaggio di rifiuti, con immediati rischi sanitari per la popolazione. Questo ha esternato ieri dai banchi della maggioranza il capogruppo della Margherita Alessandro Barbieri nel corso delle discussioni in consiglio comunale sul “Protocollo d’intesa” con il quale il sindaco Nicodemo Petteruti ha permesso che venisse riaperta la discarica lo Uttaro.
Le parole di Barbieri hanno confermato che chi si trincera in difesa della sciagurata scelta ha perso davvero il senso della responsabilità politica e istituzionale. Per non parlare del senso del ridicolo. Chi pensava di dover convincere Barbieri? I suoi compagni di maggioranza? Tra i quali c’è chi non ha voluto capire niente del problema e chi più o meno ha capito e in privato sottilizza, quasi a scusarsi, sulle “ragioni politiche” per cui si allinea? O era una provocazione per i cittadini più vicini a lo Uttaro, e perciò più vittime degli altri, che affollavano la zona riservata al pubblico dell’aula?
Non è che dal consiglio comunale quei cittadini si aspettassero prese di posizione risolutive. Troppo l’amministrazione di centrosinistra casertana si è inoltrata per lo Uttaro in un autoillusionismo olfattivo e in un accecamento politico che non le fanno comprendere come la grave questione abbia rimescolato e stia rimescolando la base del consenso elettorale a suo tempo ottenuto, provocando un serio problema di legittimità.
Si sperava, però, che fosse almeno l’occasione per far cominciare a valutare ai responsabili dell’amministrazione la fondatezza delle ragioni per cui i cittadini protestano contro la discarica. Ragioni che riguardano la vita quotidiana, la salute, la legalità. E le preoccupazione per il futuro di un territorio condannato a divenire un megaimmondezzaio al servizio del delirio operativo, e dei lucidissimi interessi economici, di chi in 13 anni di “emergenza” non ha risolto un problema che altrove, in altre regioni, è una faccenda normale e viene gestita senza pericolosi soprusi contro la popolazione.
In consiglio comunale ieri è stato infine approvato, a maggioranza bipartisan, un documento minimo che ha tenuto scarsamente conto della maggior parte degli argomenti di riflessione e decisione proposti in una ben informata e articolata mozione dal consigliere di opposizione Pierpaolo Puoti (UDC). E nessun conto delle proposte del Comitato Emergenza Rifiuti →, proposte che è stato consentito esporre in aula al rappresentante del Comitato Giuseppe Messina.
In pratica il documento approvato impegna la giunta a garantire più trasparenza sulle attività relative ai rifiuti e alla gestione del “Protocollo d’intesa” di novembre (con formale e regolare comunicazione ai gruppi consiliari degli atti di controllo), ad assicurare il rispetto dei tempi per lo smaltimento definitivo dei rifiuti nel sito di stoccaggio provvisorio e dell’area di trasferenza adiacenti alla discarica, il rispetto nei termini degli accordi economici a vantaggio delle casse comunali inclusi nel Protocollo – quelli “evidenziati nella lettera del sindaco” di qualche giorno fa – e infine ad avviare “un tavolo tecnico comunale sul Piano Provinciale dei rifiuti”.
È pressoché niente per chi nei comitati ha già una visione molto trasparente e ben documentata del disastro che va ingigantendosi tra discarica e dintorni, per chi sa che i tempi di smaltimento non verranno rispettati (avrebbero dovuto già cominciare a lavorare), che i ritorni economici per le casse comunali saranno difficili da ottenere e che comunque non potranno compensare l’avvelenamento psicologico e fisico di migliaia e migliaia di cittadini.
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Abbiamo trovato in coda a un altro post un commento di The Boss che informa su altri aspetti del Consiglio Comunale di ieri. Lo mettiamo qui per praticità.
Ieri pomeriggio consiglio comunale a Caserta sulla questione del Protocollo d’Intesa dell’11 novembre.
Bocche cucite dalla giunta comunale. Campo libero ai consiglieri di opposizione che, primo firmatario Pierpaolo Puoti, presentano un ordine del giorno che evidenzia tutte le carenze e i ritardi di Lo Uttaro. I controlli non si fanno come dovuto, l’ARPAC non c’è, la discarica non è terminata, i rifiuti sversati non sono FOS, il percolato non si sa dove finisce, i pozzi spia non sono stati realizzati, l’appalto è avvenuto su un progetto preliminare. Dati precisi quelli della relazione Puoti. Fino a qualche giorno fa il sindaco, con fare arrogante, canzonava i Comitati sostenendo che tutto va bene in quel di Lo Uttaro. Ieri sera non parlava. Dopo la lettera a Bertolaso in cui lamentava il mancato ripetto del Protocollo sugli altri impegni assunti (bonifica del sito di stoccaggio e trasferenza e versamento dei 4 milioni di euro a titolo di ristoro) era costretto ad contenere anche il pressing dell’opposizione sulle “deficienze” della discarica. E lo faceva tramite il consigliere Di Palo che, nel tentativo di salvare il salvabile, proponeva una sospensione del Consiglio per approvare un documento comune pur di evitare al sindaco una risposta su temi scottanti. Il documento arrivava dopo oltre un ora di sospensione ed era una pallida revisione del testo originario. E’ finita con un accordo bipartisan che non risolve nulla, ma d’altronde era prevedibile.
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